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Il tesoro della Sierra Madre |
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Un film di John Huston.
Con Humphrey Bogart, Bruce Bennett, Tim Holt, John Huston, Walter Huston.
continua»
Titolo originale The Treasure of the Sierra Madre.
Avventura,
b/n
durata 126 min.
- USA 1948.
MYMONETRO
Il tesoro della Sierra Madre  
valutazione media:
4,30
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'ORO E' TORNATO LA' DOVE L'AVEVAMO PRESO!
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| giovedì 9 ottobre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nel Messico del 1920 tre Americanos squattrinati si accingono a cercare l’oro sulle impervie montagne della Sierra Madre, riuscendo infine a trovarlo, ma, come aveva predetto il saggio Howard (un vecchio cercatore, interpretato da Walter Huston) la ricchezza segna la fine dell’amicizia, al punto che Dobbs (Humphrey Bogart) tenta di uccidere il compagno Curtin (Tim Holt) per sottrargli la sua parte. I desperados della Sierra, tallonati dai Federales, fanno il resto, disperdendo inconsapevolmente il tesoro faticosamente accumulato e finendo davanti al plotone d’esecuzione. L’anziano Howard, che nel frattempo è diventato un apprezzato guaritore presso una tribù indigena, la prende con filosofia, mentre Curtin ritiene di avere ancora una nobile missione da compiere. Una storia cruenta nel contesto di un western psicologico, ambientato in una terra aspra e inospitale, dove la sopravvivenza rappresenta una lotta quotidiana. Il film, diretto da John Huston e attinto dal celeberrimo romanzo di Berick Traven, è un autentico capolavoro in bianco e nero della durata di 126 minuti che meritò nel 1949 l’aggiudicazione di 3 Oscar (miglior regia, miglior attore non protagonista a Walter Huston, padre del regista, e miglior sceneggiatura a John Huston)oltre a 3 Golden Globe come miglior film drammatico, miglior regia e miglior attore non protagonista a Walter Huston. Il Messico tratteggiato da Traven, povero e travagliato da miseria e rivoluzioni continue, riproposto sullo schermo nella produzione della Warner Bros., è infido e crudele quanto i bandidos che vi imperversano, assaltando treni e ammazzando la gente anche per motivi banali. Humphrey Bogart, solitamente impiegato in ruoli positivi, riveste qui una performance che si articola in due fasi distinte: dalla condizione iniziale di diseredato passa all’alterazione prodotta dal rapido e improvviso arricchimento. Personaggio fondamentale del film rimane tuttavia il vecchio cercatore d’oro Howard, che, pur avendo inseguito la fortuna per quasi tutta la sua vita senza riuscire a raggiungerla, non ha smarrito la sua umanità di fondo. Anche l’ultima esperienza, che gli fa soltanto sfiorare la ricchezza, non abbatte la sua figura monolitica, costruita su sani principi. Il giovane Curtin uscirà da quest’avventura povero in canna, com’era alla partenza, ma fortemente rigenerato nello spirito. Fra le tante sequenze di crudo realismo che la pellicola mostra, memorabile quella della fucilazione dei banditi da parte dei Federales della Jefatura Municipal. Il vento soffia via il sombrero di uno dei giustiziati, così come disperde fra la polvere l’oro contenuto nei sacchetti fatti a pezzi dai fuorilegge a colpi di machete: un tocco d’arte del grande maestro John Huston.
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