lovethora
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mercoledì 26 gennaio 2005
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una realtà che non c'è
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Una realtà che non c'è, potrebbe essere la definizione del film. E questa ambiguità è il suo fascino.
Thora/Liz, lo scopriremo un po' alla volta, è l'unica testimone sopravvissuta a quella che sembra la scena di un delitto, tre morti, e solo lei può raccontarci la verità. Ma Liz sembra confusa, spaventata forse, o forse no, calcolatrice? No, sì, chi lo sa? Nemmeno lei forse conosce la verità, o forse non vuole conoscerla. Dopotutto l'iniziativa forse era stata sua. Dobbiamo sempre usare il "forse" in questo film. Era lei, meno bella delle sue amiche ma con la più forte personalità, che voleva essere amata dal più bello e più famoso studente del college. Tutto sembra un gioco, ma gioco non è.
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Una realtà che non c'è, potrebbe essere la definizione del film. E questa ambiguità è il suo fascino.
Thora/Liz, lo scopriremo un po' alla volta, è l'unica testimone sopravvissuta a quella che sembra la scena di un delitto, tre morti, e solo lei può raccontarci la verità. Ma Liz sembra confusa, spaventata forse, o forse no, calcolatrice? No, sì, chi lo sa? Nemmeno lei forse conosce la verità, o forse non vuole conoscerla. Dopotutto l'iniziativa forse era stata sua. Dobbiamo sempre usare il "forse" in questo film. Era lei, meno bella delle sue amiche ma con la più forte personalità, che voleva essere amata dal più bello e più famoso studente del college. Tutto sembra un gioco, ma gioco non è. Ci sono in ballo vite umane, morti assurde, avvelenamento (?), una futile lite, una scala che si rompe.... Sarà sempre e solo il caso? Nemmeno le autopsie aiutano. E nemmeno si capisce se l'amore era nato o... La chiave del mistero potrebbe essere Martyn, l'amico di Liz che sapeva ma non c'era. Sì, lui certamente sa qualcosa in più. Ma la chiave sparisce. Martyn scivola, si butta, viene spinto (chi lo sa?) giù da un ponte e muore. Nelle sua tasche, a dir il vero, una chiave viene trovata, ma è quella del "buco", non chiarisce, complica.
Alla fine il "buco" non è solo un posto, un vecchio rifugio, ma è proprio un buco nel tempo, come una pagina mancante che non verrà mai scritta.
Paragonerei questo film allo splendido "Pic Nic a Hanging Rock" di Peter Weir. Anche lì, mistero e risposte mancanti che tali devono restare, per ricordare come nel mondo non vi siano mai solo certezze, o forse non ve ne sono per nulla. ed è questo che spesso rende la vita degna di essere vissuta. La vita o la morte?
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everlong
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venerdì 28 gennaio 2011
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approssimativo
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Film decisamente sopravvalutato che ripercorre una sceneggiatura prevedibile e con dei vuoti qua e là giustificati esenzialmente attraverso la visione emotiva delirante della protagonista. Questo escamotage riduce di molto l'impatto di una trama scarsamente originale, se non per la location in cui si svolge tutta la vicenda. Gli aspetti psicologici devianti, origine del susseguirsi degli eventi, più che essere approfonditi, analizzati e sviluppati divengono mero strumento di un determinismo giustificazionista che serve solo a dare un motivo per spiegare gli eventi. A volte si può fare meglio sfruttando addirittura l'assenza di vere e proprie motivazioni (si pensi a Funny Games sia in versione originale sia in versione remake), lasciando allo spettatore l'arduo compito di interrogarsi sul perché e su una chiave interpretativa che possa fare da fil rouge alla spirale degli eventi.
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Film decisamente sopravvalutato che ripercorre una sceneggiatura prevedibile e con dei vuoti qua e là giustificati esenzialmente attraverso la visione emotiva delirante della protagonista. Questo escamotage riduce di molto l'impatto di una trama scarsamente originale, se non per la location in cui si svolge tutta la vicenda. Gli aspetti psicologici devianti, origine del susseguirsi degli eventi, più che essere approfonditi, analizzati e sviluppati divengono mero strumento di un determinismo giustificazionista che serve solo a dare un motivo per spiegare gli eventi. A volte si può fare meglio sfruttando addirittura l'assenza di vere e proprie motivazioni (si pensi a Funny Games sia in versione originale sia in versione remake), lasciando allo spettatore l'arduo compito di interrogarsi sul perché e su una chiave interpretativa che possa fare da fil rouge alla spirale degli eventi. Non c'è profondità nelle analisi dei personaggi e sin troppo prevedibile è l'evoluzione del plot. Vi sono tentati colpi di scena che in una sceneggiatura simile cessano di essere tali e divengono elementi che non sorprendono né coinvolgono. Tutta quanto sa di "già atteso". Si deve pretendere di più dal cinema thriller, senza bisogno di sopravvalutare film mediocri, certamente ben girati ma che ambiscono al facile coinvolgimento ( nelle intenzioni, nei risultati questo non sempre avviene) e che puntano su una sceneggiatura efficiente più che efficace.
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tore717
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domenica 12 agosto 2007
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come rovinare un film
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Incredibile come questo the hole offra inizialmente uno spettacolo avvincente e appassionante all'inizio, per poi perdersi nel contnuaredella storia. La storia e la verità di quello che è accaduto, rimangono un mistero per poco. Poi tutto si rivela per quello che è e il film decade inevitabilmente. Il finale pessimo, e un personaggio (quelo di liz) decisamente ridicolo. Non perchè l'attrice non sia brava, ma perchè il suo personaggio è assurdo in quanto esagerato, estremizzato.
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pjmix
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mercoledì 15 febbraio 2012
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che dire..
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Il film parte bene: la storia che quattro ragazzi si facciano chiudere dentro un ex bunker per far baldoria, al posto che andare in gita scolastica, attira, soprattutto quando invece che rimanerci per 3 giorni ce ne rimangono per 18; a me personalmente è piaciuto anche il fatto che si parta dalla fine per poi tornare indietro nella storia grazie al racconto della protagonista. La cosa che rovina completamente il film è la superficialità con qui viene trattata la trama: innanzitutto non c'è una "verità" su come si siano svolti i fatti, ma solo il racconto dell'unica sopravvissuta; diventa quindi quasi impossibile per lo spettatore capire la realtà, anche alla fine del film, e questo lascia un po' di amaro in bocca.
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Il film parte bene: la storia che quattro ragazzi si facciano chiudere dentro un ex bunker per far baldoria, al posto che andare in gita scolastica, attira, soprattutto quando invece che rimanerci per 3 giorni ce ne rimangono per 18; a me personalmente è piaciuto anche il fatto che si parta dalla fine per poi tornare indietro nella storia grazie al racconto della protagonista. La cosa che rovina completamente il film è la superficialità con qui viene trattata la trama: innanzitutto non c'è una "verità" su come si siano svolti i fatti, ma solo il racconto dell'unica sopravvissuta; diventa quindi quasi impossibile per lo spettatore capire la realtà, anche alla fine del film, e questo lascia un po' di amaro in bocca. Un altro punto importante è il fatto che la storia, così com'è raccontata, è davvero ridicola: com'è possibile che una ragazza rischi la vita dei suoi 3 amici ,compreso il ragazzo che ama follemente, solo per poter stare più tempo con lui? Pare proprio un'assurdità!! Tutti e 4 patiscono fame e sete per giorni pensando di essere chiusi dentro (quando invece lei ha la chiave) e, nonostante si riducano in condizioni pietose, lei aspetta che ne muoiano ben 2 prima di aprire la botola! C'è, chiaramente, qualcosa che non va. Si può allora ipotizzare che in realtà i suoi "compagni di merende" non siano morti per vari incidenti, ma perchè li abbia uccisi lei; il problema è che questo nel film non viene detto e non viene nemmeno lasciato intendere, quindi sarebbe una conclusione ipotizzata dallo spettatore, fin troppo differente dalla trama raccontata. Ultimo punto, nondimento importante: già a metà del film viene fatto vedere che in realtà è stata lei a chiudere dentro la bella compagnia e non il povero Martin, ingiustamente accusato; da quel momento in poi il film perde il suo potenziale, perchè il mistero, quello che stava rendendo il film intrigante, viene svelato! Non sarebbe stato meglio farlo capire direttamente alla fine, invece che rivelarlo a metà? Insomma.. in sè il film poteva dare molto, ma alla fine il suo potenziale è stato sfruttato decisamente male.
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