E al sorger del sole, destato dall’armonioso cinguettio di una motosega, il giovane si levò dal giaciglio. Dopo essersi ristorato al desco di famiglia (ma senza famiglia, si era destato un po’ troppo tardi), balenò tra i suoi ricordi la favola che il vecchio saggio luminoso (e costoso) avea raccontata la sera precedente.
Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese egli canta di Dixie Dwyer, bel musico della Harlem del lontano 1928, pallido tra i mori, costretto tra l’amor per la gentil Vera Cicero e l’obbedienza al suo boss Dutch. Nel mentre, passione rubò il cuore di due giovani neri: Sandman Williams e una ballerina della locanda attorno alla quale tutto gira: il celeberrimo Cotton Club.
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E al sorger del sole, destato dall’armonioso cinguettio di una motosega, il giovane si levò dal giaciglio. Dopo essersi ristorato al desco di famiglia (ma senza famiglia, si era destato un po’ troppo tardi), balenò tra i suoi ricordi la favola che il vecchio saggio luminoso (e costoso) avea raccontata la sera precedente.
Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese egli canta di Dixie Dwyer, bel musico della Harlem del lontano 1928, pallido tra i mori, costretto tra l’amor per la gentil Vera Cicero e l’obbedienza al suo boss Dutch. Nel mentre, passione rubò il cuore di due giovani neri: Sandman Williams e una ballerina della locanda attorno alla quale tutto gira: il celeberrimo Cotton Club.
Quale il destino per questi poveri (per modo di dire, due di loro…) innamorati? Riuscirà l’ardore a resistere ai colpi dei tiranni? E soprattutto… perché mai il giovane si levò con cotanta verbosità? Quale il sortilegio che colpì con codesto farfugliato e inopportuno favellare?
Ve lo spiego subito: il superfluo. Umile omaggio a un regista che ne ha fatta un’arte. Il superfluo nello sfarzo dei colori, dei suoni (frastornanti), direi anche della recitazione.
La storia è anche fragile, ma poco importa se ci affascina l’esagerato. Personalmente adoro i colori nei film di Coppola. L’avevo già scritto commentando il mediometraggio di New York stories. Qui è supportato da un cast di livello, partendo dal grande Bob: quando Madden entra in scena il film ha un immediato salto di qualità. Solo per la faccia. E chi ha riconosciuto Bumpy Rhodes, il gangster che copre il Bamville? E’ Lawrence Fishburne (allora per tutti era Larry, anche nei titoli di testa), Morpheus. L’ha scoperto Coppola, prima con Rusty il selvaggio, poi qui.
Infine, udite udite, compare un treno un po’ particolare, alla fine della storia: il 20th Century Limited. Nel 1902 riprese l’usanza antica del tappeto rosso: quando si presentava una celebrità per prendere quel treno, veniva steso un tappeto rosso: da qui, in ogni manifestazione importante, il red carpet. Suona nuovo questo termine?
Per tornare al film, non è un capolavoro, piuttosto è affascinante, tranne per quelli che hanno la fobia dei film vecchi (2004? Troppo vecchio, scherzi?!). Ma per quelli non esiste film che sia affascinante, perché i bei film non scadono, e queste persone non l’hanno capito. Là, polemica! Così per simpatia! Ma d’altra parte, è vero che sono stato “destato dall’armonioso cinguettio di una motosega”.
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