Giacomo Debenedetti
Fa meraviglia che questo film sia potuto incorrere in curiose riserve proprio qui in Italia, e proprio da parte della critica. Una tradizione gloriosa, ormai più che secolare, dovrebbe averci allenati a distinguere il “libretto” dalla “musica”, e a riconoscere come le melodie più ispirate e sincere possano nascere sulle parole più goffe, sulle situazioni più artefatte e, in apparenza, innette a comportarle. Si dirà che cinema e melodramma lirico sono due cose ben diverse. Il cinema è uno spettacolo, dove azione vuol dire tanto la vicenda quanto il gesto che esteriorizza la vicenda. [...]
di Giacomo Debenedetti, articolo completo (6655 caratteri spazi inclusi) su 25 febbraio 1938