La vicenda è ambientata in Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale, ed in particolare nelle campagne emiliane nell'anno 1943.
Pietro (Michael Segal) e Lucia (Debbie Rochon) vivono con Alice (Marysia Kay), sorella di quest'ultima, in un angusto e isolato casolare di campagna circondato solo da campi coltivati e da case in lontananza.
Convivono da tempo e quotidianamente con i loro problemi: Luigi, il fratello di Pietro, è soldato in guerra e di lui non si hanno notizie ormai da parecchio; Pietro è tormentato da un problema serio ad un ginocchio, che gli permette a stento di lavorare nella sua tenuta; Alice, ragazza problematica di più di venti anni, che non parla, ha continui incubi e visioni notturne e si comporta come una bambina piccola.
Ma un giorno le cose cambiano, Alice per errore fa cadere il secchio dentro al pozzo e il padre, nel tentativo di recuperarlo, smuove qualcosa sul fondo che sprigiona una luce e un fumo accecante.
Sul momento nulla di particolarmente sconvolgente, ma pian piano si rendono conto che quell'evento ha trasformato l'acqua in qualcosa di miracoloso: i dolori al ginocchio di Pietro spariscono improvvisamente, Alice ricomincia a parlare, i frutti dell'orto diventano in poco tempo enormi e abbondanti come non mai prima, nonché dopo poco tempo torna Luigi dal fronte.
Ma sarà solo l'inizio, perché in breve tempo quella presenza demoniaca sprigionata maldestramente dal protagonista, dopo averli ammaliati presenterà loro il conto con gli interessi.
Zuccon, appassionato e quasi ossessionato dai racconti di H. P. Lovecraft, si basa questa volta su "The Colour Out of Space".
Malgrado un inizio abbastanza promettente e carico di tensione, questa evapora pian piano durante una narrazione priva di grossi spunti originali, dove l'esorcismo e la possessione demoniaca la fanno da padrone.
L'ambientazione è la stessa degli altri film del regista (casolari isolati), stessa quantità di "sangue" che sgorga da ovunque e chiunque, stessi stratagemmi orrorifici utilizzati nei suoi lavori precedenti (ronzio di mosche su corpi insanguinati e in decomposizione; bambole che dovrebbero essere "inquietanti"; sesso esplicito e violento; croci che cadono; effetti speciali scolastici; ecc).
Zuccon, giunto ormai al suo sesto lavoro alla regia, sembra in questo modo voler rimanere un regista di nicchia con una claque di fan nostalgici molto ristretto; non sembra infatti volersi emancipare creando un prodotto moderno di successo, impresa per cui a mio parere avrebbe tutto il talento necessario per riuscire.
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