Il grande silenzio |
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Un film di Sergio Corbucci.
Con Luigi Pistilli, Klaus Kinski, Marisa Merlini, Jean-Louis Trintignant, Frank Wolff.
continua»
Western,
durata 105 min.
- Italia 1967.
- 20th Century Fox Italia
uscita martedì 19 novembre 1968.
MYMONETRO
Il grande silenzio
valutazione media:
3,75
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Assassini nel nome della leggedi Gianni LuciniFeedback: 29144 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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giovedì 15 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Anche per la legge la vita degli uomini ha un prezzo. Si chiama taglia e viene stabilita al momento dell'incriminazione. Essa viene applicata a tutti quelli che sfuggono alla cattura senza distinguere tra chi non ha ancora avuto un processo e chi l'ha già avuto, tra i poveracci che hanno rubato per la fame e i criminali incalliti. La gravità dell'accusa cambia il valore del compenso ma non la sostanza e così tanti piccoli ricercati messi insieme valgono quanto un implacabile e tenace assassino e sono molto più facili da uccidere, soprattutto quando si trovano bloccati sulle pendici di un monte da un inverno rigido che non lascia tregua. È questo il calcolo che attrae a Snow Hill i cacciatori di taglie che si arricchiscono uccidendo ricercati. Sono predatori senza pietà ma la loro esistenza è funzionale al mantenimento dell'ordine in un sistema costruito sulla competizione e sulla capacità di emergere a danno degli altri il cui simbolo principale non è lo sceriffo Corbett, ma il freddo banchiere e giudice di pace Pollicut. Non c'è alcun speranza per chi resta indietro. Quando la violenza coincide con la legge perché è parte costitutiva del sistema stesso né un micidiale pistolero come Silenzio e nemmeno un onesto idealista con la stella come Corbett possono cambiare le cose. Sergio Corbucci rovescia i codici leoniani dove l'antieroe solitario alla fine trionfa e racconta come un uomo solo non possa vincere contro un sistema che affonda le sue radici nella violenza. Quando un sistema affonda le sue radici nella violenza l'oppositore solitario è destinato a essere sconfitto
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