weach
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venerdì 24 settembre 2010
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un dramma un sogno ; sono in pace com me stessa
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Un soffio di vento,
ci tocca e ci rende vivi.
Ma stiamo morendo?
Come è possibile?
Tutto si rimette in moto come se la fine divenisse un nuovo inizio.
Ma allora la vita non è vuota , sono io che non la sapevo più ascoltare.
Ora si guarda il mondo con occhi diversi con quelli di chi sta per partire.
Ma questa morte è vera visto che mi tocca?
Sembra dire Ann la ragazza protagonista ammalata :
una vita sfortunata sta per finire . forse potrei dire finalmente basta , sono alla fine delle mie sofferenze ,adesso riposero!.
Ma la vita che ha è l’unica ricchezza a disposizione ,quando sembra sfuggire, schegge di intuizione consentono ad Ann di sentire di più e quasi non si vorrebbe interrompere “questo giro di valzer”.
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Un soffio di vento,
ci tocca e ci rende vivi.
Ma stiamo morendo?
Come è possibile?
Tutto si rimette in moto come se la fine divenisse un nuovo inizio.
Ma allora la vita non è vuota , sono io che non la sapevo più ascoltare.
Ora si guarda il mondo con occhi diversi con quelli di chi sta per partire.
Ma questa morte è vera visto che mi tocca?
Sembra dire Ann la ragazza protagonista ammalata :
una vita sfortunata sta per finire . forse potrei dire finalmente basta , sono alla fine delle mie sofferenze ,adesso riposero!.
Ma la vita che ha è l’unica ricchezza a disposizione ,quando sembra sfuggire, schegge di intuizione consentono ad Ann di sentire di più e quasi non si vorrebbe interrompere “questo giro di valzer”.
, questa esperienza di vita che comunque c’è.
Imperversano rimpianti ,sbagli, voglia di porvi riparo .
Cosa significa tutto ciò?
Isabella Coixet, la regia,analizza la storia , tutta al femminile,e vede tanto buio intorno ad Ann ma anche una luce cristallina che potrebbe sorprenderci e cambiare il nostro destino.
No addenso Ann ti innamori ??’Perché c’è un momento per amare? L’amore arriva è una forza incontrollabile e quando arriva , in qualsiasi momento, bisogna dire grazie .
“La vita e molto meglio di come pensi amore mio -DIce Ann al suo amore “amore mio dipingi le pareti e compra dei mobili quando io non ci sarò più."
"la musica di pace ci avvolge e ci riporterà da dove siamo venuti. non senza prima aver dato un caro salute le sue due figlie e ed aver dimostrato di essere in equilibrio e pace con tutto.
Film intimista , delicato ,fatalista , leggero nel dramma , perché in realtà il dramma è sogno.
Weach illuminati
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gianleo67
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lunedì 8 settembre 2014
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il testamento d'amore della giovane ann
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Ann è giovane e bella e nonostante i suoi 23 anni ha già un marito e due figlie piccole cui badare. La sua breve esistenza, costellata da dolori e difficoltà materiali, è scandita da un lavoro duro in una impresa di pulizie ed una roulotte che chiama casa, dalla compagnia di una madre separata da un marito ergastolano ed una migliore amica preda di ossessioni bulimiche. Questo piccolo mondo sembra crollargli addosso quando gli viene diagnosticato un male incurabile, decidendo allora di tacerlo ai familiari e preparandosi per lasciare loro in eredità un ricordo di lei che li accompagni e li conforti non ostante la sua assenza.
Prima sceneggiatura da un soggetto non originale (il racconto 'Pretending the Bed Is a Raft' di Nanci Kincaid) e secondo successo internazionale per l'autrice spagnola, questa produzione ispano-canadese conferma le preferenze melodrammatiche e intimiste della Coixet per le riflessioni strappalacrime e assonanti che stanno tra 'Le cose che non ti ho mai detto' del 1996 e 'La vita segreta delle parole' del 2005, condividendo con l'una le speculazioni minimaliste per le molteplici declinazioni del sentimento amoroso e con l'altro le reticenze interiori di una protagonista (sempre la stessa: una misurata e dolente Sara Polley) divisa tra le disillusioni di una vita crudele e ingiusta e la speranza per un futuro di amore e condivisione ('delle persone si arriva a conoscere,se va bene, non più del 50%').
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Ann è giovane e bella e nonostante i suoi 23 anni ha già un marito e due figlie piccole cui badare. La sua breve esistenza, costellata da dolori e difficoltà materiali, è scandita da un lavoro duro in una impresa di pulizie ed una roulotte che chiama casa, dalla compagnia di una madre separata da un marito ergastolano ed una migliore amica preda di ossessioni bulimiche. Questo piccolo mondo sembra crollargli addosso quando gli viene diagnosticato un male incurabile, decidendo allora di tacerlo ai familiari e preparandosi per lasciare loro in eredità un ricordo di lei che li accompagni e li conforti non ostante la sua assenza.
Prima sceneggiatura da un soggetto non originale (il racconto 'Pretending the Bed Is a Raft' di Nanci Kincaid) e secondo successo internazionale per l'autrice spagnola, questa produzione ispano-canadese conferma le preferenze melodrammatiche e intimiste della Coixet per le riflessioni strappalacrime e assonanti che stanno tra 'Le cose che non ti ho mai detto' del 1996 e 'La vita segreta delle parole' del 2005, condividendo con l'una le speculazioni minimaliste per le molteplici declinazioni del sentimento amoroso e con l'altro le reticenze interiori di una protagonista (sempre la stessa: una misurata e dolente Sara Polley) divisa tra le disillusioni di una vita crudele e ingiusta e la speranza per un futuro di amore e condivisione ('delle persone si arriva a conoscere,se va bene, non più del 50%'). Benchè il film non sfugga alle trappole melense del dramma sentimentale americano (tra la Spagna di Almodovar ed il Canada delle locations e dell'ambientazione sembra prevalere nettamente il secondo) con tanto di narrazione esemplare di uno spaccato sociale diviso tra marginalità (la roulotte,il precoce gravame proletario, la situazione familiare disastrata, persino un'amica problematica e bulimica) e buona volontà, il film della Coixet articola bene i momenti di un percorso intimo e personale che ben si attaglia allo sguardo indulgente e paziente della sua pacata protagonista, facendoci digerire persino le ingenuità di una rivalsa sentimentale e sessuale che sfiora il ridicolo (la solità prestanza bovina di Mark Ruffalo pronta all'uso) o le scritte in sovrimpressione che segnano le tappe di un diario amoroso che aggrava (ove possibile) la già stucchevole soluzione narrativa del 'voice over', non mancando qua e là di sorprenderci con le indovinate e repentine improvvisazioni di fantasticherie da musical americano e le gustose citazioni cinefile dell'immaginario collettivo a stelle strisce. Se è vero che il soggetto già non originale del racconto di partenza è reso ancor meno 'originale' dall'idea di un testamento amoroso su nastro magnetico ('My Life - Questa mia vita' -1993 Bruce Joel Rubin) o dal sacrificio di un turn over più affidabile al talamo nuziale già visto molte altre volte, questo melodramma porta l'impronta di una sensibilità femminile che non ci può essere indifferente e che giustifica persino le quasi due ore di film passate a chiederci perchè arrivare fino ai titoli di coda. Bella colonna sonora tra cui la meravigliosa 'Senza fine' del nostro Gino Paoli. Presentato in concorso al Festival di Berlino e vincitore di due Premi Goya.
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