Fièvre

In un bar di Marsiglia arrivano alcuni marinai appena sbarcati. Uno di essi riconosce nella padrona (Eve Francis) una donna che un tempo ha amato. Ne segue una rissa col padrone (Gaston Modot): un frequentatore abituale del bar (Footitt) uccide il marinaio. "Delluc pensa direttamente in immagini. Abbiamo qui un bar, un porto, la notte. Ed è tutto. Da questa immagine iniziale e dominante deriva la successione delle immagini che costituiscono lo sviluppo del film. L'aneddoto non interviene che come appoggio all'impalcatura del quadro, per portarne al massimo l'intensità espressiva. Il testo non interviene che nella misura dello stretto necessario. Tutto l'interesse si concentra quindi sulla ripartizione dei valori. (...) L'acuta finezza della prima parte ci ha affascinati, ma l'autore aveva comunque il diritto di preferire la pochade alla descrizione" (Moussinac). La seconda parte, dominata dagli aneddoti, è la peggiore. Ma la prima ci dà un quadro notevole dell'ambiente d'un bar e dei suoi frequentatori abituali, con brevi e sicuri tocchi impressionistici. Sensibile è sempre la preoccupazione di legare i personaggi all'ambiente sociale. La regola delle tre unità è così ben rispettata che l'azione corrisponde al tempo della proiezione. Intitolato dapprincipio La boue, il film fu autorizzato dalla censura soltanto dopo che ne fu cambiato il titolo e vi furono operati tagli importanti.
Da Dizionario dei film, Firenze, Sansoni, 1968