Miami Vice |
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Un film di Michael Mann.
Con Colin Farrell, Jamie Foxx, Li Gong, Ciarán Hinds.
continua»
Thriller,
durata 134 min.
- USA 2006.
uscita venerdì 6 ottobre 2006.
MYMONETRO
Miami Vice
valutazione media:
3,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Niente male, ma...di FiDeLiOFeedback: 0 |
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mercoledì 11 ottobre 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mi accingo ad elencare d'apprima quello che mi ha lasciato un pò di amaro in bocca, contando che le recensioni finora presentate hanno divinizzato questa opera... La sceneggiatura, mi è parsa troppo caratterizzata da alti e bassi. La causa, pensandoci bene, è dovuta principalmente al taglio tecnico-spettacolare che ha scelto di dare il regista, probabilmente perché vi erano fini più commerciali rispetto a opere più "pure" come Collateral o Insider. La trama mi sembra molto spezzettata: da una parte per l'uso post-moderno del montaggio che ci sbalza da una situazione all'altra in modo frenetico (aspetto positivo), dall'altra il taglio videoclipparo, spesso condito da accompagnamenti sonori alla MTV (nn voglio giudicare la scelta dei brani che è eccellente) che fanno da transizione (aspetto negativo) tra un blocco narrativo a un altro. Questo ultimo aspetto mi ha un pò infastidito. Mi ha dato l'idea di insicurezza e di carenza, forse per l'assidua ripetitività. Non nego una cultura, rimandante alla fruizione videomusicale (se osservate bene si riflette anche nella scelta delle inquadrature), ma mi è apparsa troppo dispersiva. Incantevole sì, per i continui dolly, per i gran brani scelti ma il tutto mi è risultato nocivo nei confronti della tensione spettatore-opera. Ultimo bug: i due personaggi appaiono più come maschere o giù di lì. Non vi ho notato nessun approfondimento psiicologico-emozionale e ciò ha fatto si che i due protagonisti si disperdessero l'uno dentro l'altro. C'è più situazione, a tratti dispersiva, e meno caratterizzazione dei personaggi. Ora vorrei passare al tocco registico che mi è parso notevole. Nuovamente l'uso del digitale ci accompagna in questo film con ottimi risultati. Lo sguardo ci colloca in una Miami di confine, un sottoinsieme della vera metropoli. Un universo notturno dimenticato dove lo sguardo si perde, si frammenta tra i continui giochi di riflesso (fari delle auto, luci della città, riflessi freddi dei palazzi, persino quando vengono inquadrati in dettaglio gli occhiali). Si distingue la dialettica VERITA'-APPARENZA, la quale in questo gioco iconografico-figurativo acquista il ruolo di protagonista. (il tutto accompagnato dal sapiente uso del montaggio). Tutta la storia è un gioco di maschere, nel quale la verità e la menzogna (noi riusciamo a distinguerla ma non è lo stesso per l'interno della diegesi) si confondono, si affrontano in un'atmosfera dove anche l'etica risulta intaccata. Guardate i personaggi: tutte figure borderline, ambigue,che oscillano tra uno statuto e l'altro. Nessuno si presenta come eroe...
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