baldo
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martedì 13 marzo 2007
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ladri di biciclette
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LADRI DI BICICLETTE
Un film di Vittorio De Sica. Con Lamberto Maggiorani, Lianella Carell, Elena Altieri, Enzo Staiola, Vittorio Antonucci, Memmo Carotenuto, Gino Saltamerenda, Giulio Chiari, Mario Meniconi, Ida Bracci Dorati, Fausto Guerzoni, Carlo Jachino, Sergio Leone, Massimo Randisi, Checco Rissone, Michele Sakara, Peppino Spadaro, Nando Bruno, Giovanni Corporale, Giulio Battiferri, Eolo Capritti, Emma Druetti. Genere Drammatico, b/n, 92 minuti. Produzione Italia 1948.
Dopo due anni dall’assoluto capolavoro pluripremiato, addirittura anche con l’Oscar, del cinema neorealista “Sciuscià”, uscito nel 1946, Vittorio De Sica torna nuovamente sul grande schermo con uno di quei film che faranno parlare per anni e anni, quale è “Ladri di Biciclette”(1948).
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LADRI DI BICICLETTE
Un film di Vittorio De Sica. Con Lamberto Maggiorani, Lianella Carell, Elena Altieri, Enzo Staiola, Vittorio Antonucci, Memmo Carotenuto, Gino Saltamerenda, Giulio Chiari, Mario Meniconi, Ida Bracci Dorati, Fausto Guerzoni, Carlo Jachino, Sergio Leone, Massimo Randisi, Checco Rissone, Michele Sakara, Peppino Spadaro, Nando Bruno, Giovanni Corporale, Giulio Battiferri, Eolo Capritti, Emma Druetti. Genere Drammatico, b/n, 92 minuti. Produzione Italia 1948.
Dopo due anni dall’assoluto capolavoro pluripremiato, addirittura anche con l’Oscar, del cinema neorealista “Sciuscià”, uscito nel 1946, Vittorio De Sica torna nuovamente sul grande schermo con uno di quei film che faranno parlare per anni e anni, quale è “Ladri di Biciclette”(1948).
Vantando l’illustre collaborazione del genio di Zavattini, e la libera interpretazione dall’omonimo romanzo di Bartolini, Ladri di Biciclette impiegherà non più di qualche settimana ad imporsi sul mercato cinematografico internazionale e mondiale.
Il film narra la storia di un pover’uomo, così potremmo senza alcuna ombra di dubbio definire il protagonista Antonio Ricci, da non confondere con l’attuale re della junk-television, che dovrà affrontare mille peripezie solamente per trovare un lavoro dignitoso e tenerselo stretto ; il tutto avverrà in uno scenario desolato di una Roma reduce da bombardamenti e guerriglie.
Il nostro protagonista riesce , con qualche sforzo, a trovare finalmente un’occupazione, non delle migliori, ma di certo un impiego dignitoso che potesse assicurargli il minimo indispensabile per procurarsi il cibo.
Tuttavia per svolgere la sua funzione, quella dell’attacchino appunto, doveva essere necessariamente provvisto di una bicicletta, strumento che oggi giorno per noi è scontato e accessibile a tutti, ma che allora, in un Italia da ricostruire, veniva considerato quasi come un lusso, soprattutto dai ceti meno abbienti, che costituivano la stragrande maggioranza della popolazione.
Antonio sarà costretto a chiedere un favore a sua moglie, che senza esitare più di tanto , e capendo a pieno la pietosa situazione, impegnerà sei dei suoi lenzuoli, per poter acquistare il velocipede.
La sfortuna però vuole, che proprio durante il suo primo giorno di lavoro, il nostro attacchino, fresco di assunzione, venga derubato.
Proprio da questo punto in poi inizierà la drammatica e avvincente epopea, che porterà Antonio a vagare per l’intera capitale senza alcun ausilio, se non quello di qualche fidato amico, come il netturbino Baiocco e del figlioletto Bruno, interpretato magnificamente.
Il colpevole è un comune ragazzaccio di strada, che dopo diversi avvistamenti e inesorabili tentativi di fuga, verrà finalmente catturato, ma ciò nonostante subito rilasciato per insufficienza di prove, e come se non bastasse protetto da una folla di zotici che sommergerà di insulti e ingiurie i nostri due mal capitati, che nient’altro possono fare, se non andarsene con la coda tra le gambe.
Il film si concluderà con una delle scene più pietose e riflessive di tutta la storia del cinema, che vede protagonisti un padre e un figlio ,distrutti dalla malasorte, in lacrime mentre percorrono la strada di casa, dopo il fallimento di un furto di una bicicletta incustodita, che non solo ha significato un insanabile danno alle loro finanze, ma anche un inguaribile maltrattamento della loro dignità che mai più scorderanno.
Inevitabile è soffermarsi sulla rappresentazione nuda e cruda della realtà devastata che sommergeva l’Italia postbellica, una realtà in cui sorgeva naturale e spontaneo il rifiuto per quelli che erano i falsi valori dell’era appena conclusa, una realtà in cui non si poteva fare a meno di evidenziare lo stato indecente e il degrado in cui la nostra civiltà sprofondò a causa della guerra, una realtà comune a tutti accompagnata anche da una certa solidarietà che contraddistingueva quegli anni bui e cupi.
L’opera di Zavattini e De sica, insieme a “Roma, città aperta”, sarà uno dei capisaldi su cui si reggerà e da cui prenderà spunto l’intera attività neorealista fino al 1952, data che coincide appunto con la conclusione di questo tanto acclamato movimento.
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vincent vega
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martedì 20 giugno 2006
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la triste verità
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questo film ci rappresenta la vera vità del dopoguerra: combattere per mangiare, accettare le ingiustizie dei bricconcelli che c'erano, e vivere, perchè la stessa vit all'epoca era una battagglia!!!
forse oggi non è cambiato un gran che, ma almeno si mangia...
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marco 91
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martedì 30 maggio 2006
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il neorealismo
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Il manifesto del neorealismo. Il film che ha saputo meglio rappresentare l'Italia del dopo guerra e che ha saputo lanciare il cinema italiano nel mondo. Grandissimo Vittoria De Sica, uno dei pochi nostri registi apprezzati anche in America.
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ziogiafo
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venerdì 29 aprile 2005
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ziogiafo - ladri di biciclette- 2^ parte
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ziogiafo - Ladri di biciclette- 2^ parte -
.../... si riprende dalla 1^ parte-
La tragica atmosfera, lo stato d'animo dei protagonisti, si avverte
anche in assenza di raffinate scomposizioni delle sequenze
cinematografiche,dissolvenze o eventuali superflui primi piani, che
il grande regista volutamente omette.
All'epoca, per questo film, si era parlato anche di un probabile
ingaggio del famoso Cary Grant, come protagonista, ma alla fine
questo ruolo fu affidato sapientemente al bravo Lamberto Maggiorani,
che, da illustre sconosciuto, almeno fino ad allora, ... si collocò
all'interno della storia, in maniera così naturale da rafforzarne
perfino la credibilità. Con il passar del tempo lo spettro della
disoccupazione si faceva sempre più avanti, Antonio in preda allo
sconforto, tenta di allontanare il figlio mandandolo a casa, per
essere più libero di mettere in atto quello che aveva in mente.
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ziogiafo - Ladri di biciclette- 2^ parte -
.../... si riprende dalla 1^ parte-
La tragica atmosfera, lo stato d'animo dei protagonisti, si avverte
anche in assenza di raffinate scomposizioni delle sequenze
cinematografiche,dissolvenze o eventuali superflui primi piani, che
il grande regista volutamente omette.
All'epoca, per questo film, si era parlato anche di un probabile
ingaggio del famoso Cary Grant, come protagonista, ma alla fine
questo ruolo fu affidato sapientemente al bravo Lamberto Maggiorani,
che, da illustre sconosciuto, almeno fino ad allora, ... si collocò
all'interno della storia, in maniera così naturale da rafforzarne
perfino la credibilità. Con il passar del tempo lo spettro della
disoccupazione si faceva sempre più avanti, Antonio in preda allo
sconforto, tenta di allontanare il figlio mandandolo a casa, per
essere più libero di mettere in atto quello che aveva in mente.
Entra in azione ... e, in maniera scoordinata,tenta di impossessarsi
di una bicicletta appoggiata ad un portone,sale in sella e scappa,
ma viene raggiunto rapidamente sia dal proprietario che non smette di
gridare al ladro! ... al ladro! Sia dalle altre persone accorse che
lo rincorrono e lo bloccano. Dopo schiaffi e pugni che neanche
sentiva in quel drammatico momento,Antonio si accorge di subire
questa grande umiliazione sotto gli occhi del figlio, che intanto era
ritornato sui suoi passi, quasi avesse intuito le intenzioni del
padre. In un finale struggente,Bruno (Enzo Staiola) va a difendere
tenacemente il padre, che fortunatamente viene rilasciato per
compassione, senza essere denunciato.
Il bambino infila la sua mano in quella del padre stringendogliela,
quasi a far capire: "Combatteremo sempre insieme in questa vita
difficile!". E ... comunque, non ti preoccupare, perchè ci sono
anch'io. Un commovente Enzo Staiola, bravissimo in tutto il film.-
Il grande cinema italiano ...nel mondo.
Da vedere assolutamente !!!-
Cordialmente,
ziogiafo
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ziogiafo
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venerdì 29 aprile 2005
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ziogiafo - ladri di biciclette- 1^ parte
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ziogiafo - Ladri di biciclette- 1^ parte -
Un meraviglioso esempio di cinema puro, interpretato da attori non professionisti, ambientato nella tragica realtà del dopoguerra. "La vita degli umili in un'opera d'arte" ... recita il sottotitolo
della locandina dell'epoca."Ladri di biciclette" è veramente un'opera
unica,un capolavoro,un grande classico del neorealismo italiano,
girato interamente in esterni da un magico Vittorio De Sica.
Il film racconta la drammatica storia di un operaio, Antonio, che in
seguito al furto della sua preziosa bicicletta, preso da
un'indescrivibile ansia cerca di reagire e inizia una corsa
forsennata contro il tempo, per recuperare a tutti i costi il
maltolto.
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ziogiafo - Ladri di biciclette- 1^ parte -
Un meraviglioso esempio di cinema puro, interpretato da attori non professionisti, ambientato nella tragica realtà del dopoguerra. "La vita degli umili in un'opera d'arte" ... recita il sottotitolo
della locandina dell'epoca."Ladri di biciclette" è veramente un'opera
unica,un capolavoro,un grande classico del neorealismo italiano,
girato interamente in esterni da un magico Vittorio De Sica.
Il film racconta la drammatica storia di un operaio, Antonio, che in
seguito al furto della sua preziosa bicicletta, preso da
un'indescrivibile ansia cerca di reagire e inizia una corsa
forsennata contro il tempo, per recuperare a tutti i costi il
maltolto. Uno sfibrante tour de force, lo porta a vagare per un
giorno intero per le strade di Roma, insieme al figlioletto Bruno,
alla disperata ricerca della bicicletta rubata. Aggrappato ad una
labile speranza di ritrovare al più presto quel fondamentale
"strumento di lavoro", senza del quale avrebbe sicuramente perso
l'incarico di attacchino appena conquistato. Stanco e disorientato
quando le ricerche risultano ormai vane, perde di vista anche il
figlio che gli trotterellava sempre intorno fino ad un minuto prima,
allora, entra nel panico totale. In un momento di lucidità, cerca di
ravvedersi e dopo aver ritrovato Bruno ed essersi tranquillizzato, si
ferma in una trattoria per mangiare e per fare il punto della
situazione. Padre e figlio vivono la stessa angoscia ma non si
arrendono e continuano le ricerche.
.../... continua nella 2^ parte
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ziogiafo
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venerdì 29 aprile 2005
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ziogiafo - il grande cinema italiano ...nel mondo.
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ziogiafo - Ladri di biciclette- Italia 1948 -
Un meraviglioso esempio di cinema puro, interpretato da attori non
professionisti, ambientato nella tragica realtà del dopoguerra.
"La vita degli umili in un'opera d'arte" ... recita il sottotitolo
della locandina dell'epoca."Ladri di biciclette" è veramente un'opera
unica,un capolavoro,un grande classico del neorealismo italiano,
girato interamente in esterni da un magico Vittorio De Sica.
Il film racconta la drammatica storia di un operaio, Antonio, che in
seguito al furto della sua preziosa bicicletta, preso da
un'indescrivibile ansia cerca di reagire e inizia una corsa
forsennata contro il tempo, per recuperare a tutti i costi il
maltolto.
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ziogiafo - Ladri di biciclette- Italia 1948 -
Un meraviglioso esempio di cinema puro, interpretato da attori non
professionisti, ambientato nella tragica realtà del dopoguerra.
"La vita degli umili in un'opera d'arte" ... recita il sottotitolo
della locandina dell'epoca."Ladri di biciclette" è veramente un'opera
unica,un capolavoro,un grande classico del neorealismo italiano,
girato interamente in esterni da un magico Vittorio De Sica.
Il film racconta la drammatica storia di un operaio, Antonio, che in
seguito al furto della sua preziosa bicicletta, preso da
un'indescrivibile ansia cerca di reagire e inizia una corsa
forsennata contro il tempo, per recuperare a tutti i costi il
maltolto. Uno sfibrante tour de force, lo porta a vagare per un
giorno intero per le strade di Roma, insieme al figlioletto Bruno,
alla disperata ricerca della bicicletta rubata. Aggrappato ad una
labile speranza di ritrovare al più presto quel fondamentale
"strumento di lavoro", senza del quale avrebbe sicuramente perso
l'incarico di attacchino appena conquistato. Stanco e disorientato
quando le ricerche risultano ormai vane, perde di vista anche il
figlio che gli trotterellava sempre intorno fino ad un minuto prima,
allora, entra nel panico totale. In un momento di lucidità, cerca di
ravvedersi e dopo aver ritrovato Bruno ed essersi tranquillizzato, si
ferma in una trattoria per mangiare e per fare il punto della
situazione. Padre e figlio vivono la stessa angoscia ma non si
arrendono e continuano le ricerche.
La tragica atmosfera, lo stato d'animo dei protagonisti, si avverte
anche in assenza di raffinate scomposizioni delle sequenze
cinematografiche,dissolvenze o eventuali superflui primi piani, che
il grande regista volutamente omette.
All'epoca, per questo film, si era parlato anche di un probabile
ingaggio del famoso Cary Grant, come protagonista, ma alla fine
questo ruolo fu affidato sapientemente al bravo Lamberto Maggiorani,
che, da illustre sconosciuto, almeno fino ad allora, ... si collocò
all'interno della storia, in maniera così naturale da rafforzarne
perfino la credibilità. Con il passar del tempo lo spettro della
disoccupazione si faceva sempre più avanti, Antonio in preda allo
sconforto, tenta di allontanare il figlio mandandolo a casa, per
essere più libero di mettere in atto quello che aveva in mente.
Entra in azione ... e, in maniera scoordinata,tenta di impossessarsi
di una bicicletta appoggiata ad un portone,sale in sella e scappa,
ma viene raggiunto rapidamente sia dal proprietario che non smette di
gridare al ladro! ... al ladro! Sia dalle altre persone accorse che
lo rincorrono e lo bloccano. Dopo schiaffi e pugni che neanche
sentiva in quel drammatico momento,Antonio si accorge di subire
questa grande umiliazione sotto gli occhi del figlio, che intanto era
ritornato sui suoi passi, quasi avesse intuito le intenzioni del
padre. In un finale struggente,Bruno (Enzo Staiola) va a difendere
tenacemente il padre, che fortunatamente viene rilasciato per
compassione, senza essere denunciato.
Il bambino infila la sua mano in quella del padre stringendogliela,
quasi a far capire: "Combatteremo sempre insieme in questa vita
difficile!". E ... comunque, non ti preoccupare, perchè ci sono
anch'io. Un commovente Enzo Staiola, bravissimo in tutto il film.-
Il grande cinema italiano ...nel mondo.
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certa
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lunedì 21 marzo 2005
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bello
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proprio un bel film...da non perdere
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