luca b.
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venerdì 20 agosto 2021
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trama perfetta per un capolavoro
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I film che adoro, e che faccio fatica a trovare nel cinema moderno. Non azione... trama! Studiata nei minimi particolari per arrivare a un intreccio complesso e coinvolgente, colpi di scena studiati, dove servono, mai forzati. Di quei film che metti in pausa per riuscire a riflettere, studiare, fare ipotesi, come in un libro. Per gli amanti del giallo, un film perfetto.
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elgatoloco
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domenica 21 marzo 2021
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super hitchcock
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"DIal M for Murder"(Alfred Htichcock, dalla pièce teatrale di Frederick Knott, che ha scritto anche la sceneggiatura, 1954). Tradito dalla ricca moglie, un martio"avventuriero", ingaggia quale sicario un ex.compagno di college, che si trova in carrive acque per uccidere la moglie, ma le cose vanno diversamente, dato che la moglie riesce a difendersi uccidendo il sicario. Casualmente, ma non del tutto, l'uomo(marito)sente quanto succede al telfono e successivamente cercherà di far riadere ogni colpa sulla moglie, che, effettivamente sembra essere considerata vera colpevole. Ma poi... UN solo set, straordinari giochi di piano.contropiano, giochi di luce incredibili in questo, che è uno dei primi film a colori o meglio integralemnte a colori di sir Alfred, dove il massimo della tensione, proprio grazie al climax dell'illuminazione, tendente al rosso, viene raggiunto nelle sequenze del processo(con condanna a morte)della donna, salvo poi orientarsi verso l'atncilimax.
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"DIal M for Murder"(Alfred Htichcock, dalla pièce teatrale di Frederick Knott, che ha scritto anche la sceneggiatura, 1954). Tradito dalla ricca moglie, un martio"avventuriero", ingaggia quale sicario un ex.compagno di college, che si trova in carrive acque per uccidere la moglie, ma le cose vanno diversamente, dato che la moglie riesce a difendersi uccidendo il sicario. Casualmente, ma non del tutto, l'uomo(marito)sente quanto succede al telfono e successivamente cercherà di far riadere ogni colpa sulla moglie, che, effettivamente sembra essere considerata vera colpevole. Ma poi... UN solo set, straordinari giochi di piano.contropiano, giochi di luce incredibili in questo, che è uno dei primi film a colori o meglio integralemnte a colori di sir Alfred, dove il massimo della tensione, proprio grazie al climax dell'illuminazione, tendente al rosso, viene raggiunto nelle sequenze del processo(con condanna a morte)della donna, salvo poi orientarsi verso l'atncilimax. C'è infine la concentrazione su 4 personaggi(dopo l'jnizio, con in scene il marito e il killer). marito, amante dlela moglie(autore di gialli, tra l'altro e non è un particoalre solo"accidentale"), moglie, ispettore di polizia, se volgiamo sono 3 uomini e una donna, ma la donna è"catalizzatrice"di tutto, ma c'è anche il tema del contrasto tra marito assassino e ispettore di ScotlandYard , dove poi a"rompere le uova nel paniere"ci si mette lo scrittore Usa di libri gialli, amante dlela moglie. Il dramma giallo di Knott è rispettato pienamente dalla regia di Hitchcock, coerentemente con l'"onologia del cinema"di Bazin, ma c'è anche un altro elemento: film USA, ma ambientato a London, con l'"amico americano"in più... Tanti elementi , volendo, che si fondono in un che-d'.ouvre totale, dove anche la scela degli interpreti è straordinaria, da Ray Milland(marito)a Grace Kelly(moglie, grnade attrice htichcockiana, i cui vaolavori interpretativi furono realizzati con i, grande Alfred), John Williams, l'ispettore di Scotalnd Yard, Robert Cummings, l'autore di gialli(doppio sia di Hitch sia dell'autore dlela pièce e della sceneggiatura Knott), ANthony Dwason come sicario. Musiche"perfette"di Dimitri Tomkin, che non era un compositore abituale per i film di sir Alfred. Da studiare, ristuaire, approfonidre in ogni senso, oltre 65 anni dpo. El Gato
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elgatoloco
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lunedì 20 aprile 2020
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hitchock ever hitchcok
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"Dial M for Murder"(Alfredo Hitchock, da un dramma di Frederick Knott, 1954)è una conferma, se ce ne fosse stato bisogno, della grandezza del regista inglese: se non è perfetto il delitto, che vede un uomo coinvolgere un suo ex compagno, più vecchio e abbastanza "losco", nell'uccisione della moglie, in qualche modo"costringedolo"a farlo, bisogna dire che lo è il film: dalla prima inquadratura del telefono nero(uno di quelli di modello"classico-antico")ai giochi della camera quando riprende il marito(Ray Milland)che parla con l'ex compagno , dopo averlo fatto venire a casa con un"trucco", a tutto il seguito della vicenda, passando anche per le luci alternanti che "illuminano"la sentenza che coinvolge la moglie, mai più uccisa ma riuscita a difendersi, uccidendo il sicario, Hitchcock si dimostra ancora una volta il più grande autore filmico di ogni tempo, con la capacità di stupire , di sorprendere, di spaventare(senza bisogno di "terrorizzare"con meccanismi abbastanza banali, come sembra essere di moda almeno da fine anni 1970 ad oggi--soprattutto oggi, si direbbe.
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"Dial M for Murder"(Alfredo Hitchock, da un dramma di Frederick Knott, 1954)è una conferma, se ce ne fosse stato bisogno, della grandezza del regista inglese: se non è perfetto il delitto, che vede un uomo coinvolgere un suo ex compagno, più vecchio e abbastanza "losco", nell'uccisione della moglie, in qualche modo"costringedolo"a farlo, bisogna dire che lo è il film: dalla prima inquadratura del telefono nero(uno di quelli di modello"classico-antico")ai giochi della camera quando riprende il marito(Ray Milland)che parla con l'ex compagno , dopo averlo fatto venire a casa con un"trucco", a tutto il seguito della vicenda, passando anche per le luci alternanti che "illuminano"la sentenza che coinvolge la moglie, mai più uccisa ma riuscita a difendersi, uccidendo il sicario, Hitchcock si dimostra ancora una volta il più grande autore filmico di ogni tempo, con la capacità di stupire , di sorprendere, di spaventare(senza bisogno di "terrorizzare"con meccanismi abbastanza banali, come sembra essere di moda almeno da fine anni 1970 ad oggi--soprattutto oggi, si direbbe...), di interrogare continuamente e intelligentemente lo spettatore. A colori, ma con un uso oculatissimo dello stesso, tanto che se fosse stato realizzato in bianco e nero il prodotto sarebbe stato certo diverso ma non radicalmente, "Dial M for Murder"rispetta l'origine teatrale del film(si vede il viale di casa, il cortile, ma non ci sono"uscite"vere e proprie), seguendo(forse senza saperlo, azni c ertamente ignorandolo, all'epoca)"L'ontologie du cinéma"di Andreè Bazin, uno dei saggi più importanti sull'estetica del cinema mai pubblicati: inoltre Hitchock economizza al massimo tempi, spazi, movimenti nello spazio, che è appunto quello di casa, con una scelta oculatissima degli intepreti. Ray Milland, il marito che vuole sbarazzarsi della moglie, detentrice dei soldi, rende al massimo l'ambiguità, mentre Anthony Dawson, il sicario, caratterizza molto bene il suo ruolo, come l'ispettore di Scotland Yard(siamo a London, England, insomma a casa di Hitch, la casa mai lasciata, dato il regista non prese mai la cittadinanza"nordamericana")e come Robert Cummings, l'"amico americano"della moglie, che è Grace Kelly, per la quale andrebbe fatto un discorso a parte: fa la seducente ma non troppo, l'innamorata dell'"altro"ma anche (un po')ancora del marito, sembra ingenua e "spaesata"quanto basta. Inquadrature dal basso fulminanti,in formato stereoscopico, dove le musiche "classicheggianti-medlodiche"di Dimitri Tiomkin non guastano... El Gato
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chiara
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mercoledì 20 giugno 2018
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recensioni
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Complimenti bellissima recensione!
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samanta
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venerdì 1 giugno 2018
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grace e hitch
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E' un film girato da Hitchcock nelell'estate del 1953 e vide l'incontro tra il regista e Grace Kelly. La trama è tratta da una piéce teatrale che aveva avuto successo a Londra e a New York scritta da Frederick Knott che è anche lo sceneggiatore. Praticamente si svolge quasitutto nel salotto di una casa di Londra, dove vive la ricca Margot (Grace Kelly) con il marito Tony (Ray Milland), Margot ha una relazione con uno scrittore americano Mark (Robert Cummings), per timore del divorzio e di rimanere senza i finanziamneti della ricca moglie, Tony organizza il suo omicidio assoldando un ex compagno di scuola che vive di espedienti e truffe Swann (Anthony Dawson), sembra sulla carta tutto perfetto ma la moglie assalita di notte riesce a uccidere il killer.
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E' un film girato da Hitchcock nelell'estate del 1953 e vide l'incontro tra il regista e Grace Kelly. La trama è tratta da una piéce teatrale che aveva avuto successo a Londra e a New York scritta da Frederick Knott che è anche lo sceneggiatore. Praticamente si svolge quasitutto nel salotto di una casa di Londra, dove vive la ricca Margot (Grace Kelly) con il marito Tony (Ray Milland), Margot ha una relazione con uno scrittore americano Mark (Robert Cummings), per timore del divorzio e di rimanere senza i finanziamneti della ricca moglie, Tony organizza il suo omicidio assoldando un ex compagno di scuola che vive di espedienti e truffe Swann (Anthony Dawson), sembra sulla carta tutto perfetto ma la moglie assalita di notte riesce a uccidere il killer. Ma il marito accorso a casa cambia le carte in tavola e sembra così che Margot abbia ucciso l'amante che la ricattava per questo viene arrestata e condannata a morte. Colpo di scena finale che riaggiusta tutte le cose e Tony viene scoperto. Il film fu anche registrato in 3D anche se poi commercialmente uscì in visione normale, ma "Hitch" " usò molti accorgimenti per fare risaltare la 3D come mettere sempre oggetti tra la macchina da presa e l'attore. Il regista curò molti particolari ad esempio i vestiti di Grace: all'inizio con il marito è in bianco verginale, vestito rosso quando bacia l'amante, marrone spento quando viene arrestata e così via. L'abiltà del regista si vede nel fatto che pur girato in un solo ambiente (vi è un precedente dello stesso regista in Nodo alla Gola) non si avverte claustrofobia, la suspense è continua, non vi sono attimi di calo nella tensione e nello sviluppo della trama. In questo film Grace non solo incontra un regista che la fa crescere come attrice, ma quello che scoprì la natura intima di Grace e che utilizzò nei film successivi:La Finestra sul Cortile e Caccia al ladro: una donna che appare algida e verginale e che invece sotto l'apparenza è passionale. "Ghiaccio bollente" la definì Hitchcock e anni dopo esclamò parlando di Delitto Perfetto esterefatto "Grace si sc... tutti compreso lo scrittore il piccolo Freddy!". In effetti Grace ebbe una relazione con lo sceneggiatore Knott che a New YorK abitava sotto il suo alloggio, con Anthony Dawson che racconta nelle sue memorie di avere passato due notti con Grace, ma poi dovette lasciare il campo a Ray Milland che fu un grande amore, l'attore fu scoperto dalla moglie e cacciato di casa, scoppiò un scandalo anche sui giornali, Milland ritornò dalla moglie che aveva le chaivi della cassaforte e Grace chiedette scusa dicendo che mai più si saarebbe innamorata di un uomo sposato. "Hitch" formò come attrice Grace (non lo avevano fatto né Zinnemann nè Ford) che senza essere particolamente talentuosa aveva temperamento ed era estremamente fotogenica e da questo film partì la carriera dell'attrice che in un anno interpretò 6 film.
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elgatoloco
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mercoledì 26 ottobre 2016
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capolavoro. hitchcock is the best
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Credo che nessun regista in nessun tempo(né Bunuel, né Dieterle, né Ford, né Antonioni né Spielberg né Dennis Hopper né Herzog né Truffaut o Godard né il geniale Kubrick)abbiano mai saputo esprimere mai quella gamma di emozioni che vanno dalla paura allo stupore all'angoscia(l'angoscia, però, la definirei piuttosto un"sentimento"in quanto corrisponde a uno stadio più evoluto della "semplice" paura). Questo"Dial M for Murder"è straordinario per vari motivi:A) Il rapporto con il "3D", allora qualcosa di inedito o quasi, pur se, dovendo vedere il film in TV(sempre che non si sia nati in quegli anni, anzi, per meglio dire, negli anni '30 circa, cosa difficile per molti lettori/molte lettrici-spettatori/spettatrici.
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Credo che nessun regista in nessun tempo(né Bunuel, né Dieterle, né Ford, né Antonioni né Spielberg né Dennis Hopper né Herzog né Truffaut o Godard né il geniale Kubrick)abbiano mai saputo esprimere mai quella gamma di emozioni che vanno dalla paura allo stupore all'angoscia(l'angoscia, però, la definirei piuttosto un"sentimento"in quanto corrisponde a uno stadio più evoluto della "semplice" paura). Questo"Dial M for Murder"è straordinario per vari motivi:A) Il rapporto con il "3D", allora qualcosa di inedito o quasi, pur se, dovendo vedere il film in TV(sempre che non si sia nati in quegli anni, anzi, per meglio dire, negli anni '30 circa, cosa difficile per molti lettori/molte lettrici-spettatori/spettatrici...)il 3D appare quasi sempre"non fruibile";rassegne cinematografiche extra di Hitch non propongono in genere questo film; B)La spazialità comunque, la gestione dello spazio, in questo film derivato dalla pièce di Frederick Knott, è attento all'ontologia del cinema, nel rapporto con la provenienza teatrale di un testo(del testo, volendo)come afferma, per me in maniera inoppugnabile, da André Bazin ne"L'ontologie du cinéma". Tutto si svolge nel salone della casa"incriminata", salvo pochissime sequenze, di cui una quella in cui Grace Kelly, in un"luogo astratto"che invece è l'aula di tribunal rischia la forca. Movimenti di macchina -sequenze da dietro e dall'alto-ribadiscono la priorità dello"spazio scenico"in quel"non luogo"che è comunque il set cinematografico... ;C)Il gioco verità-menzogna praticato da tutti i personaggi è straordinario ed è l'essenza dello spettacolo, filmico ma anche teatrale. Nessun"falsiloquium"(il dire-non dire di certa tradizione cattolica, ancora riaffermato dal classico testo di Peschke, "Teologia morale"...)ma proprio la "spudorata"(?)menzogna che si fa verità o meglio si spaccia per tale. Nessun personaggio ne è esente, inclusa la pluricompianta Grace Kelly, che pure è il"jolly"dell'innocenza, per così dire...altro concetto fortemente messo in crisi. "Play"che si serve di varie"games"e che risulta unico, per cui Hitch is ever the best. ;D)Se Cummings l'americano è volutamente sottotono, quasi"moscio", qui(il britannico Sir Alfred non prese mai il passaporto degli"stupidi"Americans, la polemica traspare in vari film, ma indubbiamente qui in maniera abbastanza marcata), Ray Milland è un vilain perfetto, la Kelly decisamente più che in parte, ma anche John Williams, nella parte del commissario di Scotland Yard è un intrigante efficace"son of a bitch", appunto quale esponente della legge. I paralogismi di Sir A.H., "conservatore"... El Gato
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alessandromaresca
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giovedì 25 febbraio 2016
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un hitchcock minore.
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Film verboso e che risente oltremodo dell'impianto teatrale.
Privo di personaggi memorabili, Grace Kelly risulta ancora acerba dal punto di vista recitativo.
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andrejuve
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martedì 12 gennaio 2016
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un ritratto della falsità e del sadismo dell'uomo
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“Il delitto perfetto” è un film del 1954 diretto da Alfred Hitchcock. Tony Wendice è un ex giocatore di tennis che vive a Londra assieme alla ricca moglie Margot Marie Wendice. Un giorno nella città londinese sopraggiunge dagli Stati Uniti d’America Mark Halliday, uno scrittore di romanzi gialli, il quale intrattiene una relazione extraconiugale con Margot. Mark conosce Tony, il quale apparentemente sembra non essere a conoscenza del rapporto che intercorre tra lui e Margot. Mark e Margot hanno mantenuto costantemente contatti inviandosi lettere d’amore. Di solito Margot bruciava tutte le lettere a parte una che aveva deciso di tenere all’interno della sua borsa.
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“Il delitto perfetto” è un film del 1954 diretto da Alfred Hitchcock. Tony Wendice è un ex giocatore di tennis che vive a Londra assieme alla ricca moglie Margot Marie Wendice. Un giorno nella città londinese sopraggiunge dagli Stati Uniti d’America Mark Halliday, uno scrittore di romanzi gialli, il quale intrattiene una relazione extraconiugale con Margot. Mark conosce Tony, il quale apparentemente sembra non essere a conoscenza del rapporto che intercorre tra lui e Margot. Mark e Margot hanno mantenuto costantemente contatti inviandosi lettere d’amore. Di solito Margot bruciava tutte le lettere a parte una che aveva deciso di tenere all’interno della sua borsa. Un giorno la sua borsa venne rubata e quando la recuperò nel centro degli oggetti smarriti non trovò più la lettera ma notò un foglio all’interno del quale un misterioso soggetto ricattava Margot, chiedendole una somma di denaro in cambio della lettera segreta. Nel frattempo Tony, con la scusa di un imprevisto impegno di lavoro, una sera rimane a casa mentre Mark e Margot vanno a teatro e, con il pretesto di voler acquistare un’auto usata, invita a casa sua Charles Alexander Swann, un suo ex compagno di Università il quale è un delinquente che ha compiuto svariate truffe cambiando diverse volte la propria identità, ed è stato sospettato di aver commesso un omicidio. Tony, il quale è a conoscenza della relazione tra Mark e Margot, riesce ad ingaggiare Charles al fine di uccidere Margot la sera successiva in casa sua. L’obiettivo di Tony è quello di ricevere l’ingente eredità che Margot gli ha intestato. Charles, inizialmente titubante, accetta la proposta. Tony ha preparato un minuzioso e dettagliato piano che possa servire per inscenare realisticamente un furto sfociato in un omicidio. Però non tutto accadrà come previsto e alcuni inaspettati inconvenienti sconvolgeranno i malvagi propositi di Tony. Nel corso dell’intera pellicola viene effettuata un’amara critica nei confronti della falsità dell’uomo, in quanto tutti i protagonisti ricorrono all’inganno al fine di raggiungere i loro rispettivi obiettivi. Margot, infelice della monotona vita che conduce assieme al marito Tony, riesce a ritrovare la felicità e la spensieratezza creando un legame sentimentale segreto con l’amante Mark. Spesso per sconfiggere l’insoddisfazione e la noia si compiono azioni meschine e ingannevoli le quali introducono una componente di rischio che eccitano gli animi, riaccendendo una voglia di vivere e una passione che sembrava ormai inesorabilmente spenta. Anche Tony, consapevole della situazione creatasi, utilizza il mezzo della menzogna per punire l’infedeltà della moglie. Il suo intento, pur se sadico, disumano e malvagio, lo intriga a tal punto da considerarla quasi come una sfida con sé stesso, con la sua intelligenza e con il suo ingegno. L’uomo in determinate circostanze ritrova nella crudeltà, nel cinismo e nella brutalità le uniche modalità per esternare liberamente e spontaneamente la sua natura becera e bestiale, assumendo comportamenti disdicevoli e meschini che lo gratificano. L’esaltazione nei confronti della violenza sottolinea come l’essere umano tenda a provare un inquietante piacere alla visione della sofferenza o ancora peggio della morte altrui. Questo atteggiamento è conseguenza di un’incapacità di creare legami affettivi che inevitabilmente costringe un soggetto a condurre una vita basata sulla snervante e apatica abitudine. La mancanza di emozioni e di sentimenti crea un pericoloso stato di apatia che rende l’uomo cinico, spietato e insensibile nei confronti delle vite degli altri, in quanto prevalgono un egoismo e un egocentrismo smisurati. Quindi gli unici interessi preminenti sono relativi al guadagno e al profitto economico da raggiungere a costo di sacrificare la vita di persone per le quali dovrebbe essere dimostrato il proprio amore, ma nei confronti delle quali in realtà prevale un totale e terrificante disinteresse. In questo contesto la menzogna, la finzione e l’ipocrisia regnano sovrane, confondendosi a tratti con la realtà. Infine anche Mark e la polizia, pur se a fin di bene, sono costretti a ricorrere all’inganno aggirando le regole oltre ai principi etico-morali. All’interno di questa triste realtà nessuno è realmente salvo e tutti quanti devono confrontarsi con sé stessi interrogandosi sulla correttezza delle azioni compiute. L’uomo al fine di non assumersi responsabilità che potrebbero comportare delle problematiche e delle conseguenze di difficile gestione, non ha il coraggio di esprimere la verità e la sincerità, ancorandosi dietro a bugie e falsità assurde e paradossali. Solo grazie al confronto e al dialogo schietto, leale e genuino possono essere risolti dei problemi che, se trascinati nel tempo e accantonati, possono risultare irrisolvibili e costituire degli ostacoli insormontabili. L’onestà e la franchezza rendono un uomo maturo e responsabile. Il film risalta questi comportamenti umani attraverso il racconto di una storia tanto inquietante e paradossale quanto dolorosamente vicina alla realtà di una società malata e priva di valori morali. Hitchcock fornisce l’ennesima dimostrazione della sua maestria in tre modi. Innanzitutto riesce a rendere quasi normale e abituale un evento che dovrebbe indignare e spaventare, sottolineando come nel mondo odierno l’uomo non sia più in grado di impressionarsi o di provare un sentimento di sdegno nei confronti dei tragici eventi che quotidianamente si susseguono incessantemente e che rappresentano un’allarmante consuetudine. Poi ambienta la quasi totale interezza della storia all’interno di un unico ambiente ristretto. Questo espediente, utilizzato anche all’interno di altre sue pellicole, è complesso e non facilmente attuabile da chiunque, in quanto il rischio in cui si potrebbe incorrere sarebbe quello di annoiare il pubblico. Invece nonostante la staticità dei luoghi la storia risulta sempre molto movimentata e dinamica, grazie agli enigmatici e coinvolgenti dialoghi. Infine Hitchcock raggiunge il suo principale obiettivo, cioè quello di stupire lo spettatore il quale assiste a numerosi colpi di scena rimanendo spiazzato ed esterrefatto di fronte ad un finale tanto inatteso quanto geniale. Durante tutto il corso della narrazione viene creato e trasmesso un costante clima di tensione, di ansia e di mistero che riesce a coinvolgere ed intrattenere sino all’ultima sequenza. L’unico difetto a mio avviso è rappresentato da alcuni buchi di sceneggiatura che rendono alcune fasi della narrazione poco chiare oltre che irreali ed inverosimili. Ottime le interpretazioni di Ray Milland, nei panni di Tony Wendice, di Grace Kelly, in quelli di Margot Mary Wendice, e di Robert Cummings, nella parte di Mark Halliday. Un bel film che conferma l’indiscussa genialità e originalità di Hitchcock nell’affrontare un genere complesso come il thriller, il quale spesso può risultare ripetitivo. Da vedere.
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jackpug
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sabato 15 agosto 2015
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film quasi perfetto ... proprio come il film !
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Ancora un altro bel film da parte di questo grande regista che è Hitchcock.
"Il delitto perfetto" ( anche se questo delitto è davvero quasi perfetto ... ) presenta una normale trama che è molto simile a romanzi gialli scritti da Agatha Christie e con personaggi ormai noti a chi piace questo genere sia letterario che cinematografico : il colpevole, l'esca, la vittima, il complice ... solo che la situazione stavolta si vede dal punto di vista del colpevole e quindi riguardo tutto ciò che gli ruota attorno, personaggi compresi.
Il cast è ottimo : abbiamo Ray Milland nei panni di un misterioso marito che è interessato alla ricchezza della moglie, interpretata dalla bellissima Grace Kelly.
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Ancora un altro bel film da parte di questo grande regista che è Hitchcock.
"Il delitto perfetto" ( anche se questo delitto è davvero quasi perfetto ... ) presenta una normale trama che è molto simile a romanzi gialli scritti da Agatha Christie e con personaggi ormai noti a chi piace questo genere sia letterario che cinematografico : il colpevole, l'esca, la vittima, il complice ... solo che la situazione stavolta si vede dal punto di vista del colpevole e quindi riguardo tutto ciò che gli ruota attorno, personaggi compresi.
Il cast è ottimo : abbiamo Ray Milland nei panni di un misterioso marito che è interessato alla ricchezza della moglie, interpretata dalla bellissima Grace Kelly.
Da vedere se siete amanti del thriller ma anche a chi piace la regia di Hitchcock.
Molto bello, intrigante, particolare e anche interessante come film, come trama e soprattutto come sviluppo delle vicende.
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teardrop
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sabato 6 giugno 2015
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uno spaccato familiare verosimile
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"Segreti e Bugie" (1996), di Mike Leigh, è uno spaccato familiare verosimile, che rappresenta col giusto distacco, le vicende di una famiglia inglese. Contrariamente a quello che può apparire ad una lettura disattenta, non è un dramma inteso nel suo significato più ortodosso, ma una commedia dal sapore amaro, che mette in scena la sofferenza, la passione, il mondo interiore, la meschinità di vari personaggi.
La trama è semplice. Hortense, una giovane optometrista di colore, dopo la morte della madre adottiva, cerca di conoscere quella naturale. Scoprirà che è Cynthia, un'operaia bianca, fragile ed infelice, che vive in condizioni disagiate con la figlia Roxanne, ventenne frustrata ed aggressiva.
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"Segreti e Bugie" (1996), di Mike Leigh, è uno spaccato familiare verosimile, che rappresenta col giusto distacco, le vicende di una famiglia inglese. Contrariamente a quello che può apparire ad una lettura disattenta, non è un dramma inteso nel suo significato più ortodosso, ma una commedia dal sapore amaro, che mette in scena la sofferenza, la passione, il mondo interiore, la meschinità di vari personaggi.
La trama è semplice. Hortense, una giovane optometrista di colore, dopo la morte della madre adottiva, cerca di conoscere quella naturale. Scoprirà che è Cynthia, un'operaia bianca, fragile ed infelice, che vive in condizioni disagiate con la figlia Roxanne, ventenne frustrata ed aggressiva. In seguito a molti dubbi e qualche timore da parte della madre, col tempo si forma tra le due donne una reale relazione affettiva. Una festa in giardino, organizzata dal fratello di Cynthia, Maurice (Timothy Spall), benestante fotografo sposato con Monica, sarà l'occasione per dar sfogo ai reali sentimenti che legano i membri della famiglia. Vengono così a galla risentimenti, scorrono lacrime, si partecipa a dolorosi silenzi, si svelano segreti e si scoprono bugie celate per anni. Questa lunga sequenza, incarna la fase purificatrice, quando è abbattuto il muro dell'ipocrisia, si libererà spazio per fissare nuove amicizie e ritrovare affetti veri.
Un'opera molto distante dalle costose (spesso trascurabili) produzioni Hollywoodiane. Gli attori lavorarono senza sceneggiatura, il regista comunicò soltanto il ruolo che avevano nello svolgimento complessivo della storia, lasciando molta libertà nella costruzione del linguaggio e nella caratterizzazione dei personaggi. Un esperimento perfettamente riuscito perché in passato, raramente era stata messa in scena la vita, con tale realismo. Leigh, indagando il microcosmo della famiglia di Cynthia, riferisce lucidamente del malessere della famiglia nell'occidente, facendo un interessante studio della "middle-class" e del proletariato inglese. Ne svela le inquietudini, graffiando ed a volte divertendo, realizza affettuose ma anche crudeli visite nella vita della gente comune. E' appunto la quotidiana lotta per la vita delle persone semplici, vere, che fa da filo conduttore in questa commedia umana che prima seduce, poi conquista, perché è prima di tutto un film sulla ricerca d'amore.
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