Red Riding: 1974 |
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Un film di Julian Jarrold.
Con Andrew Garfield, David Morrissey, John Henshaw, Anthony Flanagan, Warren Clarke.
continua»
Drammatico,
durata 102 min.
- Gran Bretagna 2009.
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Il Cuore nero della provincia Inglesedi gianleo67Feedback: 61482 | altri commenti e recensioni di gianleo67 |
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giovedì 17 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giovane reporter dello Yorkshire Post indaga sui misteriosi ed efferati omicidi seriali di alcune bambine rapite e poi brutalmente violentate. Ne emerge un quadro a tinte fosche di inquietanti e inconfessabili connivenze tra un magnate immobiliare, le autorità di polizia locale e persino i vertici del giornale per cui lavora. Tra depistaggi, abusi e corruzione il suo interesse per la verità viene apertamente osteggiato fino al tragico e sanguinoso epilogo. Thriller per la televisione con una chiara vocazione cinematografica il film di Julian Jarrold si fa apprezzare per le atmosfere cupe e inquietanti di una provincia britannica perversa e corrotta (lontana dagli stereotipi della swinging London di quegli anni) e per alcuni interessanti spunti visivi che prediligono l'uso singolare e personale del piano sequenza e un montaggio che alterna momenti di descrizione ordinaria degli eventi alla percezione onirica e soggettiva di un protagonista che si addentra nei meandri di una verità sconcertante e inconfessabile (suggestive le sequenze del campo nomadi immerso nella straniante polluzione di un inferno abitato dalle inquietanti presenze di derelitti condannati ad una dannazione terrena). Sostenuto da un buon ritmo narrativo e dal filo conduttore di una insinuante e coerente trama gialla, non riesce tuttavia a sostenere validamente le dinamiche di un'azione che concentra le proprie attenzioni sul protagonista rischiando di smarrire il quadro di una visione generale che si attarda sovente su vicende e personaggi (il giornalista buono e quello cattivo, il poliziotto onesto e quello corrotto, le donne vittime e complici del carnefice, perfino lo stesso potente e inquietante manipolatore) che mancano di una credibile caratterizzazione rendendo alcuni aspetti della vicenda confusi e pretestuosi (si fa riferimento al peso di prove inconfutabili, come il dossier del giornalista ucciso e le piccole vittime da cercare 'sotto i cespugli', che rimangono elementi vaghi e irrisolti del quadro probatorio) banalizzando così gli spunti più interessanti di una narrazione che si appiattisce su un finale inverosimile e precipitoso.
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