eugen
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lunedì 17 luglio 2023
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espressione di un''epoca
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"The Graduate"(MIke Nichiols, scritto da Calder Willingham e Buck Henry, da un romanzo di Charles Webbe, 1967(e'un culut movie e lo e'pour cause, in quanto esrpime una (all'epoca)nuova fomra di comunicazione, una nuova mentalita', che vuol far sparire"La vecchia merda"(die alte Scheisse, the old shit, espresisone di Karl Marx)di una societa0'e quindi dei rapporti sociali e umani in essa vigenti.Cos' non e'casuale che l'universita'dove studiano entrambi gli innamorati sia Berkeley, l'unuivesita'"(non"Ateneo", vecchia deonmiazione baronale a quasi feduale...)da cui e'partitto, in buona sostanza, IL Sessantottto, anche ben pria che in EUropa, anche prima che a Parigi.
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"The Graduate"(MIke Nichiols, scritto da Calder Willingham e Buck Henry, da un romanzo di Charles Webbe, 1967(e'un culut movie e lo e'pour cause, in quanto esrpime una (all'epoca)nuova fomra di comunicazione, una nuova mentalita', che vuol far sparire"La vecchia merda"(die alte Scheisse, the old shit, espresisone di Karl Marx)di una societa0'e quindi dei rapporti sociali e umani in essa vigenti.Cos' non e'casuale che l'universita'dove studiano entrambi gli innamorati sia Berkeley, l'unuivesita'"(non"Ateneo", vecchia deonmiazione baronale a quasi feduale...)da cui e'partitto, in buona sostanza, IL Sessantottto, anche ben pria che in EUropa, anche prima che a Parigi. Ma non e'casuale neppure la niuova maniera di concepire i rapporti amorosi e sessuali, di quell'epoca, versus il bigottismo tradizionalista(la scena dell'urlo in chiesa, con tanto di sconcerto.spavento.orrore dei tanti bigotti di turno), dove il sesso"consumato"della vecchia generazione(imperosnata dall'avida ANne Bancroft, in un top inteprretativo)veine espressamente messo alla berlina e ricidolizzato, dove invvece la coppia formata da Dustin Hoffmann e Katharine Ross rapppresenta straordinariamente"il nuvo che avanza". Forse piu'di un filmn come"Easy Rider", che e'film di un "microgruppo", pur se numericamente consistnte, gli hiippies(film , tra l'altro, posteriore), "The Graduate"e'veramente specchio di un'epoca, quasi un affresco"epico"(pardasoassalmente, dato che si esprime attraverso l'elemento sommamente"lirico", che e'l'amore,. Le musiche di Simon e Garfunkel esprimono in modo perfetto senssazioni e sentimenti di quell'epoca, dove"Mr.Robinson"e', volendo, proprio il contrpapunto ironico rispetto a"THe Sound of Silence". tempi in cui film e musica si fondevanao arricchendosi in una sintesi perfetta. Eugen
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maxs.
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martedì 11 luglio 2023
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orribile
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.... a partire dalla faccia del laureato ventenne che dimostra il doppio degli anni. Storia.lentissima, priva di appeal, adatta a un pubblico radical chic amante del peggiore Woody Allen. Immeritatissimo premio Oscar, ma siamo abituati...
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alejazz
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giovedì 14 marzo 2019
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un film di formazione per un giovane laureato
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Benjamin (Dustin Hoffman), per gli amici Ben, è un ragazzo ventunenne fresco laureato a pieni voti che rientra a casa per festeggiar l’ambito traguardo con la famiglia e amici di famiglia. Sulla carta ha tutto per essere contento e soddisfatto: laurea ottenuta, una bella cabriolet rossa e tutta l’attenzione dei genitori. Quest’ultimi però considerano ancora Ben come un ragazzino costringendolo a fare cose imbarazzanti (l’immersione in piscina travestito da palombaro).
Ben, quindi, sebbene maggiorenne e laureato ha ancora un carattere da maturare; e ciò si evince dalla sua perenne insicurezza ed eccessiva reverenza.
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Benjamin (Dustin Hoffman), per gli amici Ben, è un ragazzo ventunenne fresco laureato a pieni voti che rientra a casa per festeggiar l’ambito traguardo con la famiglia e amici di famiglia. Sulla carta ha tutto per essere contento e soddisfatto: laurea ottenuta, una bella cabriolet rossa e tutta l’attenzione dei genitori. Quest’ultimi però considerano ancora Ben come un ragazzino costringendolo a fare cose imbarazzanti (l’immersione in piscina travestito da palombaro).
Ben, quindi, sebbene maggiorenne e laureato ha ancora un carattere da maturare; e ciò si evince dalla sua perenne insicurezza ed eccessiva reverenza. Ma le continue provocazioni avanzate dalla sig.ra Robinson (amica di famiglia) gli consentono di fare un passo in avanti nella sua vita: acquisire più sicurezza e contentezza per quello che ha.
Il film, da una trama semplice da seguire, può essere classificato come genere di formazione: infatti, si assiste ad una maturazione del personaggio protagonista.
Benjamin, interpretato da un giovanissimo Dustin Hoffman, rappresenta il classico bravo ragazzo, figlio di genitori benestanti e sa essere anche ironico.
Riguardo la fotografia ne “Il laureato” si può dire che sia discreta. Interessante il fil rouge dei primi piani di Benjamin che accompagnano i momenti salienti del film e da cui si evince la titubanza di Ben dalle sue espressioni facciali.
Consigliato: sì a pubblico +16
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dandy
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mercoledì 18 aprile 2018
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hello mrs.robinson.
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Tra i film-manifesto della "new Hollywood",grido di ribellione di una gioventù oppressa e soggiogata da una gerarchia soffocante e caratterizzata da un perbenismo tanto esasperante quanto ipocrita.Forse oggi può apparire un pò schematico nello svolgimento,ma ha saputo cogliere alla perfezione lo spirito di ribellione giovanile all'epoca in fermento,nonchè la critica in modo diretto e spietato alle convenzioni considerate intoccabili(la famiglia,il matrimonio,la fedeltà cogniugale).Entrate nel mito la scena della gamba della Bancroft in primo piano(dopo quasi mezzo secolo si è scoperto che quella dell'altrettanto storico manifesto appartiene a Linda Gray,ai tempi modella poi futura Sue in "Dallas")e il sabotaggio del matrionio nel finale.
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Tra i film-manifesto della "new Hollywood",grido di ribellione di una gioventù oppressa e soggiogata da una gerarchia soffocante e caratterizzata da un perbenismo tanto esasperante quanto ipocrita.Forse oggi può apparire un pò schematico nello svolgimento,ma ha saputo cogliere alla perfezione lo spirito di ribellione giovanile all'epoca in fermento,nonchè la critica in modo diretto e spietato alle convenzioni considerate intoccabili(la famiglia,il matrimonio,la fedeltà cogniugale).Entrate nel mito la scena della gamba della Bancroft in primo piano(dopo quasi mezzo secolo si è scoperto che quella dell'altrettanto storico manifesto appartiene a Linda Gray,ai tempi modella poi futura Sue in "Dallas")e il sabotaggio del matrionio nel finale.Oscar come miglior regista.Indimenticabile colonna sonora di Simon e Gurfunkel,in cui spicca "The Sound of Silence".Hoffman,già dal suo debutto,da prova di immenso talento,e si conferma uno dei migliori attori della sua generazione.Apparizione lampo per il 20enne Richard Dreyfuss,anch'egli debuttante,nel pensionato a Berkeley.Buch Henry è un portiere d'albergo.
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fabio57
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giovedì 17 settembre 2015
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manifesto di una generazione
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Un Grande Dustin Hoffmann, che venne lanciato proprio da questo film, in una interoretazione memorabile è il marchio di fabbrica di questa commedia.Oggi, in periodo di "milf "e "toy-boy" il tema sembra anacronistico.L'attrazione sessuale di una donna matura per un giovane, è stata sdoganata dagli ultimi avvenimenti.Tuttavia all'epoca dell'uscita del film,la storia sembrò veramente trasgressiva.La società ipocrita e perbenista, che veniva messa alla berlina in quest'opera,esiste ancora purtroppo,ma certamente è cambiato il clima e i relativi costumi sessuali si sono modificati,per scandalizzare oggi ci vuole ben altro.
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Un Grande Dustin Hoffmann, che venne lanciato proprio da questo film, in una interoretazione memorabile è il marchio di fabbrica di questa commedia.Oggi, in periodo di "milf "e "toy-boy" il tema sembra anacronistico.L'attrazione sessuale di una donna matura per un giovane, è stata sdoganata dagli ultimi avvenimenti.Tuttavia all'epoca dell'uscita del film,la storia sembrò veramente trasgressiva.La società ipocrita e perbenista, che veniva messa alla berlina in quest'opera,esiste ancora purtroppo,ma certamente è cambiato il clima e i relativi costumi sessuali si sono modificati,per scandalizzare oggi ci vuole ben altro.
Il film comunque è bello,con un finale commovente.
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fagottiamo97
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martedì 21 luglio 2015
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un film che riflette l' inquietudine di una genera
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Il film che ha lanciato la carriera di uno straordinario dustin hoffman nei panni di un giovane laureato che non sa che fare della sua vita.
Con una colonna sonora tra le migliori della storia del cinema (composta da celebri canzoni dei Simon e Garfunkel)il film esprime la critica alla borghesia americana e l'indecisione che spesso appare nei giovani che non san che fare della propria vita.
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gabrigilli1997
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mercoledì 1 luglio 2015
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un amore quasi impossibile
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Le medie di Mymovies, prima che io vedessi questo film, mi scoraggiavano: appena 3,6. Però, insistevano che io lo guardassi, perchè mi sarebbe piaciuto. Alla prima vista, questo film iniziava veramente da dio, con una colonna sonora indimenticabile,che poi sarebbe entrata nelle classifiche usa. Mi sono state sparate subito delle immagini devastanti e indelebili, a volte comiche. Immensa l'interpretazione di Dustin Hoffman, che, nonostante fosse un esordiente, è riuscito grandiosamente ad imporsi, senza grandi problemi. La trama è meravigliosa e parla di questo amore impossibile, tra questo neo laureato, Benjamin, detto Ben, e Elaine, figlia dei vicini di casa, i Robinson, che non riesco ad accettare la relazione tra i due.
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Le medie di Mymovies, prima che io vedessi questo film, mi scoraggiavano: appena 3,6. Però, insistevano che io lo guardassi, perchè mi sarebbe piaciuto. Alla prima vista, questo film iniziava veramente da dio, con una colonna sonora indimenticabile,che poi sarebbe entrata nelle classifiche usa. Mi sono state sparate subito delle immagini devastanti e indelebili, a volte comiche. Immensa l'interpretazione di Dustin Hoffman, che, nonostante fosse un esordiente, è riuscito grandiosamente ad imporsi, senza grandi problemi. La trama è meravigliosa e parla di questo amore impossibile, tra questo neo laureato, Benjamin, detto Ben, e Elaine, figlia dei vicini di casa, i Robinson, che non riesco ad accettare la relazione tra i due. Nel momento in cui Elaine sta per celebrare l'inevitabile matrimonio, arriva Ben, che picchiando contro il vetro della chiesa, urla a scuarciagola "Elaineeee", convincendola in extremis a fuggire con lui, che dire...VIVA L'AMORE
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domenico rizzi
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lunedì 27 aprile 2015
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un amore che vince le convenzioni
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Film culto, dal romanzo “The Graduate” di Charles Webb, che conserva intatto il suo fascino a distanza di quasi mezzo secolo, riportandoci al miglior cinema degli Anni Sessanta, quando certe tematiche trasgressive erano state affrontate soltanto in pellicole come “Peyton Place” e “Lolita”, suscitando commenti e polemiche prevenuti e non sempre costruttivi. La società americana è guardata da Mike Nichols – Oscar, Golden Globe e Premio BAFTA per la regia – con estremo realismo, lo stesso che Peter Bogdanovich svilupperà nel suo celeberrimo “L’ultimo spettacolo”: giovani che si affacciano impauriti al mondo degli adulti, uomini risucchiati nel vortice degli affari e donne frustrate alle quali non basta più l’alcool per colmare il proprio vuoto interiore.
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Film culto, dal romanzo “The Graduate” di Charles Webb, che conserva intatto il suo fascino a distanza di quasi mezzo secolo, riportandoci al miglior cinema degli Anni Sessanta, quando certe tematiche trasgressive erano state affrontate soltanto in pellicole come “Peyton Place” e “Lolita”, suscitando commenti e polemiche prevenuti e non sempre costruttivi. La società americana è guardata da Mike Nichols – Oscar, Golden Globe e Premio BAFTA per la regia – con estremo realismo, lo stesso che Peter Bogdanovich svilupperà nel suo celeberrimo “L’ultimo spettacolo”: giovani che si affacciano impauriti al mondo degli adulti, uomini risucchiati nel vortice degli affari e donne frustrate alle quali non basta più l’alcool per colmare il proprio vuoto interiore. Gli argomenti de “Il laureato” sono tutti qui, ma formano una trama monolitica che influenzerà parecchio il cinema degli anni successivi. La trasgressione della signora Robinson (Anne Bancroft) a cui si ispira uno dei migliori motivi conduttori del film eseguito da Simon & Garfunkel – una donna sposata ultra quarantenne che si offre come amante in una stanza d’albergo al giovane Benjamin (Dustin Hoffman) proibendogli di frequentare, per ovvi motivi, la figlia Elaine (Katharine Ross) – è il perno della scabrosa vicenda, che finisce per inquinare il tenero rapporto nato fra i due giovani. Dopo i durissimi contrasti e le minacce di strascichi giudiziari, il fiore dell’amore emergerà dal fango della palude, mandando a monte un matrimonio di convenienza fra lo sconcerto dei genitori di Elaine e di tutti gli invitati. Una tematica sessantottina ante litteram, cara a tutti coloro che intendevano infrangere convenzioni consolidate e spazzare via il vecchiume del conformismo con la libertà di vivere i propri sentimenti in una società dominata da un puritanesimo oppressivo e di facciata. Grande interpretazione di Hoffman, il timido neo laureato nei panni di un impacciato gigolò, della tenera Katharine Ross e soprattutto della bravissima Bancroft che recita la parte di una donna trascurata dal marito, alla disperata ricerca di emozioni forti che restituiscano vitalità alla sua scialba esistenza. Un po’ avara la critica, che sintetizza ben 7 nomination in un solo Oscar, sminuendo i meriti di un grande film, per fortuna entusiasticamente premiato dal pubblico con 105 milioni di dollari incassati a fronte di un modesto investimento di 3. Merito anche, si è detto, della bellissima colonna sonora del due Simon & Garfunkel, anch’essi un mito di un’epoca elettrizzante e di un’America che stava cambiando.
Domenico Rizzi, scrittore
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great steven
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sabato 25 aprile 2015
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sopravvalutato, ma anche testimone di un'epoca.
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IL LAUREATO (USA, 1967) diretto da MIKE NICHOLS. Interpretato da DUSTIN HOFFMAN, ANNE BANCROFT, KATHARINE ROSS, WILLIAM DANIELS, ELIZABETH WILSON, MURRAY HAMILTON
Buck Henry e Calder Willingham hanno tratto da un romanzo di Charles Webb quello che è definito un film di culto per la generazione giovanile degli ultimi anni 1960, per almeno tre ragioni: l’innovativo uso della musica pop (Simon & Garfunkel, cantanti della celeberrima colonna sonora), la disinibita tematica sessuale e la bravura degli interpreti, fra cui Hoffman nella prima parte cinematografica importante della sua carriera. Benjamin Braddock, neolaureato californiano in crisi d’identità che non ha esperienza dei fatti rilevanti della vita, diventa (spinto prepotentemente da lei) l’amante di Mrs.
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IL LAUREATO (USA, 1967) diretto da MIKE NICHOLS. Interpretato da DUSTIN HOFFMAN, ANNE BANCROFT, KATHARINE ROSS, WILLIAM DANIELS, ELIZABETH WILSON, MURRAY HAMILTON
Buck Henry e Calder Willingham hanno tratto da un romanzo di Charles Webb quello che è definito un film di culto per la generazione giovanile degli ultimi anni 1960, per almeno tre ragioni: l’innovativo uso della musica pop (Simon & Garfunkel, cantanti della celeberrima colonna sonora), la disinibita tematica sessuale e la bravura degli interpreti, fra cui Hoffman nella prima parte cinematografica importante della sua carriera. Benjamin Braddock, neolaureato californiano in crisi d’identità che non ha esperienza dei fatti rilevanti della vita, diventa (spinto prepotentemente da lei) l’amante di Mrs. Robinson, una ricca, viziata e nevrotica signora amica della sua famiglia, ma le cose si complicano quando poi s’innamora di sua figlia, e la difficoltà sta nell’aver giurato alla donna di esserle fedele e di non dedicare le proprie attenzioni a nessun altra partner. Credo che The Graduate sia uno dei film più sopravvalutati che siano mai usciti dalla fucina hollywoodiana dell’epoca: oggi risulta alquanto datato, benché non gli si possa negare di essere un elemento prezioso per comprendere quale aria tirava in un tempo di giganteschi cambiamenti sociali. Tuttavia, il fatto di essere avvolto da una continua e infastidente atmosfera ovattata lo rende un film ripetitivo fino alla noia, e privo di un reale colpo di scena capace di ribaltarne la monotonia imperante. Anche l’antipatia inconsapevole che insorge negli spettatori nei confronti del personaggio del giovane laureato è un altro fattore che lo discredita agli occhi di chi predilige gli eroi cinematografici nel senso più classico dell’accezione: se da un lato non si può confutare che Hoffman abbia saputo dimostrare, con l’avanzare del tempo, la sua professionalità nell’interpretare la figura dell’antidivo (coadiuvato soprattutto dal suo aspetto fisico), dall’altro bisogna obbligatoriamente constatare che una figura così inetta e indecisa non può non suscitare un sentimento di disprezzo per il comportamento che attua e le scelte che fa. Un appunto va anche alle musiche della famosa coppia di compositori/cantanti: la Mrs. Robinson che si sente circa a metà proiezione è assolutamente di caratura inferiore rispetto a quella che poi verrà inserita, nel 1968, nell’album Bookends, in quanto eseguita con un pessimo arrangiamento e non in linea col tono enunciativo e dissacrante della pellicola. Nel reparto femminile, la Bancroft è piuttosto efficace nella raffigurazione di una donna matura alla ricerca di un appagamento affettivo e sessuale che non trova in famiglia, mentre K. Ross, seppur un passo indietro rispetto a lei, ritrae con sentimento e delicatezza il quadro di una ragazza sincera e affezionata. Probabilmente l’aspetto più positivo e lodevole dell’opera è la regia di M. Nichols, non a caso premiato con l’Oscar: la sua direzione degli attori e dei contributi tecnici gli fa onore per la sobrietà della messinscena, l’esemplare lezione di profondo umanesimo e il respingimento di ogni sorta di formalismo illustrativo. In conclusione, abbiamo a che fare con un film che poteva essere girato meglio migliorando sostanzialmente due fattori: la scelta di un protagonista meno indecoroso e più combattivo e la modifica di un involucro esterno il cui respiro risulta troppo cullante e manierato. In ogni caso, ha riscosso un enorme successo di pubblico e ha aperto a Dustin una strada spianata verso un percorso artistico davvero emozionante e ricco di soddisfazioni.
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il befe
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domenica 1 marzo 2015
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capolavoro
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