Quando la più grezza cultura "trash" incontra la peggiore commedia italiana il sodalizio non può che essere esplosivo. E non nel senso buono del termine.
Ogni Natale si spera che sia l'ultimo eppure la tristemente consolidata prassi dei "cinepanettoni" sembra aver riscosso un più che discreto successo tra il pubblico (fatto, questo, che porta il sottoscritto a riflettere, in modo abbastanza pessimistico, circa i più diffusi gusti cinematografici italiani).
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Quando la più grezza cultura "trash" incontra la peggiore commedia italiana il sodalizio non può che essere esplosivo. E non nel senso buono del termine.
Ogni Natale si spera che sia l'ultimo eppure la tristemente consolidata prassi dei "cinepanettoni" sembra aver riscosso un più che discreto successo tra il pubblico (fatto, questo, che porta il sottoscritto a riflettere, in modo abbastanza pessimistico, circa i più diffusi gusti cinematografici italiani). Ebbene, "Natale sul Nilo" si presenta forse come il migliore (nel senso di "meno scadente") tra i tanti capitoli della serie. Ed è quanto dire.
Il solito grande cast di volti noti della commedia italiana, la solita trama di tradimenti e sotterfugi amorosi e le solite freddure ben poco comiche sono i "canditi" (assai scadenti ahimè) di questo ennesimo "panettone raffermo" che il Parenti ci regala da prassi ormai ogni Natale.
A fare da padroni sono due coppie: la Boldi/De Sica, assai disimpegnata (quest'ultimo raggiunge distanze sempre più lontane dalla figura paterna, anche in questo caso ciò non è affatto positivo) e ben poco ispirata; e il duo dei "Fichi d'India", gli unici veramente in grado di strappare qualche sorriso (forse perché figli diretti di questa cultura "trash").
La colonna sonora consacra a tormentone dell'anno "Asereje" dei "Las ketchup", tormentone che si affianca alla anonima composizione di Bruno Zambrini (così lontano dai suoi lavori per il Morandi).
In conclusione, "Natale sul Nilo" si presenta, senza mezzi termini, come l'archetipo della attuale commedia italiana (che mai poteva diventare più diversa dai fasti d'un tempo), per intenderci: una commedia che, pur di strappare qualche risata in più, si avvale di comparse del "calibro" di Maria De Filippi.
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