matteobettini15gennaio
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martedì 10 aprile 2018
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l'asfalto che uccide
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Erwin 'Doc' Riedenschneider, un astuto ladro appena uscito di prigione, non perde tempo e si rimette subito all'opera. Grazie a informazioni ottenute mentre era detenuto, si reca da Cobby, un bookmaker che ha le mani in pasta in diversi affarucci. Il dottore (Sam Jaffe che, per la sua interpretazione, si guadagnò una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista) chiede a Cobby 50mila dollari per organizzare la rapina del secolo ai danni di una elegante gioielleria: il bottino conclusivo si dovrebbe aggirare attorno al milione di dollari (dell'epoca, siamo nel 1950). A uno a uno, il Dottore fa la conoscenza dei vari personaggi che rientrano in qualche modo in quella che è una rapina organizzata fin nei dettagli: Alonzo (Hugo nella versione italiana) Emmerich (Louis Calhern), avvocato un tempo facoltoso e che ora giace in cattive acque, il quale si offre di rivendere la refurtiva a vari ricettatori (in realtà, il suo scopo coincide col truffare tutti e dileguarsi col bottino); lo scassinatore Louis Ciavelli (Anthony Caruso), appena reso papà dalla sua compagna e destinato a morire anzitempo; Gus Minnisi (James Whitmore, spesso confuso con il grande Spencer Tracy per la loro somiglianza), titolare di un bar e che dovrà fungere da autista nel colpo; infine Dix Handley (Sterling Hayden, qui al vertice della sua carriera), una "pistola facile", tipo senza scrupoli e in perenne lotta col portafogli.
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Erwin 'Doc' Riedenschneider, un astuto ladro appena uscito di prigione, non perde tempo e si rimette subito all'opera. Grazie a informazioni ottenute mentre era detenuto, si reca da Cobby, un bookmaker che ha le mani in pasta in diversi affarucci. Il dottore (Sam Jaffe che, per la sua interpretazione, si guadagnò una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista) chiede a Cobby 50mila dollari per organizzare la rapina del secolo ai danni di una elegante gioielleria: il bottino conclusivo si dovrebbe aggirare attorno al milione di dollari (dell'epoca, siamo nel 1950). A uno a uno, il Dottore fa la conoscenza dei vari personaggi che rientrano in qualche modo in quella che è una rapina organizzata fin nei dettagli: Alonzo (Hugo nella versione italiana) Emmerich (Louis Calhern), avvocato un tempo facoltoso e che ora giace in cattive acque, il quale si offre di rivendere la refurtiva a vari ricettatori (in realtà, il suo scopo coincide col truffare tutti e dileguarsi col bottino); lo scassinatore Louis Ciavelli (Anthony Caruso), appena reso papà dalla sua compagna e destinato a morire anzitempo; Gus Minnisi (James Whitmore, spesso confuso con il grande Spencer Tracy per la loro somiglianza), titolare di un bar e che dovrà fungere da autista nel colpo; infine Dix Handley (Sterling Hayden, qui al vertice della sua carriera), una "pistola facile", tipo senza scrupoli e in perenne lotta col portafogli. La rapina ha un esito perfetto. Ma la malasorte decide di intervenire, riservando agli autori del colpo una sorte segnata: cadranno tutti, nelle mani della giustizia o in quelle della morte. Il film, che segna il debutto ufficiale di Marylin Monroe nei panni di Angela Phinlay, amante di Emmerich, è un capolavoro. Il regista John Houston, considerato uno dei maestri del Cinema hollywoodiano d'antan, sfrutta abilmente gli spazi chiusi, fin quasi a far diventare claustrofobico lo spettatore che si immedesima nella pellicola. In cui si respira un'atmosfera notturna a pieni polmoni. Una prerogativa estrapolata dal soggetto originale (il romanzo di W.R. Burnett) e resa al massimo grazie alla sceneggiatura dello stesso Houston e di Ben Maddow. Le musiche sono di Miklos Rozsa, sempre ispiratissimo. 'The asphalt jungle' è incluso nella lista de 'I 1001 fil da vedere prima di morire': qualifica strameritata (con, anche, le quattro nomination totali agli Oscar e le tre ai Golden Globe).
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vittorio deriu - sassari
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domenica 2 marzo 2008
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huston: la poesia della sconfitta
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Capolavoro assoluto che sarebbe sbagliato considerare semplicemente un film di "genere", trattandosi in realtà di un'opera cinematograficamente perfetta per regia, fotografia,commento musicale, sceneggiatura (scritta con la collaborazione di W.R. Burnett, autore del bellissimo romanzo omonimo) commento e per la memorabile galleria di personaggi resi in maniera superba da attori e caratteristi magistralmente diretti da un Huston in stato di grazia. Sterling
Hayden, Sam Jaffe e Louis Calhern inarrivabili. In definitiva, un grandissimo film che rinnovò gli schemi del cinema noir e fece scuola (registi del calibro di Kubrick, Dassin e Melville gli hanno tributato doverose citazioni), degno di figurare tra i migliori film di sempre a prescindere dalla qualità metaforica del titolo pur geniale ed abusato quanto "La doce vita" felliniana.
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Capolavoro assoluto che sarebbe sbagliato considerare semplicemente un film di "genere", trattandosi in realtà di un'opera cinematograficamente perfetta per regia, fotografia,commento musicale, sceneggiatura (scritta con la collaborazione di W.R. Burnett, autore del bellissimo romanzo omonimo) commento e per la memorabile galleria di personaggi resi in maniera superba da attori e caratteristi magistralmente diretti da un Huston in stato di grazia. Sterling
Hayden, Sam Jaffe e Louis Calhern inarrivabili. In definitiva, un grandissimo film che rinnovò gli schemi del cinema noir e fece scuola (registi del calibro di Kubrick, Dassin e Melville gli hanno tributato doverose citazioni), degno di figurare tra i migliori film di sempre a prescindere dalla qualità metaforica del titolo pur geniale ed abusato quanto "La doce vita" felliniana. Un' ultima annotazione: chi lo ha visto e rivisto più volte avrà indubbiamente constatato che il tempo ( sono passati circa 60 anni !) non ha minimamente scalfito l'impatto emotivo e drammatico che questo capolavoro riesce ancora a suscitare negli spettatori di qualunque generazione. MASSIMO DEI VOTI !
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eddie '85
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lunedì 29 novembre 2010
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sessanta anni e non sentirli!
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Sessanta anni e non sentirli! capolavoro del noir e del cinema in generale, "Giungla d'asfalto" mantiene intatta la sua grandezza ancora oggi.
Il rigoroso intreccio e la profondità dei personaggi danno al film una struttura e un'essenza da tragedia, sostenuta e resa più efficace dallo sconsolato discorso morale sotteso. In un'atmosfera sempre più noir, nella "giungla d'asfalto" che è la città, agiscono personaggi costretti a fare i criminali per sopravvivere: il grande colpo raccontato nel film serve ai protagonisti per sfuggire, per tornare ad un passato agreste che si reputa migliore ("quando tornerò, la prima cosa che farò è immergermi in un ruscello e togliermi la terra sporca della città") , per sembrare più potenti e importanti di quanto in realtà si sia, o per continuare a tenere il tenore di vita di sempre.
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Sessanta anni e non sentirli! capolavoro del noir e del cinema in generale, "Giungla d'asfalto" mantiene intatta la sua grandezza ancora oggi.
Il rigoroso intreccio e la profondità dei personaggi danno al film una struttura e un'essenza da tragedia, sostenuta e resa più efficace dallo sconsolato discorso morale sotteso. In un'atmosfera sempre più noir, nella "giungla d'asfalto" che è la città, agiscono personaggi costretti a fare i criminali per sopravvivere: il grande colpo raccontato nel film serve ai protagonisti per sfuggire, per tornare ad un passato agreste che si reputa migliore ("quando tornerò, la prima cosa che farò è immergermi in un ruscello e togliermi la terra sporca della città") , per sembrare più potenti e importanti di quanto in realtà si sia, o per continuare a tenere il tenore di vita di sempre.
Non c'è una manichea divisione buoni e cattivi: polizia e criminali devono giocare allo stesso gioco e con le stesse regole: sono la moderna civiltà e la nuova cultura urbana che lo impongono. Chiave di lettura di tutto il film è la frase detta dall'avvocato alla moglie riguardo ai criminali: "non sono poi tanto diversi da noi: sono solo la parte sinistra della lotta per la vita".
Come nel canone della tragedia, ad essere decisivo e a rendere vani gli sforzi dei protagonisti è il caso.
Nonostante il tema e il senso del film siano strettamente legati alla città, le scene sono girate quasi tutte in interni, la cui claustrofobica e scarna atmosfera "noir" è perfettamente resa dall'ottima fotografia.
Tra le pochissime scene in esterni, ci sono il bellissimo finale e l'altrettanto bello incipit: mentre scorrono i titoli di testa, è in scena, in campo lungo, la città deserta: dopo qualche secondo, sullo sfondo, appare una volante della polizia: nelle inquadrature immediatamente successive, con i titoli che ancora scorrono, un uomo, mai parte principale della scena, quasi come inghiottito dagli angusti spazi della giungla urbana, sembra sfuggire e nascondersi alla volante. Inizio da cinema classico perchè rende subito evidente con che personaggi abbiamo a che fare, ma anche molto significativo perchè introduce l'elemento tematico del contesto urbano che influisce sulle azioni.
Attori perfetti.
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il cinefilo
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martedì 28 settembre 2010
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john huston: genio del cinema noir
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TRAMA:Una banda di ladri compie un furto in una gioielleria ma i guai si presentano subito dopo...COMMENTO:Il regista John Huston firma un altro capolavoro del cinema noir dopo il suo leggendario film d'esordio IL MISTERO DEL FALCO e anche in GIUNGLA D'ASFALTO quest'autore fornisce un altissima prova della sua abilità stilistica.
La vicenda che viene raccontata descrive un mondo in cui,se non esistesse la polizia,il crimine sarebbe destinato a dominare incontrastato e dove l'avidità sembra essere diventato un autentico"modello di vita"impossibile da sradicare dalla società.
Il film può vantare una carrellata di personaggi assolutamente memorabili tra i quali occorre citare le straordinarie performance di attori come Sterling Hayden,Sam Jaffe e Louis Calhern(da notare anche la presenza,tra gli attori,di Marilyn Monroe)che offrono il meglio di loro stessi fornendo uno dei principali punti di forza della storia.
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TRAMA:Una banda di ladri compie un furto in una gioielleria ma i guai si presentano subito dopo...COMMENTO:Il regista John Huston firma un altro capolavoro del cinema noir dopo il suo leggendario film d'esordio IL MISTERO DEL FALCO e anche in GIUNGLA D'ASFALTO quest'autore fornisce un altissima prova della sua abilità stilistica.
La vicenda che viene raccontata descrive un mondo in cui,se non esistesse la polizia,il crimine sarebbe destinato a dominare incontrastato e dove l'avidità sembra essere diventato un autentico"modello di vita"impossibile da sradicare dalla società.
Il film può vantare una carrellata di personaggi assolutamente memorabili tra i quali occorre citare le straordinarie performance di attori come Sterling Hayden,Sam Jaffe e Louis Calhern(da notare anche la presenza,tra gli attori,di Marilyn Monroe)che offrono il meglio di loro stessi fornendo uno dei principali punti di forza della storia.
La tonalità cupa e affascinante della scenografia e il ritmo serrato e avvincente rappresentano una grossa"fetta"del fascino dell'opera insieme ad alcune scene che fanno storia in questo genere di cinema e tra queste spiccano per intensità la sequenza della rapina nella gioielleria e quella in cui Dix Handley(Sterling Hayden)si lascia morire dissanguato in mezzo a un campo in cui girano dei cavalli.
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davide_chiappetta
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domenica 19 luglio 2009
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capolavoro del robbery
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Per la prima volta in Giungla d’asfalto, come vent’anni dopo farà in Fat City, Huston riesce ad avvicinare, senza residui né scorie, il suo stile.Dice Huston che i registi fanno quasi sempre uno sbaglio: danno troppa importanza al colpo, e dimenticano i personaggi. In questo film senza stars la struttura drammatica non privilegia alcun personaggio in particolare e sfugge alle convenzioni del genere: non c’è un traditore, non una divisione manichea tra buoni e cattivi. cattivi. È una galleria di personaggi che, pur dislocati in una gerarchia di varia importanza narrativa, sono tutti definiti con la medesima forza nella prima parte del film, attraverso una catena di scene brevi e incisive che si susseguono a ritmo rapido, ricche di particolari significativi (gesti, frasi, comportamenti) cossiché lo spettatore ha imparato a conoscerli quando comincia la lunga sequenza del colpo alla gioielleria.
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Per la prima volta in Giungla d’asfalto, come vent’anni dopo farà in Fat City, Huston riesce ad avvicinare, senza residui né scorie, il suo stile.Dice Huston che i registi fanno quasi sempre uno sbaglio: danno troppa importanza al colpo, e dimenticano i personaggi. In questo film senza stars la struttura drammatica non privilegia alcun personaggio in particolare e sfugge alle convenzioni del genere: non c’è un traditore, non una divisione manichea tra buoni e cattivi. cattivi. È una galleria di personaggi che, pur dislocati in una gerarchia di varia importanza narrativa, sono tutti definiti con la medesima forza nella prima parte del film, attraverso una catena di scene brevi e incisive che si susseguono a ritmo rapido, ricche di particolari significativi (gesti, frasi, comportamenti) cossiché lo spettatore ha imparato a conoscerli quando comincia la lunga sequenza del colpo alla gioielleria. Allora, d’improvviso, il film cambia marcia: il ritmo spedito e teso s’allenta, e s’entra in un altro universo, dominato dalla realtà dinamica degli oggetti inanimati. Sia pure in una situazione e in un ambiente diversi, soltanto un altro regista ha saputo mettere in immagini altrettanto suggestive e drammatiche un confronto fisico fra l’uomo e gli oggetti, il Becker di Il buco (1959) regista che faceva parte della vecchia generazione, generazione non amata da quella nuova della nouvelle vague, ma Becker e Melville erano gli unici a essere da loro amati e idolatrati (giustamente).
Questo film è straordinario, se mi chiedesse qualcuno quale sequenza non si incastra con tutto il film, o quale sequenza o scena p migliore di tutto non saprei cosa rispondere neanche se lo rivedessi 200 volte, sono tutte straordinarie nella loro semplicità, gia dalla prima scena con Hayden che cammina nelle strade deserte della città con l'auto della polizia che lo segue e la magnifica musica di rosza siamo rapiti in questa dimensione da favola noir (strade deserte per colpire l'immaginazione dello spettatore, solo poliziotti e gangsters), poi via via che il film procede in modo spedito capiamo e amiamo tutti i personaggi con il loro ambiente i loro tic i loro gesti, a metà film il lungo silenzio durante il colpo i rumori degli oggetti le pause e il resto assumono connotazioni metafisiche che vanno al di la del film di rapina, (lo stesso faceva kubrick) poi il colpo accidentale lo sparo, la caduta, tutto ritorna alla velocità della prima parte ma stavolta in senso tragico elisabettiano del termine, i protagonisti iniziano a cadere come birilli a uno a uno, un anabasi cittadina, la morte di cianelli e il suo lamento appena udibile, ha più realismo e senso tragico nella sua banalità,che la morte di hayden un po troppo sentimentale e scontata, il film è perfetto perchè siamo rapiti dai gesti, dall'espressioni memorabili degli attori, dalle inquadrature azzeccatissime del regista, nessuna cosa sovrasta l'altra, parti perfette per la moglie di Louis Calhern che sarà ripresa da kubrick in rapina a mano armata, o per quella di marylin, o la moglie di cianelli, o la ragazzina che balla con jaffe davanti al jubox poco prima di essere arrestato. Huston crea una scuola o meglio un modello inizato dal neorealista Dassin nella "città nuda" "Forza bruta" e il meraviglioso "i trafficanti della notte".
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samanta
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domenica 8 novembre 2020
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quando il destino colpisce ...
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Il film uscito nel 1950, è un classico del genere noir con un'ottima fotografia in bianco e nero; la regia è di John Houston ormai affermato regista dopo Il mistero del falco, Il tesoro della Sierra Madre e L'Isola di corallo. Giungla d'asfalto ebbe un buon riscontro da parte della critica ma fu un clamoroso flop al box office. Il regista si rifarà l'anno dopo con la Regina D'Africa.
Dick (Sterling Haiden) è un piccolo criminale (furti, rapine in tabaccherie), vive nella periferia di una grande città e si rovina con le scommesse sulle corse dei cavalli, ha una simpatia per una ragazza Olga (Jean Hagen) che invece lo ama profondamente.
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Il film uscito nel 1950, è un classico del genere noir con un'ottima fotografia in bianco e nero; la regia è di John Houston ormai affermato regista dopo Il mistero del falco, Il tesoro della Sierra Madre e L'Isola di corallo. Giungla d'asfalto ebbe un buon riscontro da parte della critica ma fu un clamoroso flop al box office. Il regista si rifarà l'anno dopo con la Regina D'Africa.
Dick (Sterling Haiden) è un piccolo criminale (furti, rapine in tabaccherie), vive nella periferia di una grande città e si rovina con le scommesse sulle corse dei cavalli, ha una simpatia per una ragazza Olga (Jean Hagen) che invece lo ama profondamente. Dick ha rapporti litigiosi con un biscazziere Cobby al quale Erwin (Sam Joffe: Gungadin, Orizzonte perduto) un criminale dall'apparenza di gentiluomo appena uscito dalla prigione, ha proposto un grosso colpo. Il progetto consiste nel scassinare una cassaforte di una importante gioielleria che ha un deposito di diamnti, il valore è di oltre 1 milione di $ (di allora). Cobby accetta e per il furto indica 3 uomini necessari: uno è Dick, il secondo è Louis (Anthony Caruso) specialista in cassaforti ed infine come autista Giulio-Gus (James Withmore,per il finanziamento e il ricettatore si rivolge a Emmerich (Louis Calhern: Notorious, Il cielo può attendere) un avvocato con agganci nella criminalità, che vive nel lusso, con la moglie ammalata e una giovane amante Angela (Marilyn Monroe al suo vero esordio cinamatografico), che provvederà a trovare il ricettatore quanto al finanziamento chiede a Cobby di anticiparlo (50.000 $) stante l'mmediatezza del colpo. Il furto riesce con un ricco bottino, ma il destino si accanisce subito:Dick tramortisce una guardia che cadendo gli sfugge la pistola e parte un colpo che ferisce Louis, che muore il giorno dopo; Dick ed Erwin vanno da Emmerich a portare il bottino per avere i soldi pattuiti, ma l'avvocato che è in rovina economica non solo non da i soldi ma ha assoldato un detective per prendere la refurtiva e scappare all'estero, il detective spara ma viene ucciso e Dick rimane ferito; Emmerich porta via il cadavere mentre la polizia che sospetta d Cobby e di Erwin arresta il biscazziere che racconta tutto e sono arrestati Giulio e Emmerich che da un falso alibi non confermato dall'amante; nel frattempo Dick si separa da Erwin e gli lascia il bottino, cerca di raggiungere malgrado la ferita la fattoria nel Kentucky che era dei suoi, insieme ad Olga; Erwin per una sua sbadataggine viene fermato occasionalmente dalla polizia e riconosciuto viene arrrestato; quanto a Dick muore appena arrivato in vista dalla fattoria.
Il film narra una vicenda cupa, nessuno si salva, anche se un pò di empatia la suscita Dick per il suo desiderio di ritornare a fare il contadino, tutti sono disperati, disillusi dalla vita, avidi di denaro, la violazione della legge è la regola, anche la polizia è corrotta solo cercando la pubblicità nei massmedia, unicamente Olga si salva vivendo onestamente e pretende nulla se non affetto. In poche parole è il John Houston de Il Tesoro della Sierra Madre. Ottima la performance interpretativa di Sterling Hayden e dei vari comprimari, tra cui eccelle James Whitmore.
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