yurigami
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domenica 26 ottobre 2014
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leggendario
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Uno dei film più belli sulla mafia, il più bello tra gli ultimi film di Marlon Brando, da pelle d'oca, però gli altri due, un poco noiosi a parer mio, questo vince tutto. Una volta i criminali credevano in qualcosa, come diceva William Fichtner in batman il cavaliere oscuro. P..s. l'unico padrino che non bacia i culi...
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kondor17
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sabato 12 luglio 2014
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una pietra miliare
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Tra i film ed i serial su cosa nostra, questo va messo di sicuro in cima alla lista. Con un cast da capogiro, FF Coppola ci fa.vedere cos'è il vero cinema. Sceneggiatura, interpretazione, montaggio, uso della macchina da presa, musica tutto praticamente perfetto. Forse un pò antico nel modo di girare e (volutamente?) lento nelle pause e nei silenzi, ma questo gli dona tutt'oggi quella patina di "imperfetta intoccabilità" che già si assapora guardando solo i capolavori del passato. È un quadro realistico di quello che poteva essere, nell'immediato dopoguerra, l'organizzazione mafiosa nel sud est americano, dalla florida al new jersey.
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Tra i film ed i serial su cosa nostra, questo va messo di sicuro in cima alla lista. Con un cast da capogiro, FF Coppola ci fa.vedere cos'è il vero cinema. Sceneggiatura, interpretazione, montaggio, uso della macchina da presa, musica tutto praticamente perfetto. Forse un pò antico nel modo di girare e (volutamente?) lento nelle pause e nei silenzi, ma questo gli dona tutt'oggi quella patina di "imperfetta intoccabilità" che già si assapora guardando solo i capolavori del passato. È un quadro realistico di quello che poteva essere, nell'immediato dopoguerra, l'organizzazione mafiosa nel sud est americano, dalla florida al new jersey. Il condizionale è d'obbligo perché nessuno sa.con esattezza come.allora le cose funzionavano. Solo nel 51 venne infatti fatto un tentativo di processo, che andò peraltro deserto in quanto nessuno testimoniò, e fino al 1957 lo stesso FBI negò ostinatamente l'esistenza di cosa nostra. La storia la conosciamo, il boss Vito, con i figli Sonny ed un mostruoso Al Pacino alias Mike. Un giro incredibile di amici, tenuti insieme dai favori e legati pena la vita dall'omertà e dal.silenzio, anche e soprattutto con i relativi partner e consorti. Il bel quadro patinato che il grande Coppola fa dei suoi avi, non rende forse giustizia alla cinica crudeltà da loro spesso usata ed usa quell'icona che era e sempre sarà marlon Brando per divinizzare figure che di divino niente avevano, se non l'istinto del business senza ogni scupolo o remora. Anche il rifiuto di don Vito al traffico di stupefacenti propostogli dai Tattaglia desta più di qualche sospetto. Sembra infatti (ma prove non ne esistono) che già durante il proibizionismo l'organizzazione iniziò invece ad occuparsene, per ampliare gli affari in zone più lucrose, ben sapendo che il divieto dell'alcol sarebbe ben presto finito. È un romanzo, ed un film, eccezionale, ma che risultò molto gradito anche alla.mafia stessa, quella reale, che ne fece motivo di orgoglio e veicolo di reclutamento.
Pur non essendo un esemlio da emulare, resta comunque un capolavoro assoluto: voto 9su10
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great steven
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giovedì 5 giugno 2014
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epopea criminosa con risvolti da dramma moderno.
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IL PADRINO (USA, 1972) diretto da FRANCIS FORD COPPOLA. Interpretato da MARLON BRANDO – AL PACINO – JAMES CAAN – DIANE KEATON – ROBERT DUVALL – JOHN CAZALE – TALIA SHIRE – STERLING HAYDEN – RICHARD CASTELLANO – RICHARD CONTE – AL LETTIERI § Tratto dal superlativo romanzo scritto in lingua inglese di Mario Puzo (1969), che ha collaborato alla sceneggiatura con il regista. Don Vito Corleone è un boss italoamericano che governa da due generazioni un clan mafioso che ha le mani in pasta nelle case da gioco, nella prostituzione, nella droga, nelle armi e nell’importazione dell’olio d’oliva. Ha quattro figli, diversi capiregime e un numero indefinito di persone che vengono a chiedergli favori ai quali solo lui può porre soluzione.
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IL PADRINO (USA, 1972) diretto da FRANCIS FORD COPPOLA. Interpretato da MARLON BRANDO – AL PACINO – JAMES CAAN – DIANE KEATON – ROBERT DUVALL – JOHN CAZALE – TALIA SHIRE – STERLING HAYDEN – RICHARD CASTELLANO – RICHARD CONTE – AL LETTIERI § Tratto dal superlativo romanzo scritto in lingua inglese di Mario Puzo (1969), che ha collaborato alla sceneggiatura con il regista. Don Vito Corleone è un boss italoamericano che governa da due generazioni un clan mafioso che ha le mani in pasta nelle case da gioco, nella prostituzione, nella droga, nelle armi e nell’importazione dell’olio d’oliva. Ha quattro figli, diversi capiregime e un numero indefinito di persone che vengono a chiedergli favori ai quali solo lui può porre soluzione. Dopo esser stato ferito in uno scontro a fuoco dai malavitosi avversari, i capiregime affidano al terzogenito Michael di uccidere il mandante dell’attentato e un poliziotto corrotto in combutta con quest’ultimo, e poi lo fanno emigrare in Sicilia finché le acque non si calmano, e al suo ritorno il padre gli lascia in eredità il suo impero criminale e tutti gli affari di famiglia, per poi morire di vecchiaia. Michael Corleone saprà gestire, sebbene all’inizio fosse alquanto riluttante, il mondo di malvivenza e criminalità preso in adozione con maestria, metodo e abnegazione, vendicando la morte del fratello Santino e sterminando tutti i nemici della cricca durante il battesimo del suo primo figlio. Sarà incoronato lui come nuovo padrino della Famiglia Corleone. Questo film che ebbe ovunque un successo consistente e notevole, e che spezzò in due la critica che lo lesse principalmente come un panegirico della morale criminale e dell’epoca gangsteristica per antonomasia, raffigura un sistema famigliare e di clan con un retrogusto malinconico per quei legami che animavano l’America dell’immediato dopoguerra, eppure possiede anche una fertile e plumbea ambiguità, dettata specialmente dal parallelismo mafia-politica che nel seguito (Il padrino – Parte II) diverrà uguaglianza e da un’epopea e una logica del crimine che fa capo ad una struttura patriarcale di stampo italico più che statunitense. Il libro di Puzo (nato nel 1920) è adattato con sufficiente fedeltà, con qualche taglio che ha rimosso dalla rappresentazione su grande schermo i passaggi meno cruenti e più contemplativi e descrittivi, cosicché ne sia uscita una sceneggiatura che ha omesso dai dialoghi il termine "mafia" ed è stata attenta e precisa nella magistrale ricostruzione dei rapporti che imperversano fra la violenza fisica e l’omertà delinquenziale. Ottimo il disegno dei personaggi, che costituiscono un punto di forza non indifferente di questo film potente, accattivante e impressionante: Vito Corleone è impersonato da un M. Brando (premiato con l’Oscar al migliore attore) invecchiato di 20-25 anni con cotone fra i capelli e una mandibola artificiale in bocca per allargargli le mascelle, capace di misurati e tranquilli eloqui caratterizzati da una glaciale pacatezza e da una tenebrosa severità come di influssi collerici che ne mettono in evidenza la grande abilità recitativa; c’è il rabbioso, premuroso e violento Sonny di J. Caan; il rispettoso, ingenuo e poco intelligente Fredo di J. Cazale; l’energica, fedele e sardonica Costanza di T. Shire, nipote del regista; il proteiforme, mutevole e successivamente anche spietato Mike di A. Pacino; l’ignara, corretta e ineluttabile Kay di D. Keaton; il viscido, meschino e agghiacciante Sollozzo di S. Hayden (già protagonista, sedici anni prima, di Rapina a mano armata di Stanley Kubrick). Coppola dirige il film con sapiente bravura dimostrando di conoscere ciò di cui parla pur senza condividere le ragioni che espone con eccellente correttezza e onestà intellettuale: il suo è uno sguardo più distaccato che affascinato. Forte del successo, Coppola ebbe mano libera nel gettare in un caleidoscopio di ambizioni il suo intento di trasformare un gangster movie in una tragedia moderna, un’elevata metafora sul nuovo continente dopo la fine del sogno americano. Fotografia di Gordon Willis e musiche di Nino Rota, celeberrime e riproposte in altre occasioni, d’una lentezza sublime che sottolinea la cupezza che permea l’opera da capo a fondo, esplodendo con forza nelle scene clou. Due Academy Award anche al film e al copione.
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brian77
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lunedì 3 marzo 2014
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5 stelle e facciamola finita
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Non solo è uno dei capolavori della storia del cinema, ma è uno di quei film che danno la sensazione che il cinema sappia ancora avere una dimensione mitica. Dopo tanta spazzatura minimalista o estetizzante, e tanti Blockbuster cialtroni, ce ne stavamo quasi dimenticando.
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coch_98
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martedì 16 luglio 2013
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«gli farò un'offerta che non potrà rifiutare»
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Un capolavoro inossidabile, una regia e sceneggiatura straordinarie e delle interpretazioni stupende da parte di tutto il cast. Un film che spiega in maniera impeccabile la sorte di una delle Cinque Famiglie di New York. Da vedere e rivedere.
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tiamaster
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venerdì 24 agosto 2012
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il morandini colpisce ancora....
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Tre stelle e mezzo a questo film,uno dei più grandi della storia,io mi dico COME SI Fà???dare meno di 5 stelle a "il padrino" equivale a dichiarare di non intendersi di cinema!!!
e non è un caso isolato....tre stelle a "il buio oltre la siepe",due e mezzo a "Ben-Hur".......MA COME SI Fà????
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stefano bruzzone
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mercoledì 18 luglio 2012
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il film perfetto....
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il primo...un capolavoro assoluto....3 ore e 10 che filano via senza quasi accorgersene...occhi ed orecchie incollati allo schermo per godere di ogni istante di questo affresco sulla vita di Vito Corleone. Un cast giovanissimo che segnerà la storia del cinema mondiale capitanati da un Marlon Brando ben oltre la perfezione interpretativa. Coppola è un vero maestro nel regalarci atmosfere uniche....persino le scene di violenza assumono una "piacevolezza" visiva degna di un vero maestro della cinepresa. Citazione particolare per le musiche, bellissime..da oscar....scritte a più mani fra le quali il nostro maestro nino rota.
Un film imperdibile che non può mancare nella videoteca di ogni amante del cinema.
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il primo...un capolavoro assoluto....3 ore e 10 che filano via senza quasi accorgersene...occhi ed orecchie incollati allo schermo per godere di ogni istante di questo affresco sulla vita di Vito Corleone. Un cast giovanissimo che segnerà la storia del cinema mondiale capitanati da un Marlon Brando ben oltre la perfezione interpretativa. Coppola è un vero maestro nel regalarci atmosfere uniche....persino le scene di violenza assumono una "piacevolezza" visiva degna di un vero maestro della cinepresa. Citazione particolare per le musiche, bellissime..da oscar....scritte a più mani fra le quali il nostro maestro nino rota.
Un film imperdibile che non può mancare nella videoteca di ogni amante del cinema.
Voto: 10 e lode.
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