Questo"Santo Patrono"di BItto Albertini(1972)è una piccola scoperta, trattandosi di un film forse all'epoca poco programmato, non molto noto, comunque. La maggiore attrazione è certamente Lucio Dalla, meno impegnato che in un film come"I sovversivi"di Paolo e Vittorio Taviani, certo, ma nella parte, comica quanto piacevole di un prete che deve conciliare le esigenze del posto(dove il santo patrono dovrebbe essere estromesso a favore di un altro santo, San Svilestro, imposto dalla riforma curiale). Comicità, vita di paese complessivamente ben rappresentata, nulla di più(esigenze artitiche ed estetiche molto limitate, contratte, francamente, ristrette)ma qualcosa c0'è:il campanilismo caratteritstica prima e principe del mondo italiano, in cui un comune battaglia con l'altro, volendosi mostrare più bello, più ricco(se può farlo), più importante, in ogni caso.
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Questo"Santo Patrono"di BItto Albertini(1972)è una piccola scoperta, trattandosi di un film forse all'epoca poco programmato, non molto noto, comunque. La maggiore attrazione è certamente Lucio Dalla, meno impegnato che in un film come"I sovversivi"di Paolo e Vittorio Taviani, certo, ma nella parte, comica quanto piacevole di un prete che deve conciliare le esigenze del posto(dove il santo patrono dovrebbe essere estromesso a favore di un altro santo, San Svilestro, imposto dalla riforma curiale). Comicità, vita di paese complessivamente ben rappresentata, nulla di più(esigenze artitiche ed estetiche molto limitate, contratte, francamente, ristrette)ma qualcosa c0'è:il campanilismo caratteritstica prima e principe del mondo italiano, in cui un comune battaglia con l'altro, volendosi mostrare più bello, più ricco(se può farlo), più importante, in ogni caso. Senza remore, allora, ci si butta nella mischia, Il regista Albertini, che per il resto ha realizzato più che altro film erotici("Emmanuelle"e il seguito, altri film "a serie")qui realizza un film da camera o quasi da sacrestia, senza rinunciare a qualche, ben"calivbrato"nudo feminile, ma realizzando soprattutto un'operina piacevole, senza grandi aspirazioni. Dalla, come detto, si muove abbastanza agevolmente, accompagnando il film con le sue musiche e canzonI("Un uomo come me", sopratuttto)e Tony Ucci, altro interprete famoso, va benissimo per le caratterizzazioni in dialetto laziale(non romanesco, presumo, ma reatino, ma lo dico con reticenza, non conoscendo benissimo differenze e specificità). Se non si ha la possibilità di vedere il film non si perde assolutamente nilla, ma in complesso qualcosa c''è, specie se ci si sforza di scoprire elementi sia relativamente alla dinamica del piccolo gruppo(paese, nella fattispecie), nonché se si considera come le innovazioni liturgiche spesso non siano arrivate in pieno a fedeli distratti e comunque innegabilmente troppo conservatori. El Gato
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