Film di genere sportivo che ha ad oggetto l'hockey su ghiaccio nordamericano, raccontato in chiave goliardica, insieme con tutto il suo pittoresco sottobosco. Bisogna precisare che la squadra protagonista appartiene ad una categoria inferiore, pertanto non viene descritto un ambiente di strapagati professionisti, bensì quello meno invitante delle serie minori.
L'ambiente rozzo di questo sport è utilizzato dal regista, il premiato George Roy Hill, per raccontare la provincia americana. Il punto di vista di Hill è ipercritico. Viene infatti denunciato l'eccessivo ricorso alla violenza, di cui Hill stigmatizza l'utilizzo che ne viene fatto per attrarre il pubblico becero, che preferisce le risse ai bei gesti tecnici ed alla sana competizione sportiva.
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Film di genere sportivo che ha ad oggetto l'hockey su ghiaccio nordamericano, raccontato in chiave goliardica, insieme con tutto il suo pittoresco sottobosco. Bisogna precisare che la squadra protagonista appartiene ad una categoria inferiore, pertanto non viene descritto un ambiente di strapagati professionisti, bensì quello meno invitante delle serie minori.
L'ambiente rozzo di questo sport è utilizzato dal regista, il premiato George Roy Hill, per raccontare la provincia americana. Il punto di vista di Hill è ipercritico. Viene infatti denunciato l'eccessivo ricorso alla violenza, di cui Hill stigmatizza l'utilizzo che ne viene fatto per attrarre il pubblico becero, che preferisce le risse ai bei gesti tecnici ed alla sana competizione sportiva.
La pellicola si risolve in un attacco contro la primitiva e poco acculturata provincia americana: Hill tra il serio ed il faceto descrive in chiave negativa l'americano medio, come un individuo interessato a pratiche sportive come questa, che non fanno altro che esaltare i suoi istinti più bassi, contribuendo ad impedirne il progresso civile e culturale. Non viene invece mostrata la funzione aggregante e sana che svolge lo sport generalmente. Il quadro che ne esce è alquanto desolante.
Il prodotto finale non convince affatto, risultando pesante e poco appassionante, come del resto lo stesso sport dell'hockey su ghiaccio, che personalmente non mi ha mai conquistato, senza offesa per gli appassionati.
La storia non riesce mai a decollare; lo spettatore non si appassiona ai personaggi, restando indifferente alle loro sorti ed a quelle della squadra.
Paul Newman viene diretto per la terza volta da Hill, ma si tratta certamente della collaborazione meno ispirata, visto che le precedenti due avevano partorito “Butch Cassidy” e “La stangata”, due capolavori che non hanno nulla in comune con questo film. Newman riesce comunque a cavarsela con mestiere, in una parte che tutto sommato gli calza bene.
La pellicola è troppo lunga, fosse stata accorciata di una ventina di minuti ne avrebbe senz'altro beneficiato.
Divertenti le sequenze delle partite, particolarmente quelle in cui scendono in campo i tre neo-acquisti della squadra.
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