Va' e uccidi |
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Un film di John Frankenheimer.
Con Frank Sinatra, Janet Leigh, Laurence Harvey, James Gregory, Angela Lansbury.
continua»
Titolo originale The Manchurian Candidate.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
b/n
durata 126 min.
- USA 1962.
MYMONETRO
Va' e uccidi
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La follia secondo un debitore hitchcockiano riconosciutodi AndreaFeedback: 0 |
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venerdì 4 maggio 2001 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film affascinantemente dominato dalla follia e dalle ossessioni in cui Frankenmeier dimostra di credere nella celebre frase da lui pronunciata su Hitchcock: “Qualunque regista americano che affermi di non essere stato influenzato da lui è completamente pazzo”, riuscendo però, da grande regista qual è, a reinventare in modo estremamente personale alcune delle ossessioni hitchcockiane, facendole diventare le sue ossessioni. Attraverso un bianco e nero raffinato, glaciale e tagliente come un rasoio Frankenmeier ci trascina in un mondo in cui passioni, ossessioni, follie e macchinazioni sotterranee si agitano senza posa seguendo una logica perversa, ambigua, imprevedibile e destrutturante. Anche l’utilizzo della m.d.p. è “raziocinantemente delirante” quando utilizza, in mezzo a morbidi e fluidi movimenti, improvvisi interventi con la m.d.p.a spalla che riaffermano in chiave visiva la destrutturazione (vero e proprio “fondamento marcescente” su cui poggia tutta l’opera) del e nel film. Terribilmente indimenticabili gl’incubi-realtà (flashback) dei reduci nella loro “sporca lucidità” [come “un raffinato specchio imbrattato di fango”] (quello del soldato di colore con il soffocamento da parte di Raymond [Harvey] di un compagno e soprattutto il colpo di pistola alla testa dell’amico [che tre anni dopo farà da spalla a Hayley Mills nella piacevolissima e a suo modo raffinata commedia disneyana “F.B.I operazione gatto” di Stevenson?!] che provoca un impressionante gettito di sangue “di consistenza celebrale” sull’immagine di Stalin appesa dietro di lui). La scena della telefonata a Raymond nella quale una voce gli ordina di fare “un ipnotico solitario” che egli incomincia a “giocare” immediatamente è sottolineata da un sottofondo musicale nervosamente espressivo e introduce la scena (girata con notevole asciuttezza registica) della sintesi medica del dottore corean-comunista, che definisce il cervello del “suo paziente” come non semplicemente lavato ma lavato a secco e sulla quale imposta il ragionamento sull’efficacia di Raymond-killer (né ricordi né sentimento di colpevolezza quindi né colpa né paura [tutti temi del cinema hitchcockiano!]). Ma più spaventevolmente inumana della naturale freddezza con la quale il dottore fa questo ragionamento e quello su quale “elemento improduttivo” si può eliminare per testare l’efficacia del “suo paziente” è il consiglio che da al preoccupato collega-compagno “di fare le cose sempre con un po’ d’umorismo”, autoimmortalandosi
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