alfa999
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giovedì 14 agosto 2014
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infinito.
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Si tratta di un diamante fantastico dell'industria cinematografica dalla fondazione di essa ad oggi.
Ispirato ad un romanzo di S. Lem (1961) molto notevole per profondità concettuale.
Il regista è riuscito nell'impresa extraordinem di tradurre in arte cinematografica un romanzo che pur essendo in prosa si avvicina molto alla poesia.
Straordinaria la riflessione sulla potenza della dimensione temporale nella determinazione delle esperienze concettuali proprie dell'essere umano.
L'attrice N. Bondarciuk (classe 1950) è ad litteram infinita dal momento della sua apparizione a quello della sua scomparsa.
Le sue riflessioni, i suoi gesti, le sue espressioni del volto sono il vertice toccato dal cinema mondiale ad oggi: essa dimostra la capacità di connettere l'uomo con l'infinito, con l'assenza di limiti.
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Si tratta di un diamante fantastico dell'industria cinematografica dalla fondazione di essa ad oggi.
Ispirato ad un romanzo di S. Lem (1961) molto notevole per profondità concettuale.
Il regista è riuscito nell'impresa extraordinem di tradurre in arte cinematografica un romanzo che pur essendo in prosa si avvicina molto alla poesia.
Straordinaria la riflessione sulla potenza della dimensione temporale nella determinazione delle esperienze concettuali proprie dell'essere umano.
L'attrice N. Bondarciuk (classe 1950) è ad litteram infinita dal momento della sua apparizione a quello della sua scomparsa.
Le sue riflessioni, i suoi gesti, le sue espressioni del volto sono il vertice toccato dal cinema mondiale ad oggi: essa dimostra la capacità di connettere l'uomo con l'infinito, con l'assenza di limiti.
Il passaggio relativo al suo tentativo di autodistruzione è forse l'apogeo possibile dal momento che osservando l'evento la potenza emozionale è tale da non permettere alle parole di intervenire così come accade quando si osserva il mare e le sue onde infinite e incalcolabili.
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maxcruise
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venerdì 21 marzo 2014
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solaris 1972: anti-odissea nello spazio
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In un futuro non precisato, Kris (interpretato dall’ottimo Banionis) é uno psicologo-scienziato incaricato di raggiungere una stazione spaziale orbitante su uno strano e sinistro pianeta chiamato “Solaris”(una sorta di ammasso gelatinoso, gassoso e liquido in continua evoluzione e dalla natura ancora incomprensibile all’uomo)e stabilire se è il caso di continuare le ricerche o dismettere tutta la missione.
Appena sbarcato, trova un ambiente surreale, i pochi membri dell’astronave rimasti in balia di miraggi e allucinazioni, sopraffatti e angosciati. Apprende solo la tragica notizia del suicidio di un membro (Ghibarian) di cui trova un messaggio registrato prima di morire.
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In un futuro non precisato, Kris (interpretato dall’ottimo Banionis) é uno psicologo-scienziato incaricato di raggiungere una stazione spaziale orbitante su uno strano e sinistro pianeta chiamato “Solaris”(una sorta di ammasso gelatinoso, gassoso e liquido in continua evoluzione e dalla natura ancora incomprensibile all’uomo)e stabilire se è il caso di continuare le ricerche o dismettere tutta la missione.
Appena sbarcato, trova un ambiente surreale, i pochi membri dell’astronave rimasti in balia di miraggi e allucinazioni, sopraffatti e angosciati. Apprende solo la tragica notizia del suicidio di un membro (Ghibarian) di cui trova un messaggio registrato prima di morire.
Solaris sembra rivelarsi un pianeta “pensante” e, attraverso un singolare processo di sintesi, materializza ricordi e esseri umani del passato già deceduti che vengono indicati dagli astronauti col nome di “ospiti”.
Infatti proprio la prima notte, appare a Kris il fantasma della moglie morta diversi anni prima (Hari) e della quale egli conserva un profondo ricordo.
Cosa vuole questo pianeta dall’uomo? Cosa é Solaris?
Opera etichettata in Italia come opera di fantascienza con il fuorviante slogan “la risposta sovietica a 2001:odissea nello spazio di Kubrick”, il Solaris di Tarkovskij non punta quasi per nulla sul piano degli effetti speciali, bensì si sviluppa più che altro come un viaggio nei meandri dell’inconscio e della mente dell’ essere umano.
La stazione spaziale del film è quanto di meno tecnologico ci possa essere: disordinata, sporca e poco accogliente.
Inoltre l’elemento fantascientifico del pianeta (il non-luogo, questo enorme oceano pensante che fà da sfondo alle vicende) diventa per Tarkovskij il pretesto, l’ invito a interrogarsi sui motivi che spingono l’uomo a esplorare altri mondi ma anche, e soprattutto, a riflettere sui limiti della propria conoscenza e razionalità.
Emblematica in questo caso la frase che Kris porge al collega cibernetico: “Snaut, ma perché andiamo a frugare l’universo quando sappiamo così poco di noi stessi..?“.
Un film “pesante”, complesso, di “fanta-coscienza” se vogliamo definirlo tale, e di non facile comprensione a causa del ritmo lento e contemplativo che impernia tutta la pellicola.
Un po’ eccessivamente lunga la scena del viaggio lungo l’autostrada di Tokyo (tagliata per l’edizione homevideo) che, a detta del regista, funge da escamotage per favorire l’“alienazione” e l’allontanamento dello spettatore dal mondo terreno prima di intraprendere il viaggio negli spazi siderali.
La scenografia scelta dal regista appare piuttosto semplice e antiquata, ma é comunque di forte impatto visivo per lo spettatore.
Particolare é l’uso dei colori (il bianco e nero viene utilizzato in diverse scene)
Molto bella e degna di nota la colonna sonora (l’adagio di Bach che accompagna le scene più suggestive come quella della “levitazione” e della scena iniziale e conclusiva del film).
Fra le scene tagliate, non mancano alcune carrellate oniriche, come quando Kris, in preda a uno stato confusionale, sogna la sua infanzia e sua madre da giovane che si prende cura di lui (a cui si sovrappone in un secondo momento la figura di Hari)
Il suggestivo finale, aperto a molteplici interpretazioni, lascia un segno agghiacciante e sconvolgente, ed induce a riflettere sul ritorno alle proprie radici (in questo caso il ritorno alla dimora paterna immersa in una natura molto meno tranquilla e statica di quanto sembra realmente..)
Nel 2002 il regista Steven Soderbergh e l’attore George Clooney realizzano un remake omonimo, ispirandosi evidentemente a questo film
Lo scrittore Lem sembra abbia apprezzato più quest'ultima versione di Solaris perché, secondo lui, più fedele alla storia del romanzo originale degli anni '60.
Forse il capolavoro di Tarkovskij, questo film risulta una piccola perla del cinema sovietico ed é ancora oggi straordinariamente valido e attuale. A mio parere merita di esser visto almeno una volta anche dai non appassionati del genere fantascienza.
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video-r
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sabato 25 gennaio 2014
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gli abissi della mente
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Sarebbe riduttivo parlare di Solaris come di un semplice film di fantascienza: la narrazione, infatti, più che verso un futuro avveniristico è introiettata nella sfera del ricordo, nel tentativo di favorire un approccio con un passato quanto mai problematico.
Lo psicologo Kris Kelvin, in procinto di imbarcarsi per una missione interstellare, viene visitato nella sua casa di campagna dal pilota Henri Berton; quest'ultimo è da poco rientrato da Solaris, il pianeta interamente coperto dall'oceano che Kelvin si appresta a visitare, dove è stato testimone di fenomeni di difficile interpretazione. Sembra infatti che l'atmosfera del luogo sia in grado di dare forma ai pensieri di chi vi accede, trasformando così la stazione spaziale in un ricettacolo di allucinazioni corporee; degli ottantanove scienziati iniziali solo tre hanno accettato di proseguire il loro incarico e uno di questi, Gibarian, si è infine suicidato, vittima di questa lucida schizofrenia.
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Sarebbe riduttivo parlare di Solaris come di un semplice film di fantascienza: la narrazione, infatti, più che verso un futuro avveniristico è introiettata nella sfera del ricordo, nel tentativo di favorire un approccio con un passato quanto mai problematico.
Lo psicologo Kris Kelvin, in procinto di imbarcarsi per una missione interstellare, viene visitato nella sua casa di campagna dal pilota Henri Berton; quest'ultimo è da poco rientrato da Solaris, il pianeta interamente coperto dall'oceano che Kelvin si appresta a visitare, dove è stato testimone di fenomeni di difficile interpretazione. Sembra infatti che l'atmosfera del luogo sia in grado di dare forma ai pensieri di chi vi accede, trasformando così la stazione spaziale in un ricettacolo di allucinazioni corporee; degli ottantanove scienziati iniziali solo tre hanno accettato di proseguire il loro incarico e uno di questi, Gibarian, si è infine suicidato, vittima di questa lucida schizofrenia. Snaut e Sartorius, gli unici due colleghi rimasti, accolgono quindi Kelvin nella loro base e lo mettono subito in guardia dai pericoli che vi si insidiano: non passerà infatti molto tempo prima che allo psicologo si presenti il ricordo tangibile di Hari, la donna che per lui si era tolta la vita dieci anni prima. I tentativi di eliminarla si rivelano inutili poiché queste presenze, apparse in seguito al bombardamento dell'oceano di Solaris, sono destinate a rigenerarsi e non possono essere distrutte se non tramite l'annichilatore, strumento creato appositamente da Sartorius; sarà Hari stessa, ormai diventata pienamente consapevole della sua natura, a scegliere questa fine e sacrificarsi per amore di Kelvin. Questi, una volta tornato sulla Terra, scoprirà però di non essersi lasciato alle spalle le sue ossessioni: l'oceano di Solaris dilaga nella sua stessa casa e il regista, attraverso un dolly vertiginoso, ci mostra l'abitazione di Kelvin che rimpicciolisce ed entra a far parte di quell'immenso mare, in una sequenza che si ricollega direttamente a quella iniziale.
Tarkovskij si appropria del genere fantascientifico per realizzare un'opera cerebrale e allo stesso tempo poetica; appare infatti chiaro che Solaris, a dispetto del suo nome, rappresenta la parte più oscura della psiche umana. Attraverso le parole di Cervantes, il regista ribalta il motto di Goya che vuole che sia il sonno della ragione a generare mostri: qui è una febbrile ansia di conoscenza a farli apparire e il sonno, o la morte, rappresentano l'unico modo per sottrarsi al loro potere. Cercare di sondare i nostri pensieri diventa quindi inutile, se non addirittura dannoso, e a forza di guardare l'abisso si finisce per venirne risucchiati, come avviene ad Hari davanti a un ipnotico quadro di Bruegel. Meglio sarebbe arginare la nostra sete conoscitiva e la lezione di Tarkovskij risulta ancora più audace se la si colloca nel contesto in cui è nata: l'Unione Sovietica in piena guerra fredda. Solaris, pur essendo un'opera all'avanguardia, è un film che cerca nella poesia un riparo dagli eccessi della tecnica e lo fa tramite una sensibilità da cui attingeranno molti dei più grandi registi delle successive generazioni, il Lars von Trier di “Melancholia” sopra tutti.
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kronos
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mercoledì 25 luglio 2012
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la risposta sovietica a kubrick?
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All'epoca fu propagandato come "la risposta sovietica a 2001 odissea nello spazio", anche se in comune alla pietra miliare kubrickiana ha solo una caratteristica: la fantascienza intesa come territorio in cui esplorare dimensioni arcane e metafisiche, piuttosto che giocattolo ad alto costo per l'intrattenimento popolare.
Ma se al centro di 2001 troneggiavano i misteri dell'universo, in Solaris l'attenzione di Tarkovsky si concentra sugli esseri umani, i labirinti della memoria e dell'anima.
Di questa dimensione "intima" Stanislaw Lem si è sempre lamentato, ritenendo che il regista avesse tradito lo spirito del romanzo, dominato dai misteri fisici del pianeta-oceano.
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All'epoca fu propagandato come "la risposta sovietica a 2001 odissea nello spazio", anche se in comune alla pietra miliare kubrickiana ha solo una caratteristica: la fantascienza intesa come territorio in cui esplorare dimensioni arcane e metafisiche, piuttosto che giocattolo ad alto costo per l'intrattenimento popolare.
Ma se al centro di 2001 troneggiavano i misteri dell'universo, in Solaris l'attenzione di Tarkovsky si concentra sugli esseri umani, i labirinti della memoria e dell'anima.
Di questa dimensione "intima" Stanislaw Lem si è sempre lamentato, ritenendo che il regista avesse tradito lo spirito del romanzo, dominato dai misteri fisici del pianeta-oceano.
Ma non sta scritto da nessuna parte che cinema e letteratura debbano seguire gli stessi percorsi: il maestro russo ha distillato in quest'opera la sua poetica più pura, regalandoci, nonostante alcune lungaggini, un film magico, rarefatto e visionario.
Tuttavia, è necessario vedere Solaris nella versione integrale (e in lingua originale sottotitolata) disponibile solo in Home Video: le copie del film che sono circolate in Italia fino a pochi anni fa deturpavano oltre l'immaginabile il lavoro di Tarkovsky, tagliando 40 minuti (!) di scene (in special modo la tranche iniziale, d'ambientazione terrestre), e doppiando/storpiando risibilmente le voci e i dialoghi originali.
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jimi caos
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mercoledì 21 settembre 2011
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intenso e imperdibile
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Uno dei miei film preferiti in assoluto; personalmente è meglio del cervelloticissimo libro di Lem, al quale si deve però la geniale idea da cui il film trae ispirazione.
L'avvertimento è d'obbligo: si può apprezzare solo se si è davvero predisposti a vederlo perchè non è una pellicola pesante, ma senz'altro impegnativa ed evidentemente lunga in termini di tempo.
Mi limito a poche osservazioni, perchè si è già scritto e riscritto ampiamente. Splendido il piano sequenza girato nei sobborghi della città, dove vengono percorse strade, gallerie, sottopassaggi e ponti in costante e ineluttabile movimento.
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Uno dei miei film preferiti in assoluto; personalmente è meglio del cervelloticissimo libro di Lem, al quale si deve però la geniale idea da cui il film trae ispirazione.
L'avvertimento è d'obbligo: si può apprezzare solo se si è davvero predisposti a vederlo perchè non è una pellicola pesante, ma senz'altro impegnativa ed evidentemente lunga in termini di tempo.
Mi limito a poche osservazioni, perchè si è già scritto e riscritto ampiamente. Splendido il piano sequenza girato nei sobborghi della città, dove vengono percorse strade, gallerie, sottopassaggi e ponti in costante e ineluttabile movimento. Atmosfere da paura.
Scandalosa la versione italiana, dove sono stati tagliati circa 40 minuti iniziali, senza i quali si è in presenza di un altro film. E' imperdonabile, oltre che demenziale, aver eliminato completamente una parte della storia, che di per sè è costituita da due fasi: una sulla Terra (che nell'edizione italiana misteriosamente sparisce) e l'altra a bordo della stazione spaziale.
Morandini osserva che l'autore teneva molto alla prima parte, e ci credo! Quanta imbecillità per questioni di botteghino.
Ora che mi sono messo in pace con il doveroso sfogo di cui sopra, resta solo una cosa da aggiungere: affrettatevi a vederlo!
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weach
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domenica 3 aprile 2011
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in viaggio fra scienza e coscienza sofferto
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Solaris di Tarkovskij è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di fantascienza dello scrittore polacco Stanislaw Lem.
Lem , con una fantascienza fortemente filosofica, ha generato con la sua opera di non facile lettura ,ampio dibattito fra gli estimatori della fantascienze, lasciando a questo mondo un patrimonio di domande e di tracce ancora non completamente decriptate .
Da queste premesse si comprende come l’opera di Lem si stata perfetta musa ispiriatice per un intenso ed altrettanto filosofico regista quale è stato l’immenso Andrei Tarkovskij
Oggi la lettura di Lem fatta da Tarkovskij , restando fedele , diviene cassa di risonanza di miti, sogni ,idee, ipotesi suggestive.
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Solaris di Tarkovskij è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di fantascienza dello scrittore polacco Stanislaw Lem.
Lem , con una fantascienza fortemente filosofica, ha generato con la sua opera di non facile lettura ,ampio dibattito fra gli estimatori della fantascienze, lasciando a questo mondo un patrimonio di domande e di tracce ancora non completamente decriptate .
Da queste premesse si comprende come l’opera di Lem si stata perfetta musa ispiriatice per un intenso ed altrettanto filosofico regista quale è stato l’immenso Andrei Tarkovskij
Oggi la lettura di Lem fatta da Tarkovskij , restando fedele , diviene cassa di risonanza di miti, sogni ,idee, ipotesi suggestive.
Case èil Solaris di Andrei Tarkovskij?
Un contatto con un entità aliena , totalizzante ,onirico, destabilizzante ‘?
Oppure un viaggio nell ‘essenza del paradosso quantistico dove la realtà esisteste solo in quanto c’è un pensiero che la osserva ?
Cosa rappresenta questo oceano “plasmatico” di Solaris ?
Forse solo un luogo utopico dove le idee prendono corpo e, condensandosi , divengono materia?
E’ il punto da cui l’atto dell’intelletto inizia ad espandersi creando le forme e quindi noi?
Oppure altro.?,
Solaris ha profondità potente , è denso di riflessioni che attingono forza dal suo lento esplicarsi, dai silenzi profondi da una solitudine “che parla a se stessa “.
Solaris è una” fermata”non per la fisicità dell’uomo ma è di pertinenza della coscienza , del se profondo, che cerca un sua intima esplorazione;Solaris è un atto di fede mistico, quasi un miracolo che non si conquista su di un piano razionale ma con un atto di speranza quasi biblico;Kelvin è l’archetipo della forma che si osserva ed,in un confronto serrato ,si ritrova “nuovo” ,inesplorato ,da ridefinire.
Mentre Solaris si espande ,prende corpo una dimensione non temporale nei meandri di un pensiero che tutto può costruire e negare.
Torno sempre a dire che vedo delle similitudini fra Tarkovskij e Kubrick: entrambi traggono la loro forza nel lento divenire dell’azione scenica, nei silenzi, nelle riflessioni silenziose.
Le apparizioni di Solaris a mio modo di vedere sono l’altra parte inesplorata di un io sconosciuto ,misterioso, sognato , onirico, magico, ma che sicuramente può esistere.
Sentimenti, pensieri , sofferenze viaggiano in profondità generando una nuova possibilità in quell’oceano di creazione che è Solaris
Si può restare indifferenti di fronte a questo intenso impegno cinematografico?Assolutamente no ; è un ‘opportunità da non perdere per tentare noi stessi una nostra interpretazione.
Grazie
Weach illuminati
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vatican97
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venerdì 25 febbraio 2011
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capolavoro
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Il film si riassume nella parola CAPOLAVORO! Uno spettacolo, un film penetrante e davvero bellissimo, anche per la sua conclusione.
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carlo's dè
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venerdì 18 febbraio 2011
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solaris : è quasi capolavoro..
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Film psico-fantascientifico tratto dal romanzo di Stanislaw Lem e messo su pellicola dal grande regista russo Tarkovskji.
Trama forse essenziale: Dalla stazione russa in orbita attorno al pianeta Solaris accadono cose inspegabili ,ed è così che viene inviato in missione dalla terra l'astronauta psicologo Kris Kelvin.
Recatosi nell'astronave l'ambiente è surreale e le persone dell'equipaggio hanno strani comportamenti tendenti alla pazzia e al suicidio. Dopo poco l'astronauta Kris Kelvin capisce che il pianeta Solaris leggendo nell'inconscio umano ha la forza di materializzare persone oramai morte come la moglie suicida. L'astronauta lotta con se stesso per liberarsi della moglie che sà essere un "dupilicato" non umano ma identico in tutto e per tutto all'originale.
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Film psico-fantascientifico tratto dal romanzo di Stanislaw Lem e messo su pellicola dal grande regista russo Tarkovskji.
Trama forse essenziale: Dalla stazione russa in orbita attorno al pianeta Solaris accadono cose inspegabili ,ed è così che viene inviato in missione dalla terra l'astronauta psicologo Kris Kelvin.
Recatosi nell'astronave l'ambiente è surreale e le persone dell'equipaggio hanno strani comportamenti tendenti alla pazzia e al suicidio. Dopo poco l'astronauta Kris Kelvin capisce che il pianeta Solaris leggendo nell'inconscio umano ha la forza di materializzare persone oramai morte come la moglie suicida. L'astronauta lotta con se stesso per liberarsi della moglie che sà essere un "dupilicato" non umano ma identico in tutto e per tutto all'originale....e ci riuscirà ( meglio guardarsi il film..)
Il film praticamente è un "mattone" volutamente pieno di tempi morti e di scene surreali non facimente comprensibili ma forse non poteva che essere girato così è spesso bollato come una noia mortale ma rimane un capolavoro ha tratti un bagno di surrealismo. Fotografia eccezionale. Film mistico!?.
(Solaris era la risposta russa a "2001 odissea nello spazio" ma x quanto possa esser fatto bene Kubrick era 1000 anni avanti).
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paride86
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venerdì 18 giugno 2010
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sicuramente interessante ma noioso
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Complesso e cerebrale film di Andrei Tarkovskij, mutilato e snaturato nella versione italiana.
La storia è quella di uno psicologo che arriva su una stazione presso il pianeta Solaris, dove accadono strani fenomeni parapsicologici.
Sicuramente si tratta di un film interessante e di ampio respiro che mostra il talento narrativo e intellettuale di un grande regista, ma devo ammettere che il sentimento prevalente durante la visione è stato il tedio.
Per quanto riguarda il paragone con "2001: Odissea nello Spazio", al di là dei contenuti, bisogna ammettere che il film di Kubrick, al contrario di questo, non è invecchiato di una virgola in tutti questi anni - e ne sono passati parecchi!
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g. romagna
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lunedì 22 febbraio 2010
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solaris
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Kris raggiunge la stazione spaziale Solaris, ove trova solo due colleghi, Snaut e Sartorius, giacchè il terzo si è suicidato dopo aver lasciato al nuovo arrivato un messaggio video in cui lo avverte di alcuni strani fenomeni che si stanno verificando a bordo. Anche il comportamento degli altri due uomini è profondamente sospetto. Ad un tratto, si rimaterializza la moglie di Kris, morta molti anni prima. Snaut gli spiega che ciò è dovuto ad anomale radiazioni, frutto di un precedente esperimento, in grado di riportare in essere esperienze oniriche sotto forma di conglomerati di neutrini. Kris e la moglie vivono con turbamento questo nuovo mettersi in contatto, ma anche il sentimento non può che riaffiorare.
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Kris raggiunge la stazione spaziale Solaris, ove trova solo due colleghi, Snaut e Sartorius, giacchè il terzo si è suicidato dopo aver lasciato al nuovo arrivato un messaggio video in cui lo avverte di alcuni strani fenomeni che si stanno verificando a bordo. Anche il comportamento degli altri due uomini è profondamente sospetto. Ad un tratto, si rimaterializza la moglie di Kris, morta molti anni prima. Snaut gli spiega che ciò è dovuto ad anomale radiazioni, frutto di un precedente esperimento, in grado di riportare in essere esperienze oniriche sotto forma di conglomerati di neutrini. Kris e la moglie vivono con turbamento questo nuovo mettersi in contatto, ma anche il sentimento non può che riaffiorare. Peccato che il dottor Sartorius consideri la donna niente più che una "cosa" frutto di esperimenti scientifici e, pertanto, non degna di essere trattata alla stregua di un essere umano... Sceneggiature accuratissime, immagini di grande impatto e lirismo profondo fanno di Solaris un film di notevole qualità, che fluttua tra fasi in cui è la parola a ricoprire un ruolo prevalente, alla Rohmer, ad altre in cui è una forte suggestione illustrativa a dominare. La vicenda fantascientifica esplora il tema della nostalgia, dell'amore, della morte e dell'inevitabile incapacità della scienza di dare risoluzione agli ultimi perchè dell'esistenza, e lo fa in maniera audace ma non pretenziosa, districandosi egregiamente in quel mare magnum di sviluppi che analisi del genere possono far maturare, con il serio rischio di far scadere nella retorica più spicciola qualunque buon proposito. Certo, fatte le debite distanze con l'immortale capolavoro assoluto kubrickiano, Solaris è un film che può essere a buon diritto annoverato, assieme, appunto, a 2001 Odissea nello Spazio e a titoli quali Blade Runner, nella cerchia delle perle del genere fantascientifico.
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[+] p.s.
(di g. romagna)
[ - ] p.s.
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