nico di roma
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domenica 12 agosto 2007
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un calcio ai valori di facciata.
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Benjamin è un giovane appena laureato che ha sempre vissuto sotto le protettive ali genitoriali, le regole del bravo ragazzo ed il timore di non deludere mamma e papà. Ma la affascinante signora Robinson, molto più grande di lui, sposata e con una figlia, lo porta senza tanti fronzoli nel mondo dei grandi, e Benjamin impara presto. Film apparentemente semplice nella storia che racconta ma che mette in risalto, e benissimo, la fragilità di certa società americana, fortemente basata su valori di facciata in cui le stesse vittime ( come in effetti è la signora Robinson )difendono strenuamente per conservare una pseudo reputazione, arrivando a lanciare ingiurie pesantissime verso il ragazzo, che invece altro non fa che lottare per avere la ragazza di cui si è innamorato, la figlia della signora Robinson.
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Benjamin è un giovane appena laureato che ha sempre vissuto sotto le protettive ali genitoriali, le regole del bravo ragazzo ed il timore di non deludere mamma e papà. Ma la affascinante signora Robinson, molto più grande di lui, sposata e con una figlia, lo porta senza tanti fronzoli nel mondo dei grandi, e Benjamin impara presto. Film apparentemente semplice nella storia che racconta ma che mette in risalto, e benissimo, la fragilità di certa società americana, fortemente basata su valori di facciata in cui le stesse vittime ( come in effetti è la signora Robinson )difendono strenuamente per conservare una pseudo reputazione, arrivando a lanciare ingiurie pesantissime verso il ragazzo, che invece altro non fa che lottare per avere la ragazza di cui si è innamorato, la figlia della signora Robinson. Il finale sembra voler soddisfare lo spettatore, ma non poteva essere altrimenti. Film cult che entra assolutamente di diritto nella storia del cinema per varie scene, una fra tutte le gambe della Bancroft (nome di battesimo Anna Maria Luisa Italiano) mentre si sfila le calze, e per le immortali canzoni di Simon & Garfunkel: Mrs Robinson e The sound of Silence.
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(di alice)
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nicolò
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sabato 2 giugno 2007
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il film cult degli anni '60
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Appena conclusi gli studi all’università, il rampollo di buona famiglia Benjamin Braddock (Dustin Hoffman) vive una relazione sentimentale con un’anziana amica di famiglia, la signora Robinson (Anne Bancroft), ma s’innamora della figlia (Katharine Ross) che è appena rientrata da Berkley. Finale memorabile e copiatissimo. Un film di culto, e non soltanto per la straordinaria colonna sonora di Simon & Garfunkel: lanciò Hoffman, ancora agli esordi, nel firmamento di Hollywood e rilanciò, invece, la sempre affascinante Bancroft. All’uscita fece scalpore per gli argomenti trattati, spesso pruriginosi. Tratto da un romanzo di Charles Webb, sceneggiato da Buck Henry - che appare nella scena dell’albergo - e Calder Whillingham.
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Appena conclusi gli studi all’università, il rampollo di buona famiglia Benjamin Braddock (Dustin Hoffman) vive una relazione sentimentale con un’anziana amica di famiglia, la signora Robinson (Anne Bancroft), ma s’innamora della figlia (Katharine Ross) che è appena rientrata da Berkley. Finale memorabile e copiatissimo. Un film di culto, e non soltanto per la straordinaria colonna sonora di Simon & Garfunkel: lanciò Hoffman, ancora agli esordi, nel firmamento di Hollywood e rilanciò, invece, la sempre affascinante Bancroft. All’uscita fece scalpore per gli argomenti trattati, spesso pruriginosi. Tratto da un romanzo di Charles Webb, sceneggiato da Buck Henry - che appare nella scena dell’albergo - e Calder Whillingham. Oscar per la regia e nomination per miglior film, Hoffman, Bancroft, Ross, fotografia (Robert Surtees) e sceneggiatura.
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filippo catani
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giovedì 31 gennaio 2013
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un amore proibito
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Laureatosi a pieni voti e con un avvenire piuttosto assicurato vista anche la ricchezza della famiglia, un giovane laureato non riesce a vivere con spensieratezza l'ultima estate libera della sua vita. Il ragazzo finirà con il cadere in un intricato triangolo amoroso con la moglie e la figlia del socio d'affari del padre.
Giustamente considerato un film cult e che fece da trampolino di lancio per il grandissimo Dustin Hoffman, Il Laureato non è certo un film banale e anzi ci fa riflettere su diversi aspetti. Intanto vediamo il personaggio di Mrs Robinson ossia la classica borghese annoiata ormai dedita all'alcol e che resta insieme al marito solamente per poter continuare a godere del suo status sociale nonostante ormai da anni i due dormano in camere separate.
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Laureatosi a pieni voti e con un avvenire piuttosto assicurato vista anche la ricchezza della famiglia, un giovane laureato non riesce a vivere con spensieratezza l'ultima estate libera della sua vita. Il ragazzo finirà con il cadere in un intricato triangolo amoroso con la moglie e la figlia del socio d'affari del padre.
Giustamente considerato un film cult e che fece da trampolino di lancio per il grandissimo Dustin Hoffman, Il Laureato non è certo un film banale e anzi ci fa riflettere su diversi aspetti. Intanto vediamo il personaggio di Mrs Robinson ossia la classica borghese annoiata ormai dedita all'alcol e che resta insieme al marito solamente per poter continuare a godere del suo status sociale nonostante ormai da anni i due dormano in camere separate. Il giovane ragazzo si sente come oppresso dal futuro apparentemente spianato che gli si prospetta e va alla ricerca di emozioni o quantomeno alla ricerca di un senso della propria esistenza. E poi la giovane figlia di Mrs Robinson affascinata dal ragazzo ma allo stesso tempo schifata per quello che era successo con la madre ma segretamente attratta da lui. Davvero suggestivo anche il finale. A dare un tocco ora malinconico ora più allegro ci pensano i meravigliosi pezzi di Simon and Garfunkel che fanno da filo conduttore del film. Un film che ovviamente sconvolse i ben pensanti del tempo anche perchè era soprattutto a loro e alle loro ipocrisie che il film era rivolto.
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renato corriero
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venerdì 1 febbraio 2008
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un bel film cult
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Prodotto nel 1967 ma uscito nel 1968, anno della contestazione, il film fa capire come il rampollo di una ricca famiglia americana è stanco dei vecchi schemi e della mentalità dei genitori. Anche la sua ricca seduttrice lo fa perchè è annoiata e perchè sa di ottenere tutto ciò che vuole. Ma quando Ben si innamora della figlia, "apriti cielo"! All'inizio sembra una questione di gelosia ma poi si capisce che considera indegno per la figlia, uno che si è fatto facilmente sedurre da lei stessa che lo voleva quasi considerare un giocattolo personale.
Mentre il film scorre si nota che è visto completamente con gli occhi del protagonista; difficilmente si assiste a qualche dialogo tra persone in sua assenza! Bellissimo il finale: trionfo dell'amore e al diavolo tutte le mentalità!
Ovviamente ci
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Prodotto nel 1967 ma uscito nel 1968, anno della contestazione, il film fa capire come il rampollo di una ricca famiglia americana è stanco dei vecchi schemi e della mentalità dei genitori. Anche la sua ricca seduttrice lo fa perchè è annoiata e perchè sa di ottenere tutto ciò che vuole. Ma quando Ben si innamora della figlia, "apriti cielo"! All'inizio sembra una questione di gelosia ma poi si capisce che considera indegno per la figlia, uno che si è fatto facilmente sedurre da lei stessa che lo voleva quasi considerare un giocattolo personale.
Mentre il film scorre si nota che è visto completamente con gli occhi del protagonista; difficilmente si assiste a qualche dialogo tra persone in sua assenza! Bellissimo il finale: trionfo dell'amore e al diavolo tutte le mentalità!
Ovviamente ciò che aiuta molto a rendere bellissimo questo film è la stupenda colonna sonora per la quale ogni commento è superfluo!
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michel
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giovedì 4 settembre 2008
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rebel with a cause
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La fattura è tradizionale, si pensa al “Selvaggio” a “Gioventù bruciata”, ma l’aria è nuova. Basti pensare a come Nichols scioglie, dando all’evento un significato altamente simbolico, il tradizionale motivo del uomo che corre per impedire il matrimonio dell’amata. I valori della vecchia borghesia, così opprimenti per le giovani generazioni, appaiono vicini al collasso; dunque la gioventù non è più bruciata, può farcela. “Il laureato” è pertanto l’esatto contrario di “Easy ryder” che esprimeva vecchi contenuti, un animo perdente e autodistruttivo, in una forma aggiornata. Concorrono alla riuscita del film le splendide interpretazioni di Anne Bancroft, Dustin Hoffman e Katharine Ross, diretti con grande sensibilità da Nichols (si veda la deliziosa sequenza finale con i due fuggitivi che, per la prima volta, considerano silenziosamente le conseguenze del loro gesto).
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La fattura è tradizionale, si pensa al “Selvaggio” a “Gioventù bruciata”, ma l’aria è nuova. Basti pensare a come Nichols scioglie, dando all’evento un significato altamente simbolico, il tradizionale motivo del uomo che corre per impedire il matrimonio dell’amata. I valori della vecchia borghesia, così opprimenti per le giovani generazioni, appaiono vicini al collasso; dunque la gioventù non è più bruciata, può farcela. “Il laureato” è pertanto l’esatto contrario di “Easy ryder” che esprimeva vecchi contenuti, un animo perdente e autodistruttivo, in una forma aggiornata. Concorrono alla riuscita del film le splendide interpretazioni di Anne Bancroft, Dustin Hoffman e Katharine Ross, diretti con grande sensibilità da Nichols (si veda la deliziosa sequenza finale con i due fuggitivi che, per la prima volta, considerano silenziosamente le conseguenze del loro gesto). Il film è impeccabile e persino ispirato, molto divertente e commovente. Memorabili anche le canzoni di S&G.
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gianni lucini
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lunedì 26 settembre 2011
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prima della grande ribellione
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Meno esplicito dal punto di vista politico della produzione indipendente statunitense degli ultimi anni Sessanta “Il laureato” porta sullo schermo l’inquietudine esistenziale di una generazione che sta per dare vita a una ribellione destinata a innovare nel profondo la società scardinandone le regole e le strutture dei rapporti sociali. Benjamin vive male la realtà in cui vive, ma a differenza dei protagonisti di film come “Easy rider” non pensa di poter cambiare il mondo. Non gli frulla neppure nel cervello. Si limita semplicemente a disobbedire e a seguire la sua strada che è diversa da quella che vorrebbero gli adulti. Il film è tratto da un romanzo di Charles Webb, sceneggiato Calder Willingham e Buck Henry che interpreta anche un piccolo cameo nella parte dell’impiegato dell’hotel che ospita gli incontri clandestini di Benjamin e della signora Robinson.
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Meno esplicito dal punto di vista politico della produzione indipendente statunitense degli ultimi anni Sessanta “Il laureato” porta sullo schermo l’inquietudine esistenziale di una generazione che sta per dare vita a una ribellione destinata a innovare nel profondo la società scardinandone le regole e le strutture dei rapporti sociali. Benjamin vive male la realtà in cui vive, ma a differenza dei protagonisti di film come “Easy rider” non pensa di poter cambiare il mondo. Non gli frulla neppure nel cervello. Si limita semplicemente a disobbedire e a seguire la sua strada che è diversa da quella che vorrebbero gli adulti. Il film è tratto da un romanzo di Charles Webb, sceneggiato Calder Willingham e Buck Henry che interpreta anche un piccolo cameo nella parte dell’impiegato dell’hotel che ospita gli incontri clandestini di Benjamin e della signora Robinson. Il pubblico giovanile si identifica immediatamente con l’insofferenza del giovane protagonista, interpretato da un Dustin Hoffman alla prima importante prova da protagonista della sua carriera, nei confronti della società di cui fa parte e ne fa un film di culto. Molti sono gli elementi che concorrono al successo di questa pellicola, primo fra tutti l'innovativo uso della musica pop con la mano felice di Dave Grusin che regala a Simon & Garfunkel il primo grande successo globale della loro alterna carriera. Decisamente trasgressivo per l’epoca appare anche l’approccio alla tematica sessuale, disincantato ed esplicito. L’elemento centrale resta però la evidente incomunicabilità tra l’universo giovanile di Benjamin ed Elaine e il perbenismo degli adulti, che difendono le loro regole morali con evidente ipocrisia. Il ragazzo, per esempio, non solo non riesce a rompere il muro che lo separa dai suoi genitori ma anche quando è diventato l’amante della signora Robinson evidenzia le proprie difficoltà a comunicare con un mondo che gli appare distante. Dal punto di vista della struttura della narrazione filmica “Il laureato” si divide in due parti. La prima, che descrive la nascita e il consolidamento della relazione con la signora Robinson, ha un ritmo più deciso e dialoghi spesso ricchi di ironia pur non rinunciando rompere gli eccessi ritmici con momenti d’introspezione. La seconda, che inizia con l’arrivo di Elaine nella vita del ragazzo, adotta una struttura narrativa diversa, più vicina alle commedie sentimentali, regalando momenti emozionali che s’intensificano fino al lieto fine. Premiato da ben sette nomination il film conquista però un solo Oscar per la regia di Mike Nichols.
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gianni lucini
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lunedì 26 settembre 2011
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un recupero fortunato
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Insieme a Mrs Robinson è The sound of silence il brano di maggior successo della ricca colonna sonora de “Il laureato” nella quale Simon & Garfunkel fanno la parte del leone. Appare nei titoli iniziali, nella scena della piscina e nell’emozionante finale del film. Quando viene inserita nel film la canzone non è una novità, ma un recupero molto fortunato. La sua prima apparizione risale al 1964, quando Simon & Garfunkel la pubblicano nell'album interamente acustico Wednesday morning 3 AM. In quel momento non suscita particolare interesse un po' perché penalizzata dalla scarsa originalità complessiva del disco ma, soprattutto, perché l'attenzione del pubblico più attento ai contenuti si sposta su un altro brano, He was my brother dedicato a un ragazzo morto durante una manifestazione per i diritti civili nel Mississippi.
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Insieme a Mrs Robinson è The sound of silence il brano di maggior successo della ricca colonna sonora de “Il laureato” nella quale Simon & Garfunkel fanno la parte del leone. Appare nei titoli iniziali, nella scena della piscina e nell’emozionante finale del film. Quando viene inserita nel film la canzone non è una novità, ma un recupero molto fortunato. La sua prima apparizione risale al 1964, quando Simon & Garfunkel la pubblicano nell'album interamente acustico Wednesday morning 3 AM. In quel momento non suscita particolare interesse un po' perché penalizzata dalla scarsa originalità complessiva del disco ma, soprattutto, perché l'attenzione del pubblico più attento ai contenuti si sposta su un altro brano, He was my brother dedicato a un ragazzo morto durante una manifestazione per i diritti civili nel Mississippi. La seconda versione di The sound of silence è quella contenuta in The Paul Simon Songbook un album solista pubblicato da Paul Simon nel 1965. La terza, utilizzata nel film, è quella arrivata al vertice della classifica alla fine del 1966 e inserita nell’album The sounds of silence di Simon & Garfunkel. Cosa è cambiato rispetto alle precedenti passate inosservate? Molto. Ci ha messo le mani Tom Wilson, uno dei collaboratori di Dylan nella sua "svolta elettrica", che ha aggiunto alla versione acustica del brano una base grintosa con basso, chitarra elettrica e batteria. Dopo “Il laureato” apparirà nella colonna sonora di altri due film: “Bobby” di Emilio Estevez del 2006 e “Watchmen” di Zack Snyder del 2009.
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great steven
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sabato 25 aprile 2015
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sopravvalutato, ma anche testimone di un'epoca.
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IL LAUREATO (USA, 1967) diretto da MIKE NICHOLS. Interpretato da DUSTIN HOFFMAN, ANNE BANCROFT, KATHARINE ROSS, WILLIAM DANIELS, ELIZABETH WILSON, MURRAY HAMILTON
Buck Henry e Calder Willingham hanno tratto da un romanzo di Charles Webb quello che è definito un film di culto per la generazione giovanile degli ultimi anni 1960, per almeno tre ragioni: l’innovativo uso della musica pop (Simon & Garfunkel, cantanti della celeberrima colonna sonora), la disinibita tematica sessuale e la bravura degli interpreti, fra cui Hoffman nella prima parte cinematografica importante della sua carriera. Benjamin Braddock, neolaureato californiano in crisi d’identità che non ha esperienza dei fatti rilevanti della vita, diventa (spinto prepotentemente da lei) l’amante di Mrs.
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IL LAUREATO (USA, 1967) diretto da MIKE NICHOLS. Interpretato da DUSTIN HOFFMAN, ANNE BANCROFT, KATHARINE ROSS, WILLIAM DANIELS, ELIZABETH WILSON, MURRAY HAMILTON
Buck Henry e Calder Willingham hanno tratto da un romanzo di Charles Webb quello che è definito un film di culto per la generazione giovanile degli ultimi anni 1960, per almeno tre ragioni: l’innovativo uso della musica pop (Simon & Garfunkel, cantanti della celeberrima colonna sonora), la disinibita tematica sessuale e la bravura degli interpreti, fra cui Hoffman nella prima parte cinematografica importante della sua carriera. Benjamin Braddock, neolaureato californiano in crisi d’identità che non ha esperienza dei fatti rilevanti della vita, diventa (spinto prepotentemente da lei) l’amante di Mrs. Robinson, una ricca, viziata e nevrotica signora amica della sua famiglia, ma le cose si complicano quando poi s’innamora di sua figlia, e la difficoltà sta nell’aver giurato alla donna di esserle fedele e di non dedicare le proprie attenzioni a nessun altra partner. Credo che The Graduate sia uno dei film più sopravvalutati che siano mai usciti dalla fucina hollywoodiana dell’epoca: oggi risulta alquanto datato, benché non gli si possa negare di essere un elemento prezioso per comprendere quale aria tirava in un tempo di giganteschi cambiamenti sociali. Tuttavia, il fatto di essere avvolto da una continua e infastidente atmosfera ovattata lo rende un film ripetitivo fino alla noia, e privo di un reale colpo di scena capace di ribaltarne la monotonia imperante. Anche l’antipatia inconsapevole che insorge negli spettatori nei confronti del personaggio del giovane laureato è un altro fattore che lo discredita agli occhi di chi predilige gli eroi cinematografici nel senso più classico dell’accezione: se da un lato non si può confutare che Hoffman abbia saputo dimostrare, con l’avanzare del tempo, la sua professionalità nell’interpretare la figura dell’antidivo (coadiuvato soprattutto dal suo aspetto fisico), dall’altro bisogna obbligatoriamente constatare che una figura così inetta e indecisa non può non suscitare un sentimento di disprezzo per il comportamento che attua e le scelte che fa. Un appunto va anche alle musiche della famosa coppia di compositori/cantanti: la Mrs. Robinson che si sente circa a metà proiezione è assolutamente di caratura inferiore rispetto a quella che poi verrà inserita, nel 1968, nell’album Bookends, in quanto eseguita con un pessimo arrangiamento e non in linea col tono enunciativo e dissacrante della pellicola. Nel reparto femminile, la Bancroft è piuttosto efficace nella raffigurazione di una donna matura alla ricerca di un appagamento affettivo e sessuale che non trova in famiglia, mentre K. Ross, seppur un passo indietro rispetto a lei, ritrae con sentimento e delicatezza il quadro di una ragazza sincera e affezionata. Probabilmente l’aspetto più positivo e lodevole dell’opera è la regia di M. Nichols, non a caso premiato con l’Oscar: la sua direzione degli attori e dei contributi tecnici gli fa onore per la sobrietà della messinscena, l’esemplare lezione di profondo umanesimo e il respingimento di ogni sorta di formalismo illustrativo. In conclusione, abbiamo a che fare con un film che poteva essere girato meglio migliorando sostanzialmente due fattori: la scelta di un protagonista meno indecoroso e più combattivo e la modifica di un involucro esterno il cui respiro risulta troppo cullante e manierato. In ogni caso, ha riscosso un enorme successo di pubblico e ha aperto a Dustin una strada spianata verso un percorso artistico davvero emozionante e ricco di soddisfazioni.
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domenico rizzi
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lunedì 27 aprile 2015
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un amore che vince le convenzioni
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Film culto, dal romanzo “The Graduate” di Charles Webb, che conserva intatto il suo fascino a distanza di quasi mezzo secolo, riportandoci al miglior cinema degli Anni Sessanta, quando certe tematiche trasgressive erano state affrontate soltanto in pellicole come “Peyton Place” e “Lolita”, suscitando commenti e polemiche prevenuti e non sempre costruttivi. La società americana è guardata da Mike Nichols – Oscar, Golden Globe e Premio BAFTA per la regia – con estremo realismo, lo stesso che Peter Bogdanovich svilupperà nel suo celeberrimo “L’ultimo spettacolo”: giovani che si affacciano impauriti al mondo degli adulti, uomini risucchiati nel vortice degli affari e donne frustrate alle quali non basta più l’alcool per colmare il proprio vuoto interiore.
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Film culto, dal romanzo “The Graduate” di Charles Webb, che conserva intatto il suo fascino a distanza di quasi mezzo secolo, riportandoci al miglior cinema degli Anni Sessanta, quando certe tematiche trasgressive erano state affrontate soltanto in pellicole come “Peyton Place” e “Lolita”, suscitando commenti e polemiche prevenuti e non sempre costruttivi. La società americana è guardata da Mike Nichols – Oscar, Golden Globe e Premio BAFTA per la regia – con estremo realismo, lo stesso che Peter Bogdanovich svilupperà nel suo celeberrimo “L’ultimo spettacolo”: giovani che si affacciano impauriti al mondo degli adulti, uomini risucchiati nel vortice degli affari e donne frustrate alle quali non basta più l’alcool per colmare il proprio vuoto interiore. Gli argomenti de “Il laureato” sono tutti qui, ma formano una trama monolitica che influenzerà parecchio il cinema degli anni successivi. La trasgressione della signora Robinson (Anne Bancroft) a cui si ispira uno dei migliori motivi conduttori del film eseguito da Simon & Garfunkel – una donna sposata ultra quarantenne che si offre come amante in una stanza d’albergo al giovane Benjamin (Dustin Hoffman) proibendogli di frequentare, per ovvi motivi, la figlia Elaine (Katharine Ross) – è il perno della scabrosa vicenda, che finisce per inquinare il tenero rapporto nato fra i due giovani. Dopo i durissimi contrasti e le minacce di strascichi giudiziari, il fiore dell’amore emergerà dal fango della palude, mandando a monte un matrimonio di convenienza fra lo sconcerto dei genitori di Elaine e di tutti gli invitati. Una tematica sessantottina ante litteram, cara a tutti coloro che intendevano infrangere convenzioni consolidate e spazzare via il vecchiume del conformismo con la libertà di vivere i propri sentimenti in una società dominata da un puritanesimo oppressivo e di facciata. Grande interpretazione di Hoffman, il timido neo laureato nei panni di un impacciato gigolò, della tenera Katharine Ross e soprattutto della bravissima Bancroft che recita la parte di una donna trascurata dal marito, alla disperata ricerca di emozioni forti che restituiscano vitalità alla sua scialba esistenza. Un po’ avara la critica, che sintetizza ben 7 nomination in un solo Oscar, sminuendo i meriti di un grande film, per fortuna entusiasticamente premiato dal pubblico con 105 milioni di dollari incassati a fronte di un modesto investimento di 3. Merito anche, si è detto, della bellissima colonna sonora del due Simon & Garfunkel, anch’essi un mito di un’epoca elettrizzante e di un’America che stava cambiando.
Domenico Rizzi, scrittore
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fabio57
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giovedì 17 settembre 2015
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manifesto di una generazione
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Un Grande Dustin Hoffmann, che venne lanciato proprio da questo film, in una interoretazione memorabile è il marchio di fabbrica di questa commedia.Oggi, in periodo di "milf "e "toy-boy" il tema sembra anacronistico.L'attrazione sessuale di una donna matura per un giovane, è stata sdoganata dagli ultimi avvenimenti.Tuttavia all'epoca dell'uscita del film,la storia sembrò veramente trasgressiva.La società ipocrita e perbenista, che veniva messa alla berlina in quest'opera,esiste ancora purtroppo,ma certamente è cambiato il clima e i relativi costumi sessuali si sono modificati,per scandalizzare oggi ci vuole ben altro.
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Un Grande Dustin Hoffmann, che venne lanciato proprio da questo film, in una interoretazione memorabile è il marchio di fabbrica di questa commedia.Oggi, in periodo di "milf "e "toy-boy" il tema sembra anacronistico.L'attrazione sessuale di una donna matura per un giovane, è stata sdoganata dagli ultimi avvenimenti.Tuttavia all'epoca dell'uscita del film,la storia sembrò veramente trasgressiva.La società ipocrita e perbenista, che veniva messa alla berlina in quest'opera,esiste ancora purtroppo,ma certamente è cambiato il clima e i relativi costumi sessuali si sono modificati,per scandalizzare oggi ci vuole ben altro.
Il film comunque è bello,con un finale commovente.
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