Franklyn |
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Un film di Gerald McMorrow.
Con Eva Green, Ryan Phillippe, Sam Riley, Bernard Hill, Jay Fuller.
continua»
Drammatico,
durata 98 min.
- Francia, Gran Bretagna 2008.
- Mediafilm
uscita venerdì 17 aprile 2009.
MYMONETRO
Franklyn
valutazione media:
2,91
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Senza una fede qualsiasi luogo sembra una prigionedi Gus da MoscaFeedback: 60 | altri commenti e recensioni di Gus da Mosca |
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sabato 30 maggio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E' un film ch si presta a diverse letture. Ci si puo' fermare all'intreccio narrativo e scoprire un'ennesimo, originale soggetto frammentato, raccontato in ordine sparso, sottoponendo lo spettatore ad una dura prova di connessione ed immedesimazione col film. Considero questo meccanismo narrativo la parte piu' logora di questo film: troppi ormai i soggetti cinematografici basati sul ribaltamento e sulla riconnessione della storia negli ultimi 15 minuti. Ma si puo' leggere il film in modo meno epidermico, accorgendosi che l'eleganza della prima lettura e' in gran parte dovuta al modo con cui sono proposti i 3 caratteri principali, affetti da un comune disagio psichico. Il film non osserva queste 3 menti dall'esterno, in termini patologici, ma dall'interno di esse stesse. Ognuno dei 3 personaggi racconta il proprio disagio in prima persona, usando linguaggi diversi. Le parole in soggettiva di Preest, i silenziosi "gesti artistici" di Emilia, i dialoghi di Milo con le persone reali ed immaginarie. Si scivola dal piano psichico a quello esistenziale, che trova una provvisoria giustificazione nel finale del film. La ricomposiizione meccanica del puzzle narrativo non risolve, ne' fornisce indicazioni agli aspetti esistenziali, su cui si era snodato l'intero film. Lo spettatore che si era avventurato in una lettura piu' profonda del film rimane con ipotesi in sospeso e non gli basta la soddisfazione di essere riuscito a capire l'incastro finale della storia. Scenografie e costumi sofisticati quanto le musiche contribuiscono nel dare uno stile uniforme ad un'opera sospesa tra la triste fiaba fantastica e l'incubo, scivolato in un sogno, interrotto da un'esplosione. Non voglio porre questo film sul piano del meccanicismo "ideal-scientifico" di Donnie Darko, anche se ammetto che il deludente finale di Franklyn e' un brusco scivolone verso una troppo facile e meccanica "spiegazione" della storia e basta.
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