Il Rito |
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Un film di Mikael Hafström.
Con Anthony Hopkins, Colin O'Donoghue, Alice Braga, Toby Jones, Ciarán Hinds.
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Titolo originale The Rite.
Thriller,
durata 114 min.
- USA 2011.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 11 marzo 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
Il Rito
valutazione media:
2,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il Rito - Niente di nuovo, solo e sempre Hopkinsdi PinoDeLucaFeedback: 700 | altri commenti e recensioni di PinoDeLuca |
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giovedì 17 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Se qualcuno credeva di assistere a mirabilie horror o triller ad alta tensione, rimane deluso da una pellicola per molti versi
legata alla sola presenza "inquietante" di Hopkins, alla sua performance istrionesca e sempre suggestiva.
Che poi il tema delle presenze demoniache sia attuale e sotto costante "attenzione" da parte della
Santa Sede cattolica romana, non stupisce in questi anni di depressione economica mondiale senza alcuna
luce all'orizzonte. Se anche il protagonista principale (e con lui dunque il regista) non fa che ripetere che non
sa bene a cosa credere esattamente e che solo la "carne martoriata dalle unghie" del dubbio lo costringe a
combattere il male nella ricerca della verità, il tema è alquanto antico e logoro. Il sottile filo tra psicanalisi e
trionfo del male è pure male accennato: sembra che talune personalità e profili di salute mentale possono
essere "male interpretati" o discrezionalmente e soggettivamente definiti: ombre che non giovano
assolutamente alla dignità di talune branche medico-scientifiche.
Pacchiana è la rappresentazione dell'entità diabolica sotto forma di animali dalle pupille incandescenti o di
chiodi di ferro vomitati a iosa; e se non fosse per alcuni sfondi di una Roma sempre accattivante (oltre che
nel confine Vaticano) fin nei suoi colli e sobborghi più pittorescamente luridi e infestati dai gatti, la
sceneggiatura si ridurrebbe a sogno onirico perfettamente riproducibile in qualche metro quadrato di studio
di ripresa.
In conclusione: perchè la Cucinotta si è infilata in una simile produzione senza profferire parola? Per vedere
recitare il protagonista Hopkins, il sempre "malefico" Hauer o perchè colpita dal fatto che un esperto esorcista (secondo quanto recitano le didascalie finali) vive nei pressi di Firenze?
Belle e brave Braga e Gastini; quest'ultima nella sua drammatica interpretazione fa intravedere potenzialità espressive di alta classe. Ultima annotazione: era proprio necessario riferire che il film si riferisce a fatti realmente accaduti?
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