Tempi moderni |
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Un film di Charles Chaplin.
Con Charles Chaplin, Paulette Goddard, Henry Bergman, Tiny Sandford.
continua»
Titolo originale Modern Times.
Comico,
b/n
durata 80 min.
- USA 1936.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 8 dicembre 2014.
MYMONETRO
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Chaplin: davvero un Artista impareggiabile!
di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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lunedì 30 luglio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Uno dei capolavori del cinema mondiale e indubbiamente il migliore tra i film muti di Chaplin. Charlot lavora ad una catena di montaggio nella quale il suo compito è avvitare i bulloni; i ritmi alienanti e frenetici di quel mestiere lo fanno sprofondare in un progressivo esaurimento nervoso a causa del quale dev'essere ricoverato. Si riprende, ma si ritrova disoccupato. Tra un impiego saltuario e l'altro, viene scambiato per un capo comunista e finisce addirittura in prigione (dove però ha il cibo assicurato, e per questo motivo tenterà più volte di tornarvi). Dopo tutte queste avventure, incontrerà una giovane ladruncola: instaurerà con lei un importante rapporto d'amicizia e d'amore. Sarà proprio questo, insieme al loro spirito di sacrificio, a permettergli di proseguire fiduciosi il cammino verso l'ignoto, come dimostra la stupenda inquadratura finale. "Modern Times" comincia con una lucida critica ai dogmi della produttività: l'uomo è psicologicamente subordinato all'industria, costretto a lavorare come un robot al solo scopo di produrre ricchezza per la società; ridotto ad una semplice particella dello sconfinato sistema industriale, non può provare emozioni né avere la possibilità di realizzarsi. Chaplin si ribella, tanto nella finzione scenica quanto nella realtà. Vivendo per strada, senza fissa dimora e senza una destinazione precisa, l'uomo sviluppa la propria personalità, mette a frutto le sue doti, cresce e soprattutto impara a sognare (in fabbrica non può farlo). Il film spiega questo concetto attraverso una serie di eventi concatenati, grazie a delle immagini splendidamente ordinate, ed è anche un elogio alla vita errabonda: non sai mai cosa ti capita, ma qualunque cosa (bella o brutta) succeda, tu sai farne tesoro e sperare che vada meglio in futuro. Moltissime le sequenze celebri: Charlot inghiottito dagli ingranaggi della macchina; il tuffo nell'acqua bassa; Charlot sui pattini a rotelle nel grande magazzino; la "Titina", buffissima canzone che il protagonista interpreta in un grammelot italo-anglo-francese. Tra l'altro, in quest'occasione si ascoltò per la prima volta la sua voce. Superlativa P. Goddard. Pochissime volte il cinema ha raggiunto una così perfetta commistione fra umorismo e pathos, realismo e malinconia.
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