luigi chierico
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domenica 22 marzo 2015
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a chi spetta fare giustizia
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Non basteranno pochi decenni a cancellare dalla memoria il dolore e la persecuzione di un intero popolo da parte di un altro popolo.
A nulla serve addebitare tutta la responsabilità ad un solo individuo quando tutti gli hanno ciecamente e spietatamente obbedito.
In questo film d’Israele si vuole invece far calare il sipario sul passato sostenendo che le nuove generazioni condannano il passato dei loro genitori e nonni, là dove i vecchi ebrei chiedono ancora di cercare i sopravissuti prima che li trovi Dio. C’è chi “ha visto molte cose a Muthausen,scheletri che camminavano e mucchi di corpi nudi sulla neve del cortile”,come si legge nel romanzo di Clara Sanchez ”Il profumo delle foglie di limone”.
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Non basteranno pochi decenni a cancellare dalla memoria il dolore e la persecuzione di un intero popolo da parte di un altro popolo.
A nulla serve addebitare tutta la responsabilità ad un solo individuo quando tutti gli hanno ciecamente e spietatamente obbedito.
In questo film d’Israele si vuole invece far calare il sipario sul passato sostenendo che le nuove generazioni condannano il passato dei loro genitori e nonni, là dove i vecchi ebrei chiedono ancora di cercare i sopravissuti prima che li trovi Dio. C’è chi “ha visto molte cose a Muthausen,scheletri che camminavano e mucchi di corpi nudi sulla neve del cortile”,come si legge nel romanzo di Clara Sanchez ”Il profumo delle foglie di limone”. Una contrapposizione condotta senza far ricorso a metodi e sistemi non sempre condivisibili. Alla base di un conflitto di interessi vi è un delicato rapporto di amicizia e di rispetto. Un giovane ebreo ed un giovane tedesco si accompagnano, prima in Israele e poi in Germania, diventano amici, sino a volersi più che bene. Al momento del redde rationem chi dei due darà prova di vera amicizia? Chi metterà in pratica la missione? Chi alle parole farà seguire i fatti? Una gara tra i due eredi di un conflitto che è costato milioni di vittime, una gara in nome dell’amicizia o non piuttosto a conferma di un’ indole?: c’è chi non sa ammazzare, c’è chi sa ancora uccidere. Come nel film “La notte dei generali” anche qui c’è un generale Tanz da osannare. C’è chi compie gli anni e chi invece deve finire di vivere in nome di una giustizia umana. Un film generoso e forte ottimamente interpretato dai due protagonisti Lior Ashkenazi (il giovane ebreo Eyal) e Knut Berger (il giovane tedesco Axel Himmelman).
Una sottile insinuazione da parte di chi ha voluto che Axel non fosse un esponente della decantata razza ariana, ma un gay, e forse per questo più incline a giudicare negativo il comportamento dei sui simili,dei suoi genitori ed antenati.
Quando Eyal ed Axel si saranno liberati delle meschinità terrene, sgombrati da ogni peso e colpa, testimoni e portatori di pace e perdono, tenendosi per mano, potranno anche loro camminare sull’acqua.
Ottimo per le intenzioni ed il messaggio che viene da Israele,un paese che ancora non può camminare sull’acqua.chibar22@libero.it
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filippo catani
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mercoledì 19 ottobre 2016
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un po' troppo banale e prevedibile
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Un agente del Mossad resta sconvolto sia dall'ultima missione compiuta ma anche e soprattutto dal suicidio della moglie. Rientrato in servizio, l'uomo si metterà sulle tracce di un ex gerarca nazista.
Il film è pieno di intenti lodevoli ma naufraga lentamente alla distanza quando un po' tutti i nodi vengono sciolti in maniera piuttosto prevedibile e anche banale. Un tosto agente segreto che parte appunto con le sue granitiche convinzioni finisce man mano per metterle tutte in discussione grazie alla simpatia che nascerà con il nipote del gerarca che deve cercare di catturare. Il giovane tedesco cercherà di fargli vedere il mondo da una nuova prospettiva tanto che insomma alla fine tutto si conclude più o meno bene.
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Un agente del Mossad resta sconvolto sia dall'ultima missione compiuta ma anche e soprattutto dal suicidio della moglie. Rientrato in servizio, l'uomo si metterà sulle tracce di un ex gerarca nazista.
Il film è pieno di intenti lodevoli ma naufraga lentamente alla distanza quando un po' tutti i nodi vengono sciolti in maniera piuttosto prevedibile e anche banale. Un tosto agente segreto che parte appunto con le sue granitiche convinzioni finisce man mano per metterle tutte in discussione grazie alla simpatia che nascerà con il nipote del gerarca che deve cercare di catturare. Il giovane tedesco cercherà di fargli vedere il mondo da una nuova prospettiva tanto che insomma alla fine tutto si conclude più o meno bene. Peccato perchè il materiale per svolgere riflessioni articolate c'era tutto e invece quì tra un ballo, un canto e un tuffo nel mare il tutto risulta troppo annacquato.
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