La provinciale

Da un racconto di Moravia, una storia di bovarismo raccontata in maniera normale dallo scrittore, mentre la particolarità del film consiste molto nel racconto sulle tracce dei protagonisti, che poi si intrecciano. Insomma una storia a scatole cinesi molto originale e ben fatta, che lentamente, ma fruttuosamente, ci fa partecipi della trama. Sceneggiato dallo stesso regista con il contributo di Giorgio Bassani, De Feo e Jean Ferry (per motivi di cooproduzione). Un Soldati davvero inaspettato, che ha preso coraggio a quattromani ed è ritornato ad un cinema di qualità e di sperimentazione. Fotografia a quattro mani, davvero superba e da ricordare, interpreti eccezionali a cominciare da una Lollobrigida in fase drammatica, che ha preceduto di un soffio Pane Amore e Fantasia, ma che avrebbe dato un'orientamento giusto per la sua permanenza nel cinema di qualità, Soldati ne fu, giustamente, entusiasta. Ferzetti nel ruolo del marito, in una interpretazione in togliere, ma in uno dei ruoli migliori della sua carriera. Interlenghi, ruolo quasi incestuoso, per questo attore che ha avuto nella prima parte della sua carriera delle occasioni di grande cinema. Alda Mangini, un'attrice bravissima, che ha avuto qui un'occasione fantastica dove è potuta uscire alla grande, e senz'altro la sua migliore occasione cinematografica Scenografie di Flavio Mogherini, uno dei nostri grandi. La Provinciale oggi vive una sua seconda, e meritata giovinezza per i festeggiamenti del centenario della nascita di Mario Soldati. Da dimenticare la versione televisiva della Ferilli, un po' per la storia davvero annacquata ed allungata allo sproposito ed molto di più per le doti della Ferilli, che in questa prova sono state risibili