alebird
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venerdì 8 giugno 2007
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codice rosso e d'onore ... questione di passione
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Nella base americana di Guantanamo il soldato William T. Santiago muore nel corso di un "codice rosso" (gergo militaresco per definire una punizione da caserma) ad opera di due suoi commilitoni Dawson e Downey.
La difesa di quest'ultimi è affidata al giovane tenente di marina avvocato Daniel Kaffee (Tom Cruise), più che altro famoso, sino a quel momento, per la sua abilità nel patteggiare la pena per i suoi assistiti e a Joanne Galloway (Demi Moore) mentre l'accusa viene affidata al capitano Jack Ross (Kevin Bacon) peraltro amico di Kaffee.
Daniel Kaffee deve dimostrare alla giuria militare che i soldati Dawson e Downey hanno ricevuto l'ordine di eseguire un famegirato "codice rosso" dal loro diretto e temibile superiore Kendrick (Kiefer Sutherland) e loro lo hanno eseguito null'altro.
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Nella base americana di Guantanamo il soldato William T. Santiago muore nel corso di un "codice rosso" (gergo militaresco per definire una punizione da caserma) ad opera di due suoi commilitoni Dawson e Downey.
La difesa di quest'ultimi è affidata al giovane tenente di marina avvocato Daniel Kaffee (Tom Cruise), più che altro famoso, sino a quel momento, per la sua abilità nel patteggiare la pena per i suoi assistiti e a Joanne Galloway (Demi Moore) mentre l'accusa viene affidata al capitano Jack Ross (Kevin Bacon) peraltro amico di Kaffee.
Daniel Kaffee deve dimostrare alla giuria militare che i soldati Dawson e Downey hanno ricevuto l'ordine di eseguire un famegirato "codice rosso" dal loro diretto e temibile superiore Kendrick (Kiefer Sutherland) e loro lo hanno eseguito null'altro. Ma Kaffee fa di più e attraverso le informazioni fornitegli del Colonnello Markinson (indimenticato J.T. Walsh) arriva a provocare il comandante in capo della base di Guantanamo Colonnello Jessep Jack Nicholoson) facendo ammettere in aula a costui che fu egli stesso ad ordinare il "codice rosso".
Il processo si conclude con l'assoluzione dei soldati Dawson e Downey, congedati con iniominia per avere eseguito un ordine che non avrebbero mai dovuto concretizzare e con la formale incriminazione sia del colonnello Jessep che del suo subalterno Kendrick.
Rivedo sempre volentieri questo film di Rob Reiner (Harry ti presento Sally - Misery non deve morire) che oltre avere messo insieme un grande cast svolge un lavoro magistrale sia nel raccontare la storia azzeccando tutti i tempi sia a dirigere un mostro sacro come Nicholson, che è vero appare appena tre volte ma che riempie lo schermo anche quando non c'è, un vero comandante in capo non avrebbe saputo fare di meglio.
Tom Cruise in splendida forma prima fa la parte del ragazzino vanitoso e saccente, poi a sua volta provocato, cambia da così a così sfoderando il talento del principe del foro e dunque del grande attore.
Eccellente anche la figura Ross/Bacon, sottotono invece la Moore sempre con quell'aria da madonna addolorata. Ma questo si supera.
Da non perdere!!! Come l'Onore.
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purplerain
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domenica 14 aprile 2013
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il codice e l'onore!!
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Thriller di stampo militaresco per un giovanissimo Cruise alle prese con una sorta di omicidio su commissione!! Figlio di un avvocato, principe del foro, ne segue le orme e diventa avvocato brillante e sicuro di sè, dimostrando personalità nell'affrontare giudici e colonnelli. Ma lo sbarbato avvocato dimostrerà anche tutto il suo rispetto quando il colonnello Jessep, interrpretato da un Nicholson da statutetta, lo obbligherà a chiamarlo colonnello e a chiedergli gentilmente alcune cose. Film di grande impatto che ci porta a scorrazzare tra le aule di un tribunale e tra le mura di caserme dove regnano disciplina e rispetto, onore ed eccessi in nome di un amore verso una patria che prima ti porta all'obbedienza cieca e poi, in casi di pericolo, ti abbandona.
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Thriller di stampo militaresco per un giovanissimo Cruise alle prese con una sorta di omicidio su commissione!! Figlio di un avvocato, principe del foro, ne segue le orme e diventa avvocato brillante e sicuro di sè, dimostrando personalità nell'affrontare giudici e colonnelli. Ma lo sbarbato avvocato dimostrerà anche tutto il suo rispetto quando il colonnello Jessep, interrpretato da un Nicholson da statutetta, lo obbligherà a chiamarlo colonnello e a chiedergli gentilmente alcune cose. Film di grande impatto che ci porta a scorrazzare tra le aule di un tribunale e tra le mura di caserme dove regnano disciplina e rispetto, onore ed eccessi in nome di un amore verso una patria che prima ti porta all'obbedienza cieca e poi, in casi di pericolo, ti abbandona. Difatti i due marines accusati del delitto non avevano fatto altro che obbedire ciecamente ad un ordine, senza contestarlo e senza fiatare, poichè è ciò che viene insegnato loro e, al di là di tutto ciò che il regista ci mostrerà, tra un'arringa e l' altra, sono le parole finali di uno dei marines che avranno l'effetto di mostrarci cosa dovrebbe essere ma non è il codice d'onore: "dovevamo batterci per uno come Santiago". Bella la scenaggiatura di un film in cui ogni attore, anche quando sembra essere solo un comprimario, si ritaglia invece il giusto spazio dando alla propria interpretazione il giusto peso e la giusta importanza per il prosieguo della storia. Da sottolineare ad esempio come il tenente colonnello Markinson, interpretato da J.T.Walsh, abbia poo spazio ma una grande importanza sia per le sue parole sia per il modo in cui si suicida in alta uniforme. L'ultima annotazione è per Nicholson: naturalmente è ultima solo in ordine di tempo. La sua interpretazione mostra una maschera che solo un grande attore può avere, sembra quasi che abbia sempre avuto quella divisa e quelle mostrine, portandole con fierezza degna di un vero colonnello. La sua faccia con quel ghigno empre dipinto sul volto riempiono lo schermo facendo quasi passare in secondo piano tutto il resto della storia!! Grandi si nasce!!
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shiningeyes
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mercoledì 20 febbraio 2013
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sceneggiatura, direzione e cast brillanti.
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Rob Reiner dirige un ottimo cast in un dramma giudiziario ricco e ben sceneggiato, e riesce a trasmettere un'aria marziale e militaresca, che ti fa stare sull'attenti, ma credo che basti da solo il duo Cruise-Nicholson.
S'intenda, in sole tre scene il navigato Nicholson fa il culo a strisce allo sbarbato e rampante Cruise; il quale però dà segno di coraggio e maturità nell'affrontare un mostro sacro come lui, e pertanto apprezzo lo sforzo, che è risultato di una buona prova.
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Rob Reiner dirige un ottimo cast in un dramma giudiziario ricco e ben sceneggiato, e riesce a trasmettere un'aria marziale e militaresca, che ti fa stare sull'attenti, ma credo che basti da solo il duo Cruise-Nicholson.
S'intenda, in sole tre scene il navigato Nicholson fa il culo a strisce allo sbarbato e rampante Cruise; il quale però dà segno di coraggio e maturità nell'affrontare un mostro sacro come lui, e pertanto apprezzo lo sforzo, che è risultato di una buona prova.
La Moore anche se la cava bene. Non mi ha mai convinto più di tanto come attrice, salvo la ottima parte in "Soldato Jane", il che mi fa pensare che il genere "militaresco" gli si addice. Mi è piaciuto anche Bacon, fa una parte sobria e composta, senza sbavature; forse devo essere più indulgente sulle sue capacità recitative.
La cosa che mi ha colpito del film è che, essendo una sceneggiatura lineare, senza stravolgimenti ed eccessi, attira maledettamente. C'è un qualcosa che è riuscito a tenermi l'attenzione a mille, a farmi stare dietro alla storia, anche con il finale già bello che previsto.
Secondo me, sono piccoli dettagli che ha inserito Reiner a stuzzicare l'attenzione, dettagli che sono parte integrante del tema che ricorre tutto il film: quanto si può spingere un uomo per far rendere tutti i suoi uomini degli automi senza sentimenti e senza una testa pensante; è anche il fermo credo della giustizia, che non guarda le medaglie ricevute e la filosofia (forse giusta) di chi dice di fare certe azioni per il bene della patria; e credo anche, che sia il confronto tra uomini di alto valore morale e di alta astuzia e intelligenza.
"Codice d'onore" è un film intelligente, stimolante ed interessante, che sa trasformare una buona sceneggiatura in un'ottima sceneggiatura, la quale è dotata anche di un montaggio perfetto, capace di collegare coerentemente gli avvenimenti.
Che dire... a volte bastano gli interpreti e la regia per fare gran bei film.
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luigi chierico
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martedì 9 settembre 2014
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soddisfacente
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Quando il Cinema serio propone qualcosa che abbia a che fare con la disciplina militare e la Corte Marziale il successo è assicurato. A dar vita a storie che mettono in discussione l’obbligo di obbedire sempre e comunque ad ogni genere di comando, impartito dai superiori, sono stati sempre chiamati grandissimi attori. I capolavori: del 1953”DA QUI ALL’ETERNITA’ ” di Fred Zinnemann. Con Frank Sinatra, Ernest Borgnine, Deborah Kerr, Montgomery Clift, Burt Lancaster, Donna Reed; del 1954 L’AMMUTINAMENTO DEL CAINE di Edward Dmytryk, con Con Fred MacMurray, Humphrey Bogart, Van Johnson, José Ferrer, Tom Tully; del 1955 “CORTE MARZIALE” di Otto Preminger, con Rod Steiger, Gary Cooper, Ralph Bellamy, Charles Bickford, Elizabeth Montgomery; del 1961”VINCITORI E VINTI” di Stanley Kramer,con Spencer Tracy, Burt Lancaster, Richard Widmark, Marlene Dietrich, Maximilian Schell del 2002 “SOTTO CORTE MARZIALE” di Gregory Hoblit.
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Quando il Cinema serio propone qualcosa che abbia a che fare con la disciplina militare e la Corte Marziale il successo è assicurato. A dar vita a storie che mettono in discussione l’obbligo di obbedire sempre e comunque ad ogni genere di comando, impartito dai superiori, sono stati sempre chiamati grandissimi attori. I capolavori: del 1953”DA QUI ALL’ETERNITA’ ” di Fred Zinnemann. Con Frank Sinatra, Ernest Borgnine, Deborah Kerr, Montgomery Clift, Burt Lancaster, Donna Reed; del 1954 L’AMMUTINAMENTO DEL CAINE di Edward Dmytryk, con Con Fred MacMurray, Humphrey Bogart, Van Johnson, José Ferrer, Tom Tully; del 1955 “CORTE MARZIALE” di Otto Preminger, con Rod Steiger, Gary Cooper, Ralph Bellamy, Charles Bickford, Elizabeth Montgomery; del 1961”VINCITORI E VINTI” di Stanley Kramer,con Spencer Tracy, Burt Lancaster, Richard Widmark, Marlene Dietrich, Maximilian Schell del 2002 “SOTTO CORTE MARZIALE” di Gregory Hoblit. Con Bruce Willis, Colin Farrell, Cole Hauser, Terrence Howard, Linus Roache.
Nel 1992 giunge sugli schermi “CODICE D’ONORE”. Vi prendono parte attori tutti di primissimo ordine e grado, è il proprio il caso di dirlo ( da un soldato semplice ad un Sig.Colonnello!). Alla bravura si aggiunge il fascino maschile e femminile di Tom Cruise e Demi Moore a cui si contrappongono le capacità espressive di Jack Nicholson e di Kevin Bacon. La trama conta poco, quel che conta è il dialogo eccezionale al cui ascolto hanno dato vigore i bravissimi doppiatori; non una sola parola si perde, sebbene Tom Cruise nella parte dell’avvocato difensore Tenente Daniel Kaffee, e Jack Nicholson, nella parte del Col. Nathan R. Jessep, abbiano singolarmente, o insieme, dato vita ad un dialogo serratissimo, da togliere il fiato. Siamo abituati alle trasformazioni facciali del sempre grande Jack Nicholson, al suo ghigno allorché deve essere furente, ma in questo film supera se stesso, è grandioso ed indimenticabile. Il momento clou del film l’avrò visto una decina di volte perché è come un’opera d’arte, la si rivede sempre volentieri, altrimenti non ci si spiegherebbe perché tanta gente fa a gara per acquistare un quadro d’autore. L’Oscar che non gli ha attribuito la Giuria, come avrebbe meritato, glielo ha riconosciuto a pieno titolo il Pubblico.
Quando il film si conclude tutti escono soddisfatti, chi cerca una trama, chi un dialogo, chi degli attori bravi e belli, chi la suspense, chi il trionfo della verità.
L’ottimo film in definitiva è un’accusa ad un metodo, ad un principio che è quello di obbedire ciecamente al comando che viene dal superiore,dovere tante volte preso a pretesto, specialmente durante il processo di Norimberga(vedi Vincitori e vinti) contro i nazisti, a cui era stato ordinato di uccidere, non in guerra, ma contro inermi anziani, bambini innocenti ed uomini indifesi e disarmati, violando ogni legge naturale e divina. L’affermazione pronunciata dal Col. Nathan R. Jessep:”Noi usiamo parole come onore, codice, fedeltà come spina dorsale di una vita spesa per difendere qualcosa”, giustifica l’obbligo all’obbedienza ma per una vita spesa per difendere qualcosa,non per offendere qualcuno. Bene conclude il Tenente Daniel Kaffee: Non servono delle mostrine, per essere un uomo d'onore, come non serve ammazzare o far ammazzare qualcuno per essere “un uomo d’onore…!”. chibar22@libero.it
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jonnylogan
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mercoledì 3 luglio 2019
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l'ultimo avamposto
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Nella base americana di Guantanámo viene ucciso accidentalmente un marine vittima di un atto di vendetta di due suoi commilitoni. La difesa del sergente Downey e del vice caporale Harold Dowson viene affidata all’avvocato Daniel Kaffee, da nove mesi arruolatosi in marina, assistito dal suo amico e collega, il capitano Jack Ross e da Joanne Galloway, capo della commissione disciplinare. I tre dovranno cercare di scoprire se quello che parrebbe una vendetta non sia invece la tragica conclusione di un ordine proveniente dall’alto. Al netto della critica alla società USA, imbevuta di secondo emendamento e di una popolazione militare fra le più efficenti dell’orbe, il film di Reiner rappresenta una sfilata ben riuscita di attori perfettamente in grado d’incarnare gli stereotipi del mondo militare e di quello dei tribunali: Cruise ancora fresco di nato il Quattro Luglio, quale aspra critica al mondo militare che spinse milioni di ragazzi ad arruolarsi e partire per il Vietnam, e prossimo a impersonare il legal drama il Socio, pare proseguire da dove aveva lasciato solo tre anni prima impersonando questa volta un militare e avvocato che desidera ripercorrere le orme paterne ma senza sporcarsi la divisa.
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Nella base americana di Guantanámo viene ucciso accidentalmente un marine vittima di un atto di vendetta di due suoi commilitoni. La difesa del sergente Downey e del vice caporale Harold Dowson viene affidata all’avvocato Daniel Kaffee, da nove mesi arruolatosi in marina, assistito dal suo amico e collega, il capitano Jack Ross e da Joanne Galloway, capo della commissione disciplinare. I tre dovranno cercare di scoprire se quello che parrebbe una vendetta non sia invece la tragica conclusione di un ordine proveniente dall’alto. Al netto della critica alla società USA, imbevuta di secondo emendamento e di una popolazione militare fra le più efficenti dell’orbe, il film di Reiner rappresenta una sfilata ben riuscita di attori perfettamente in grado d’incarnare gli stereotipi del mondo militare e di quello dei tribunali: Cruise ancora fresco di nato il Quattro Luglio, quale aspra critica al mondo militare che spinse milioni di ragazzi ad arruolarsi e partire per il Vietnam, e prossimo a impersonare il legal drama il Socio, pare proseguire da dove aveva lasciato solo tre anni prima impersonando questa volta un militare e avvocato che desidera ripercorrere le orme paterne ma senza sporcarsi la divisa. A scuoterne la coscienza vacillante la figura di una donna in divisa impersonata da Demi Moore, desiderosa di giustizia per una coppia di militari rei solamente di aver eseguito in ordine, e da un colonello esperto e pieno di sé che ha l’aspetto di Jack Nicholson, capace di cancellare in poche battute le oltre due ore di prestazione di tutto il resto del cast, memorabile la sua difesa dello spirito patriottico a stelle e strisce. Un cast in grado d’immergersi del tutto in una storia fatta di morale e ordini e basata su un lavoro teatrale dello sceneggiatore Aaron Sorkin presente anche in un piccolo cameo. Dialoghi efficaci e ritmo serrato completano un Blockbuster che a distanza di oltre venti anni riesce ancora a rapire sino all’ultima scena.
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diskol88
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giovedì 3 marzo 2016
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quel sentimento solito patriottico.
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nella base fantomatica di guantanamo, america, un
colonnello manomettendo e correggendo rapporti a suo piacimento,
non sembra essere sè col modo applicato di routine, e per non
finire alla corte marziale del cui presente governo americano
deve fornire collaborazione al tribunale militare
per referire al tenente militare circa quache articolo come
potrebbe essere l'articolo 18 militarmente parlando
o qualcosa del genere, per cui il governo unito d'america
vorrebbe vederne i metodi, l'abominevole colonnello
natan jessep siede e si alza berretto alla mano anzi
sotto al braccio per riportare le difficoltà, alle quali il tenente
che ne valuta l'efficenza di tale comportamento
e delle tante angherie e di qualunque sopruso non
concepisce, il tenente ripreso come superficiale poichè
dedito a discorsi e spacconate da minicampo di baseball,
sembrano considerarlo un discolo malandrino da
chiacchiere di osteria, il militare è abile a risolvere tutte
le controversie coi colleghi nel modo più semplice
del patteggiamento, nessuno potrebbe più parlare
e neanche essere contento ma qualcuno sembra
vederli.
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nella base fantomatica di guantanamo, america, un
colonnello manomettendo e correggendo rapporti a suo piacimento,
non sembra essere sè col modo applicato di routine, e per non
finire alla corte marziale del cui presente governo americano
deve fornire collaborazione al tribunale militare
per referire al tenente militare circa quache articolo come
potrebbe essere l'articolo 18 militarmente parlando
o qualcosa del genere, per cui il governo unito d'america
vorrebbe vederne i metodi, l'abominevole colonnello
natan jessep siede e si alza berretto alla mano anzi
sotto al braccio per riportare le difficoltà, alle quali il tenente
che ne valuta l'efficenza di tale comportamento
e delle tante angherie e di qualunque sopruso non
concepisce, il tenente ripreso come superficiale poichè
dedito a discorsi e spacconate da minicampo di baseball,
sembrano considerarlo un discolo malandrino da
chiacchiere di osteria, il militare è abile a risolvere tutte
le controversie coi colleghi nel modo più semplice
del patteggiamento, nessuno potrebbe più parlare
e neanche essere contento ma qualcuno sembra
vederli... voler blaterare da sornione con qualche
frase inconcepibile da qualche parte non amando la nazione d'america
e perfino col sigaro e il sorriso, a
natan jessep il paese concede troppo più del
dovuto e questo tenetente onorando il codice milite
sfogliandone i notes mostrando l'articolo di legge
chiedendo soltanto e soprattutto il rispetto per le regole,
per sè e per il reparto milite che esige, troppe...
mancanze dalle quali tutte
le disattese e i dissociati dal regolamento possono
risponderne, film classico divertmento, simile a molte altre
narrative forse? non diremmo, quelli che non
s'attengono al regolamento non paiono avere molte
cose e altresì tante cose per le quali
risponderne, un film di spettacolo col tac tac... del martelletto classico
del caso e delle narrative solite e non, per cose e film del genere.
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