Non c'è dubbio, i Rolling Stones fanno ancora brillare le loro canzoni come stelle nel firmamento della musica del nostro tempo. Questo è il titolo parafrasato del film: Shine a light, "fa brillare una luce". Le stelle più esplosive, lucenti e longeve. Il film racconta questo tematicamente e visualmente, in un teatro con scenografie, luci e cineprese a servizio della band rock d'origine inglese. Durante il concerto non-stop, scorrono a tratti immagini di quando Mick, Keith, Charlie e Ronnie erano ancora giovani e il mondo si chiedeva chi fossero e i perchè del loro successo, del loro essere così spregiudicati e fuori dalle regole. Senza trucchi di alcun genere, Scorsese segue fedelmente con una serie di cineprese disposte nel teatro i quattro Stones durante il loro sforzo artistico. Il film è un flusso interminabile ed energico di musica quasi sempre rock, pulsante, con pochi attimi di tregua blueseggiante o country. E' un film. Non un documentario e non la solita ripresa sconclusionata di un concerto. Tuttavia Scorsese non fa sentire troppo la sua mano. Rimane discretamente dietro le quinte: si mostra solo all'inizio, durante i preparativi, e alla fine. E' un film che toglie il fiato e che ti assorda piacevolmente. C'è una dialettica diretta fra i Rolling Stones e la cinepresa. La loro musica è puro cinema: uno spettacolo magnifico che non può fare altro che incantare. Notevoli anche le interpretazioni con musicisti/cantanti di supporto, come il nero Buddy Guy, lo spaccachitarre esperto di rhythm and blues; il giovane Jack White dei White Stripes e la prorompente virtuosa del canto Christina Aguilera.
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