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Non so quanti anni abbia il regista, ma nella sua pretenziosità perfino ingenua il film sembra il tipico lavoro di un diplomato fresco fresco di una scuola di cinema, che infila dentro tutte le idee astratte ricevute e studiate, tutti i suoi sogni abborracciati da aspirante artista, senza ancora averle mediate con l'esperienza, la riflessione e il senso del ridicolo. Siccome non è privo di talento, il filo "formale" del film a tratti non è nemmeno male. Ma è troppo inzeppato di soluzioni banali: l'ostentazione di inquadrature asimmetriche e scentrate, la penosa sequenza del fuorifuoco finché il personaggio non avanza fino ad essere a fuoco ecc ecc. E poi la risibile contrapposizione tra il video del protagonista e la versione col montaggio melenso: come se non esistessero altre vie, tra la pretenziosità ingenuamente arty del ragazzino e la melensaggine da prodotto di confezione. Le altre vie esistono, eccome: e sono quelle del cinema, a cominciare magari proprio da quello hollywoodiano che è di gran lunga più evoluto delle banali contrapposizioni di cui si nutrono gli indipendenti che puzzano tanto di Sundance. Insomma: qualche qualità c'è, ma annegata in una superficialità scolastica, in un'ingenuità pretenziosa, e a me pare in una scarsa riflessione sul cinema. Anche perché di questo tipo di "sperimentalismo" ne abbiamo visto a sazietà nei decenni precedenti, e si sperava di non doverci più avere a che fare.
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