francesca romana cerri
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lunedì 12 dicembre 2011
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un giallo psicologico paranormale
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Un luogo di fantasmi, vero o no, tutti li vedono. Fino all'ultimo si spera che quella psudorealtà sia smascherata, che una spiegazione scientifica dia ragione a quelle inquietanti visioni. Ma qui entra il dramma della protagonista che dopo aver svelato i misteri comincia lei stessa a non liberarsi di quelle visioni inquietanti. E questo perchè quelle visioni sono parte di un passato che non si cancella che urla il dolore di una famiglia dentro quelle mura. E' più reale e tangibile di una qulasiasi spiegazione scientifica. Il vedere quello che non c'è, il portarselo dentro è condizione umanissima di chi non ha fatto i conti con un incoscio che ha memoria e che sollecitato ricomincia ad urlare.
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Un luogo di fantasmi, vero o no, tutti li vedono. Fino all'ultimo si spera che quella psudorealtà sia smascherata, che una spiegazione scientifica dia ragione a quelle inquietanti visioni. Ma qui entra il dramma della protagonista che dopo aver svelato i misteri comincia lei stessa a non liberarsi di quelle visioni inquietanti. E questo perchè quelle visioni sono parte di un passato che non si cancella che urla il dolore di una famiglia dentro quelle mura. E' più reale e tangibile di una qulasiasi spiegazione scientifica. Il vedere quello che non c'è, il portarselo dentro è condizione umanissima di chi non ha fatto i conti con un incoscio che ha memoria e che sollecitato ricomincia ad urlare. Lo psicodramma familiare è terribile, è scioccante e riemerge prepotentemente aldilà di ogni resistenza, come una scena che si ripete difronte allo sguardo distrutto della protagonista. Giallo accattivante, elegantissimo esteticamente e perfettamente recitato. E' la scuola inglese che si fà sentire, è il gusto dellla grande recitazione e dell'estetica che emerge anche in un film di paura. In altre nazioni si sarebbe risolto tutto con l'eccesso, con gli effetti speciali. Qui gli effetti veramente speciali sono i sentimenti.
Francesca Romana Cerri
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(di lorry)
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onufrio
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sabato 29 dicembre 2012
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rookford:1921
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Thriller sulla falsariga di The Others, ambientato nell'Inghilterra post prima guerra Mondiale. La presenza di un presunto fantasma nella scuola di Rookford porterà la protagonista a sfatare quest'ennesimo falso fantasma che si aggira in quelle enormi stanze, ma soltanto poco dopo Florence (Rebecca Hall) dovrà ricredersi e andare a fondo in questo misterioso enigma dai risvolti soprattutto personali, verrà fuori il suo tormentato passato, come si suol dire: usciranno fuori i suoi fantasmi (mai frase è più azzeccata in questo caso). La storia è interessante, le scene più da tensione sono scopiazzate da vari film (es.
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Thriller sulla falsariga di The Others, ambientato nell'Inghilterra post prima guerra Mondiale. La presenza di un presunto fantasma nella scuola di Rookford porterà la protagonista a sfatare quest'ennesimo falso fantasma che si aggira in quelle enormi stanze, ma soltanto poco dopo Florence (Rebecca Hall) dovrà ricredersi e andare a fondo in questo misterioso enigma dai risvolti soprattutto personali, verrà fuori il suo tormentato passato, come si suol dire: usciranno fuori i suoi fantasmi (mai frase è più azzeccata in questo caso). La storia è interessante, le scene più da tensione sono scopiazzate da vari film (es. l'immagine sfocata del fantasma con apertura sempre più grande della bocca ESP-fenomeni paranormali e tanti altri film del genere); il finale coinvolge e ti lascia il dubbio fino all'ultimo secondo. Rebecca Hall sopra le righe, molto brava.
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festuceto
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giovedì 27 agosto 2020
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apri gli occhi... e piangi!
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In una modernità sempre più afflitta (paradossalmente) dalla superstizione e dall'ossessione per l'occulto, The Awakening sembrerebbe, a un primo distratto sguardo, un'interessante e pressoché inedita, variazione sul tema: una giovane donna istruita e razionale, sfida lo spiritismo, le credenze nell'aldilà, estremamente di moda nell'Europa degli anni 20, reduce dagli orrori della Grande Guerra e dall'ecatombe della Spagnola. Ma l'intenzione moraleggiante dell'esordiente regista, si palesa sin dalle prime battute. La novella Houdini (nella realtà uno dei più acerrimi nemici dello spiritismo e degli spiritisti), dopo un'illusorio quanto effimero trionfo dello scetticismo razionalista, rivela subito la propria fragilità (del resto è una donna no? E non siamo in un action movie) e lentamente "apre gli occhi" liberandosi dalle opprimenti catene della razionalità e calandosi in un prevedibile (suggestivo se vogliamo, ma pur sempre pedissequo e ridondante) racconto di spiriti e spiritelli, dal sapore vittoriano.
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In una modernità sempre più afflitta (paradossalmente) dalla superstizione e dall'ossessione per l'occulto, The Awakening sembrerebbe, a un primo distratto sguardo, un'interessante e pressoché inedita, variazione sul tema: una giovane donna istruita e razionale, sfida lo spiritismo, le credenze nell'aldilà, estremamente di moda nell'Europa degli anni 20, reduce dagli orrori della Grande Guerra e dall'ecatombe della Spagnola. Ma l'intenzione moraleggiante dell'esordiente regista, si palesa sin dalle prime battute. La novella Houdini (nella realtà uno dei più acerrimi nemici dello spiritismo e degli spiritisti), dopo un'illusorio quanto effimero trionfo dello scetticismo razionalista, rivela subito la propria fragilità (del resto è una donna no? E non siamo in un action movie) e lentamente "apre gli occhi" liberandosi dalle opprimenti catene della razionalità e calandosi in un prevedibile (suggestivo se vogliamo, ma pur sempre pedissequo e ridondante) racconto di spiriti e spiritelli, dal sapore vittoriano. A nulla valgono la discreta prestazione della protagonista e degli altri interpreti, l'ottima fotografia e il parsimonioso ricorso ai jumpscare, ormai irrinunciabile ossatura di qualsiasi narrazione cinematografica orrorifica. Purtroppo, bisogna ammetterlo, la pellicola è poco più di un banale minestrone riscaldato, con un bel tripudio di colpi di scena negli ultimi trenta minuti, visti e rivisti in altre (più valide) opere (evito di citarle per non rovinare la - magra - sorpresa). Il messaggio degli sceneggiatori (e del regista presumo) è sempre il medesimo, veicolato in centinaia di pellicole simili: "tenere la mente aperta, quel che basta perché il cervello vi caschi sui piedi". Ma se a questo aggiungiamo una costruzione della storia al limite della banalità, una carismatica e originale protagonista subito riportata sui binari della mediocrità, il risultato può essere solo un thriller insulso e superfluo.
Meriterebbe una stella, ma qualche volta anche il sottoscritto cede alle lusinghe dell'irrazionalità.
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ultimoboyscout
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mercoledì 28 maggio 2014
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i fantasmi esistono!
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Un'indagatrice dell'occulto, tra le pochissime donne istruite dell'Inghilterra degli anni Venti, si diverte a sbugiardare i truffatori e le pantomine dei tanti ciarlatani in circolazione. Inviata a Rookford per far luce su misteriosi accadimenti, molte delle sue convinzioni crolleranno. Rebecca Hall sarebbe anche brava (oltre ad essere particolarmente bella) ma è un'attrice in cerca d'autore. Dopo essere stata appena sfiorata dalla fama vera grazie a Woody Allen, è tuttora alla disperata ricerca della sua giusta collocazione, sbagliando però ruoli su ruoli con una certa regolarità. Anche in questo film non fa eccezione, in terpretando una guastafeste rigida e rabbiosa, fin troppo razionale che non appassiona mai (come il film in generale) lo spettatore.
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Un'indagatrice dell'occulto, tra le pochissime donne istruite dell'Inghilterra degli anni Venti, si diverte a sbugiardare i truffatori e le pantomine dei tanti ciarlatani in circolazione. Inviata a Rookford per far luce su misteriosi accadimenti, molte delle sue convinzioni crolleranno. Rebecca Hall sarebbe anche brava (oltre ad essere particolarmente bella) ma è un'attrice in cerca d'autore. Dopo essere stata appena sfiorata dalla fama vera grazie a Woody Allen, è tuttora alla disperata ricerca della sua giusta collocazione, sbagliando però ruoli su ruoli con una certa regolarità. Anche in questo film non fa eccezione, in terpretando una guastafeste rigida e rabbiosa, fin troppo razionale che non appassiona mai (come il film in generale) lo spettatore. Sarà per la sua interpretazione piatta e scolastica, per quel broncio sempre in bella mostra e per la pellicola che comunque non l'aiuta, lenta e noiosa, che procede in certa in attesa di una svolta che non arriva e di un finale annunciatissimo. Siamo nel territorio di "The orphanage", "The others" e de "Il sesto senso", chi più chi meno tutti film migliori di questo, la Staunton è inquietante ma non basta, quei vezi della Hall sono fin troppo fastidiosi, dal modo di tenere in bocca la sigaretta fino agli abiti indossati con eleganza finto sciatta. Dovrebbe essere una gost story con venature da horror elegante e da thriller psicologico ma non riesce ad essere niente di tutto ciò se non una pellicola pallida e timorosa di se stessa che non sa che strada prendere e non osando mai non spaventa e non riesce ad essere nemmeno tesa come il genere imporrebbe. Ne esce piuttosto un melò fatto di incastri e indizi, dall'impianto soprannaturale del quale si apprezza un'adeguata fotografia e nulla più, troppa la carne messa al fuoco e troppo affrettato il finale, in ragione del fatto dei troppi temi narrativi aperti e poco (male) sviluppati. Il gioco di scatole cinesi non riesce e i continui ribaltamenti operati da Murphy rendono la sua opera confusa ma prevedibile e banale.
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francesco2
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martedì 12 marzo 2013
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discreto cinema di genere
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Se ci (sof)fermiamo sulla prima scena del film, l'"incipit" potrebbe rivelarsi più significativo di quanto non appaia. L'"immersione" in un'apparente tragedia, in primis, per poi svelarci che il busillis era svelare un inganno. Non è peregrino come può apparire, ma un modo per risaltare che il film si (auto)svela da subito come la ricerca di una "Verità non detta" da intuire gradualmente; non in termini moralistici, ma come un percorso che porta qualcuno -Non posso scrivere di più, per chi non abbia visto il film- a (ri)scoprire sé stesso.
Proprio la parola "Percorso", in questo (Relativamente)innocuo filmetto, potrebbe essere vista addirittura sotto tre accezioni diverse. Quello della scuola,con i suoi nascondigli degni di un castello; quello cronologico, che spinge giocoforza a fare i conti col passato, nella speranza di risolvere un enigma: e quello interiore, che sarà.
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Se ci (sof)fermiamo sulla prima scena del film, l'"incipit" potrebbe rivelarsi più significativo di quanto non appaia. L'"immersione" in un'apparente tragedia, in primis, per poi svelarci che il busillis era svelare un inganno. Non è peregrino come può apparire, ma un modo per risaltare che il film si (auto)svela da subito come la ricerca di una "Verità non detta" da intuire gradualmente; non in termini moralistici, ma come un percorso che porta qualcuno -Non posso scrivere di più, per chi non abbia visto il film- a (ri)scoprire sé stesso.
Proprio la parola "Percorso", in questo (Relativamente)innocuo filmetto, potrebbe essere vista addirittura sotto tre accezioni diverse. Quello della scuola,con i suoi nascondigli degni di un castello; quello cronologico, che spinge giocoforza a fare i conti col passato, nella speranza di risolvere un enigma: e quello interiore, che sarà......necessario per.....Stop,non aggiungo altro, ovviamente.
Si potrebbe obiettare che la storia, in sé già piuttosto macchinosa, a volte sembra trascinarsi stancamente, e che i "gialli" dal finale (sempre?) imprevedibile, da "Shutter Island" a "The Ward",sembrano avviarsi a diventare una moda. Ma si sminuirebbero i (Discreti) meriti di un film che non pretende troppo da sé stesso, e che ci fornisce anche una buona prestazione di Rebecca Hall, dopo la brutta interpretazione in "Vicky Cristina Barcellona". Il finale, semmai, che prevede la conversione di una scettica alla trascendenza, può suscitare simpatia ma ricorda (Un pò troppo) quello del primo episodio nel "Decalogo" di Kieszlowski: quasi come la trascendenza fosse una dimensione universale, che non può non investire neanche gli scettici.
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elgatoloco
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domenica 27 giugno 2021
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notevole film par-.psicologico e psicoanalitico"
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"The Awkening"(Nick Murphy, anche autore insieme con Stephen Volk, 2011)racconta di una donna che, nel 1921(dunque poco dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, in una condizione nella quale anche in the Great Britain poche donne potevano studiare) ha scritto sul tema"apparizioni di fantasmi", demolendo o cercando di demolire la loro esistenza. Viene"convocata"presso un centro-.collegio per bambini poveri, soprattutto ma non solo orfnai, in quanto un bambino è stato ucciso e si parla di un fantasma che infesterbbe il luogo.. Nulla di certo, ma anche alla donna stessa appaiono"fenomeni"oltremodo rari e che non sa spiegare razionalmente. Fino alla rivelazione finale.
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"The Awkening"(Nick Murphy, anche autore insieme con Stephen Volk, 2011)racconta di una donna che, nel 1921(dunque poco dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, in una condizione nella quale anche in the Great Britain poche donne potevano studiare) ha scritto sul tema"apparizioni di fantasmi", demolendo o cercando di demolire la loro esistenza. Viene"convocata"presso un centro-.collegio per bambini poveri, soprattutto ma non solo orfnai, in quanto un bambino è stato ucciso e si parla di un fantasma che infesterbbe il luogo.. Nulla di certo, ma anche alla donna stessa appaiono"fenomeni"oltremodo rari e che non sa spiegare razionalmente. Fino alla rivelazione finale. Decisamente questo film, intelligente, ben realizzato a livello tecnico, che guarda anche criticamente a una serie di film realizzati tra fine anni 1990 e inizio anni 2000 sulla tematica anzidetta(pensiamo, ma non solo , a"The Others")in realtà, parlando di fantasmi , ci mostra al tempo stesso come una donna colta(eccezione all'epoca, appunto), di orientamento razionalistico-postitivistico, compia un percorso che equvale, volendo, a un setting psicanalitico, rimembrando vicende tragiche le gate alla propria infanzia. Se tutto questo venisse raccontato, sarebbe quasi fastidioso o meramente letterariol, mentre invece il regista.autore Murphy sa mostrarlo con una tecnica efficace, nella quale i flash-back , dunque il passato non è "a sé stante", staccato dal presente, ma è immesso nello stesso, dove cioè i flasj back sono"presentitficati"e dunque riescono a raggiungere lo scopo che il film e i suoi autori si proponeva(no). La protagonista Rebecca Hall non ha nulla da invidiare alla protagonista di"THe Others"Nicole Kidman, anzi, ad essere sinceri, le dà vari punti, certo in una condizione diversa. Dominic West è un partner di"viaggio"(ossia colui che, insegnante di storia nel collegio.scuola la induce a seguire la vicenda)di notevole spessore e ancora più conivincente appare Imelda Staunton nella parte di una sorta di "coordinatrice"e segretaria tuttofare che, in realtà, del passato sa molto di più di quanto non voglia dire previamente. Si potrebbe dire che, ancora una volta, il cinema british "batte"quello made in the USA, se non fosse che per il fatto che le generalizzazioni rischiano di essere smentie, oltre ad essere disubtibili in partenza, salvo la necessità di esaminare le singole opere. El Gato
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fabian t.
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venerdì 25 gennaio 2013
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una ghost story senza troppa originalità
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Buona l'ambientazione e interessante l'inizio del film, con una brava attrice protagonista e un mistero apparentemente intrigante. Questa la prima impressione. Purtroppo però, dopo la prima mezz'ora o poco più, la sceneggiatura devia inesorabilmente verso una storia talmente mal costruita e poco originale da non crederci, con un paio di scelte registiche di indubbio gusto (la protagonista che si concede così facilmente e così velocemente con il co-protagonista ossia uno sconosciuto, ad esempio, non ha alcun senso). Quello che più fa irritare è la scelta di far cambiare idea e addirittura personalità alla protagonista in brevissimo tempo, attraverso una prevedibile ghost-story strutturata in modo inefficace e maldestro che, suo malgrado, si delinea stancamente all'ombra di quel film di cui tenta invano di riproporre le coinvolgenti atmosfere, "The Others".
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Buona l'ambientazione e interessante l'inizio del film, con una brava attrice protagonista e un mistero apparentemente intrigante. Questa la prima impressione. Purtroppo però, dopo la prima mezz'ora o poco più, la sceneggiatura devia inesorabilmente verso una storia talmente mal costruita e poco originale da non crederci, con un paio di scelte registiche di indubbio gusto (la protagonista che si concede così facilmente e così velocemente con il co-protagonista ossia uno sconosciuto, ad esempio, non ha alcun senso). Quello che più fa irritare è la scelta di far cambiare idea e addirittura personalità alla protagonista in brevissimo tempo, attraverso una prevedibile ghost-story strutturata in modo inefficace e maldestro che, suo malgrado, si delinea stancamente all'ombra di quel film di cui tenta invano di riproporre le coinvolgenti atmosfere, "The Others". Insomma, un film ideale solo per passare un paio d'ore davanti alla TV, ma che in definitiva non ha nulla di memorabile.
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killbillvol2
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domenica 22 aprile 2012
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the awekening
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The awekening era il titolo originale, ed era più azzeccato, per questo film di fantasmi, che riesce a coinvolgere, seppur non essendo molto originale. Le prove attoriali sono buone come la sceneggiatura e l'atmosfera gotica e tesa. L'unica cosa che lascia un po' desiderare è il colpo di scena finale. In un misterioso colleggio è morto un bambino in situazioni misteriose, e alcuni ragazzi dicono di aver visto più volte il suo fantasma. Viene chiamata questa scrittrice incredula ad indagare, e scoprirà molto di più di quello per cui era stata chiamata. La cosa bella è che dopo i primi quaranta minuti, il mistero sembra già sciolto, e invece è proprio in quel momento che comincia davvero il film.
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The awekening era il titolo originale, ed era più azzeccato, per questo film di fantasmi, che riesce a coinvolgere, seppur non essendo molto originale. Le prove attoriali sono buone come la sceneggiatura e l'atmosfera gotica e tesa. L'unica cosa che lascia un po' desiderare è il colpo di scena finale. In un misterioso colleggio è morto un bambino in situazioni misteriose, e alcuni ragazzi dicono di aver visto più volte il suo fantasma. Viene chiamata questa scrittrice incredula ad indagare, e scoprirà molto di più di quello per cui era stata chiamata. La cosa bella è che dopo i primi quaranta minuti, il mistero sembra già sciolto, e invece è proprio in quel momento che comincia davvero il film. Non è il miglior film di fantasmi mai realizzato, ma è una spanna sopra al sopravvalutato e prevedibile The Others, a cui molti lo hanno paragonato. qualche salto sulla sedia è assicurato, ma per i giovani fan dell'horror splatter e gore sarà una grande delusione. Non lascia insoddisfatti, ma non convince neanche del tutto. Tutto sommato è piacevole. Scritto dal regista.
VOTO: 2 E MEZZO.
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