figliounico
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venerdì 6 gennaio 2023
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retorica nazionalpopolare
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Italiani brava gente di De Santis fa eco alla Ballata di un soldato del ’59 di ?uchraj e non soltanto perché il personaggio della protagonista femminile è interpretato in entrambi i film dalla stessa attrice, Žanna Prochorenko, ed è quasi identico benché impegnato in ruoli diversi, ma per la medesima retorica partigiana e nazionalista con la quale si dipingono rispettivamente il popolo italiano e quello russo che fa del racconto un tema ben svolto ed artificiosamente costruito per la dimostrazione della tesi contenuta nel titolo del film. I buoni sentimenti stanno tutti da una parte mentre il malvagio, come nelle favole, è ben individuato e manifesto, identificabile a prima vista dalla divisa indossata, nella fattispecie quella nazista.
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Italiani brava gente di De Santis fa eco alla Ballata di un soldato del ’59 di ?uchraj e non soltanto perché il personaggio della protagonista femminile è interpretato in entrambi i film dalla stessa attrice, Žanna Prochorenko, ed è quasi identico benché impegnato in ruoli diversi, ma per la medesima retorica partigiana e nazionalista con la quale si dipingono rispettivamente il popolo italiano e quello russo che fa del racconto un tema ben svolto ed artificiosamente costruito per la dimostrazione della tesi contenuta nel titolo del film. I buoni sentimenti stanno tutti da una parte mentre il malvagio, come nelle favole, è ben individuato e manifesto, identificabile a prima vista dalla divisa indossata, nella fattispecie quella nazista. Nonostante ciò, la bravura del cast, Checchi, Cucciolla, Pisu, Falk, e la spettacolarità delle scene di guerra fanno di quest’opera un film ancora guardabile e nella storia del nostro cinema sarà ricordato come ultimo esempio di cinema neorealista corale in cui fa capolino sorniona la commedia all’italiana, come già accaduto nel ’59 con La grande guerra di Monicelli, come a dire che un tema serio, almeno per il cinema italiano, fino in fondo non può essere trattato veramente in modo serio ma deve sempre sfociare in una farsa seppure in una tragica farsa, dimenticando, e forse è questa la sua funzione, la storia che fa del popolo italiano un popolo sconfitto, zimbello prima dei tedeschi e poi degli americani e questo giogo dura fino ai giorni nostri.
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antonio
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domenica 19 aprile 2020
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da vedere
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Film molto coinvolgente, in bianco e nero, racconta la spedizione italiana in Russia in maniera molto realista, vista con gli occhi di alcuni soldati al fronte. La pellicola, purtroppo, non è ben conservata ma rende bene l'idea di come i soldati italiani abbiano vissuto quella assurda campagna bellica.
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coiroold
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sabato 29 novembre 2008
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un capolavoro ignorato
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Stupenda sintesi tra commedia all'italiana e cinema russo del disgelo. Poetico e drammatico.
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giada
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domenica 7 settembre 2008
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per chi l'ha sentita raccontare
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Chi ha udito episodi della tragica ritirata dell'ARMIR può trovare in questo film le immagini dei ricordi che ha sentito narrare, magari da qualche anziano parente o reduce alpino.
I vari personaggi rappresentano efficacemente il sentimento dei soldati mandati incontro a morte certa e nei paesaggi ora assolati ora gelidi della Russia c'è tutta la malinconia e la speranza di una intera giovineza. Un film privo di retorica e toccante, da far vedere anche ai piu' giovani.
Da notare un ottimo Raffaele Pisu, esordiente, in seguito passato al genere della commedia, ma che in questo film tocca forse il vertice piu' alto della sua recitazione.
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