Il Rito |
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Un film di Mikael Hafström.
Con Anthony Hopkins, Colin O'Donoghue, Alice Braga, Toby Jones, Ciarán Hinds.
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Titolo originale The Rite.
Thriller,
durata 114 min.
- USA 2011.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 11 marzo 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
Il Rito
valutazione media:
2,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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o rito cu tutt a manodi maRBusFeedback: 874 | altri commenti e recensioni di maRBus |
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venerdì 22 giugno 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il diavolo probabilmente.... nei film holliwodiani , o vomita zuppa di piselli o veste Prada . Qui però il punto di focalizzazione si sposta dalla possessione demoniaca vera e propria ai dubbi del giovane che vuol farsi prete senza possedere ( appunto) la giusta dose di fede o convinzione. Ma viene incastrato dalle alte sfere della lobby talare e praticamente costretto a prendere "lezioni private" di esorcismo dallo scalcagnato veterano Hopkins che vive a Roma in una stamberga piena di gatti ed ha una borsa piena di ranocchi. Neanche vedendo una ragzzina incinta che si contorce, cambia voce e vomita chiodi , il giovane si convince dell'effettiva esistenza del demonio. Neanche vedendo un bambino con il torace pieno di morsi infertigli in sogno da un mulo con gli occhi rossi. E sopratutto neanche sentendo la Cucinotta che recita bene la sua unica battuta ( Padre, grazie per tutto quello che sta facendo per noi). Hopkins ce la mette tutta per convincerlo dell'esistenza del male ma il ragazzo, non avendo fede in Dio (probabilmente avendo visto la madre morire da piccolo) non può nenache credere nel suo opposto. Ed è su questo scetticismo che fa leva tutto il film , fino al finale in cui sarà prorpio il ragazzo a doversela vedere con lo stesso suo mentore posseduto dal demonio ( e sembra di vedere Hannibal Lecter) . Il film, tocca alcuni topoi del racconto cinematografico , i dubbi esistenziali dell'uomo di fede che deve scavare dentro di se , il male radicato nella vita quotidiana, il rapporto tra allievo e maestro, ma lo fa - grazie anche al mestiere del regista Hafstrom - in un modo non scontato. E la paura , a volte autentica, non viene tanto dal visto quanto dal nascosto. Al film nulla toglie e nulla mette la presenza di Giampiero Ingrassia e Cecilia Dazzi - in brevissimi camei ospedalieri - che evidentemente si trovavano li per caso. Per quelli che credono di non credere.
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