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Ottimo squarcio su un mondo abbandonato all'indifferenza, quello della gente umile e della disumanità di cui è circondato. esemplare l'episodio che vede Garrone aspirante seduttore della Cardinale. Zurlini vi profonde una meschinità palpabile, imbarazzante, coronando lo spirito del messaggio intellettuale e pratico. Il messaggio fa riflettere (o dovrebbe farlo) in quanto pone in primo piano la vittoria dell'egoismo più volgare, attenuato dalla sbalordimento sotterraneo di Perrin, il giovane che vorrebbe cambiare le cose, animato da una sincera misericordia nei confronti di una Cardinale allo sbando. Film forse troppo sottile e intelligente per il grande successo (Zurlini è molto più sensibile di Fellini e non accetta compromessi visivi o sceneggiature complesse e retoriche) ma resta una pietra miliare del neorealismo, una prova di come il neorealismo avrebbe dovuto essere (non certo quello superficiale che andava per la maggiore).
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dante cruciani
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venerdì 14 giugno 2013
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paragoni sbagliati
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Mi sembra che tu definisca superficiale in neorealismo classico rispetto a Zurlini (che, intendiamoci, reputo bravissimo) in base al fatto che il primo tratta di vicende corali, di sfondo sociale, e il secondo individuali (e quindi giocoforza più incentrate sull'analisi di un singolo personaggio). Un De Sica cattura i personaggi all'occasione (questa non è superficialità, lo fanno persino in letteratura gente come Dante, Babel' e Ovidio) Zurlini li analizza. Due modi diversi di fare cinema. Ma sulla tua critica al neorealismo mi sono espresso anche nel commento alla recensione de "Il posto delle fragole".
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d'accordo? |
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