fedeleto
|
lunedì 12 luglio 2010
|
la donna assassina...
|
|
|
|
Ogni volta che si va al cinema a vedere un giallo ,ci si aspetta sempre di capire chi e' l'assassino, e per quale motivo agisca.La donna della domenica,firmato dal grande regista luigi comencini,e' si un giallo ma anche molto ambizioso ,poiche scava nella vita della persone altolocate per arrivare a comprendere il motivo di un omicidio riguardante un ambiguo architetto.Da un punto si vista intrinseco il film manifesta una sua struttura solida(si ricorda che la sceneggiatura e' tratta da un romanzo) e riesce magnificamente a esprimere tale dote con colpi di scena che danno un tocco di suspence (l'inseguimento della macchina bianca col parafango urtato),sicuramente non siamo di fronte ad un giallo alla fulci,o alla martino, ma l'abilita' di comencini non e' del tutto indifferente,e sperimenta questo genere in maniera piu' che sufficente,interessante la parte del commisario di mastroianni( anche se nn convince al cento per cento) ma un grande encomio va fatto alla bisset per la sua eccezionale bellezza.
[+]
Ogni volta che si va al cinema a vedere un giallo ,ci si aspetta sempre di capire chi e' l'assassino, e per quale motivo agisca.La donna della domenica,firmato dal grande regista luigi comencini,e' si un giallo ma anche molto ambizioso ,poiche scava nella vita della persone altolocate per arrivare a comprendere il motivo di un omicidio riguardante un ambiguo architetto.Da un punto si vista intrinseco il film manifesta una sua struttura solida(si ricorda che la sceneggiatura e' tratta da un romanzo) e riesce magnificamente a esprimere tale dote con colpi di scena che danno un tocco di suspence (l'inseguimento della macchina bianca col parafango urtato),sicuramente non siamo di fronte ad un giallo alla fulci,o alla martino, ma l'abilita' di comencini non e' del tutto indifferente,e sperimenta questo genere in maniera piu' che sufficente,interessante la parte del commisario di mastroianni( anche se nn convince al cento per cento) ma un grande encomio va fatto alla bisset per la sua eccezionale bellezza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fedeleto »
[ - ] lascia un commento a fedeleto »
|
|
d'accordo? |
|
e. hyde
|
venerdì 10 giugno 2016
|
passate una buona notte
|
|
|
|
Scritto con disinvoltura da Age e Scarpelli, diretto con finezza e sensibilità da Luigi Comencini, segue fedelmente il magistrale romanzo di Fruttero e Lucentini, una intrigante miscela di thriller e commedia con un originale e complicato intreccio e uno spaccato sociale ed economico preciso anche se non molto approfondito. Il regista mescola, alterna la sua vena comica e quella melodrammatica, temi e generi (grottesco compreso) con grande mestiere. La fotografia di Luciano Tovoli è sapiente e ricercata, la musica di Ennio Morricone è semplice ma molto accattivante. Tutto il cast è straordinario: Jacqueline Bisset, allora considerata la più bella attrice del mondo è in un ruolo, tra il sentimentale e il decadente, di moglie annoiata di un ricco industriale che passa le giornate con schermaglie intellettuali e discussioni circa la corretta pronuncia di Boston con un suo amico (interpretato con finezza da Jean-Louis Trintignant), erede aristocratico snob molto sicuro di sé occupato in gran parte da una ricerca di stile: ritiene volgare sia avere una macchina costosa che una a buon mercato quindi prende il taxi.
[+]
Scritto con disinvoltura da Age e Scarpelli, diretto con finezza e sensibilità da Luigi Comencini, segue fedelmente il magistrale romanzo di Fruttero e Lucentini, una intrigante miscela di thriller e commedia con un originale e complicato intreccio e uno spaccato sociale ed economico preciso anche se non molto approfondito. Il regista mescola, alterna la sua vena comica e quella melodrammatica, temi e generi (grottesco compreso) con grande mestiere. La fotografia di Luciano Tovoli è sapiente e ricercata, la musica di Ennio Morricone è semplice ma molto accattivante. Tutto il cast è straordinario: Jacqueline Bisset, allora considerata la più bella attrice del mondo è in un ruolo, tra il sentimentale e il decadente, di moglie annoiata di un ricco industriale che passa le giornate con schermaglie intellettuali e discussioni circa la corretta pronuncia di Boston con un suo amico (interpretato con finezza da Jean-Louis Trintignant), erede aristocratico snob molto sicuro di sé occupato in gran parte da una ricerca di stile: ritiene volgare sia avere una macchina costosa che una a buon mercato quindi prende il taxi. Loro bersaglio è il declino sociale e morale personificato da un architetto fallito, ricattatore e maniaco sessuale (il sempre misurato Claudio Gora in una delle sue tante felici caratterizzazioni). In una lettera scritta a mano la donna ne vorrebbe l'omicidio (rituale?). Quando viene ucciso, il commissario Santamaria (Mastroianni) è incaricato dalle più alte autorità di agire con i i guanti e altissima discrezione. Come la Bisset e Trintignant anche Mastroianni ha grande eleganza e sottigliezza in un personaggio ricco di sfumature: serio e sensibile, attratto dalla Torino sofisticata con un occhio di riguardo per le donne ma che con senso del dovere persegue con tenacia l'indagine. Il suo confronto con la bella altoborghese, che vede nel caso un modo per ingannare la noia, misura l'abisso tra un ceto vuoto e inutile e gli onesti lavoratori come nel cinema populista del ventennio (ad esempio nelle opere di Mario Camerini, in cui alle tinte cattoliche e fasciste si univano venature socialiste e umanitarie: “Gli uomini che mascalzoni”; “Darò un milione”; "Il signor Max”; "Grandi magazzini”). La coppia omosessuale è presentata come normale quando esserlo e ammetterlo era un problema. Una memorabile Lina Volonghi è la bigotta che lamenta il lassismo verso le prostitute che entrano nel giardino della sua villa. La gente comune, i benpensanti odiano gli irregolari, gli spostati, gli anormali, gli ossessi, cui imputano la pretesa di conoscere solo loro la durezza di una vita di vergogna, di sconfitta, di impotenza. Benpensanti arcaici e chiusi moralisti arrivano a desiderare se non a mettere in atto l'eliminazione dei “diversi”. Il film (e il libro) adotta il punto di vista del commissario, malinconico per un ordine sociale travolto dai fatti ma indulgente e comprensivo. Non giudica. Intanto il cuore magico e gotico di Torino pulsa sotto la facciata. Il film evidenzia i rapporti di classe anche se il suo umorismo non prende tutto sul serio; ma Trintignant, all'epoca, affermò: "È un thriller, ma soprattutto un film su una Torino che esiste davvero, una città strana dove ci sono 700.000 siciliani e 300.000 torinesi, i siciliani poveri, i torinesi ricchi, i siciliani sfruttati e i torinesi sfruttatori, una città in cui vi è una tensione assolutamente straordinaria. Questi sono personaggi decadenti che sono alla fine di una civiltà."
[-]
|
|
[+] lascia un commento a e. hyde »
[ - ] lascia un commento a e. hyde »
|
|
d'accordo? |
|
carloalberto
|
martedì 11 gennaio 2022
|
film datato e noioso nonostante il cast
|
|
|
|
Comencini traspone un romanzo giallo di Fruttero e Lucentini in una commedia all’italiana, genere di cui è maestro, con la sceneggiatura dei soliti Age e Scarpelli. Morricone ripropone la colonna sonora di Un cittadino al di sopra di ogni sospetto, riveduta e corretta, ma fiacca e monotona e senza la forza ed il ritmo di quella straordinaria ed indimenticabile del capolavoro di Petri. Scialba la recitazione di Mastroianni nella sua interpretazione, non memorabile, del commissario Santamaria. Fanno meglio Trintignant e Aldo Reggiani nella parte della coppia gay, sebbene coloriscano un po’ troppo i loro personaggi, alla maniera de’ Il vizietto, rendendoli quasi caricaturali.
[+]
Comencini traspone un romanzo giallo di Fruttero e Lucentini in una commedia all’italiana, genere di cui è maestro, con la sceneggiatura dei soliti Age e Scarpelli. Morricone ripropone la colonna sonora di Un cittadino al di sopra di ogni sospetto, riveduta e corretta, ma fiacca e monotona e senza la forza ed il ritmo di quella straordinaria ed indimenticabile del capolavoro di Petri. Scialba la recitazione di Mastroianni nella sua interpretazione, non memorabile, del commissario Santamaria. Fanno meglio Trintignant e Aldo Reggiani nella parte della coppia gay, sebbene coloriscano un po’ troppo i loro personaggi, alla maniera de’ Il vizietto, rendendoli quasi caricaturali. Il cast è ricco e variegato, pieno di volti noti della televisione e vecchi caratteristi, con la presenza di due grandi attori di teatro, Lina Volonghi e Claudio Gora, di una star internazionale, Jacqueline Bisset, ed altri ottimi professionisti dell’epoca come Giuseppe Anatrelli e Omero Antonutti. Nonostante lo straordinario cast e tranne alcuni siparietti comici con Pino Caruso, il film è datato, convenzionale, noioso, ed appare come un ennesimo, stanco, triste ed intristito esemplare di commedia all’italiana, genere che a metà degli anni ‘70 aveva esaurito ormai del tutto la sua vitalità e si sarebbe, finalmente, estinto da lì a qualche anno.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carloalberto »
[ - ] lascia un commento a carloalberto »
|
|
d'accordo? |
|
|