filippo catani
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venerdì 13 aprile 2012
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donne rovinate
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Una coppia di ladri, un uomo e una donna, riescono a compiere una importante rapina in un albergo rubando dei gioielli. Giunti in stazione i due si devono dividere a causa dell'intervento della polizia che riconosce uno dei due. L'uomo si darà quindi alla fuga mentre la donna salirà sul treno che trasporta le mondine alle risaie. Quì farà amicizia con una donna che riuscirà a farla lavorare.
Molto bello questo film di De Santis che imprime nella pellicola diversi motivi. Innanzitutto vediamo l'Italia del secondo dopoguerra che cerca di rimettersi in moto e ovviamente c'è chi lo fa in modo onesto cercando di trovare lavoro mentre c'è chi cerca di approfittarne in modo disonesto dedicandosi al furto.
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Una coppia di ladri, un uomo e una donna, riescono a compiere una importante rapina in un albergo rubando dei gioielli. Giunti in stazione i due si devono dividere a causa dell'intervento della polizia che riconosce uno dei due. L'uomo si darà quindi alla fuga mentre la donna salirà sul treno che trasporta le mondine alle risaie. Quì farà amicizia con una donna che riuscirà a farla lavorare.
Molto bello questo film di De Santis che imprime nella pellicola diversi motivi. Innanzitutto vediamo l'Italia del secondo dopoguerra che cerca di rimettersi in moto e ovviamente c'è chi lo fa in modo onesto cercando di trovare lavoro mentre c'è chi cerca di approfittarne in modo disonesto dedicandosi al furto. Vediamo ben rappresentato il durissimo lavoro al quale si sottoponevano le mondine per una paga tutt'altro che ricca. Come al solito notiamo che ci sono coloro che speculano sopra questo lavoro prendendo una percentuale dello stipendio di coloro che non venivano assunte tramite sindacato. E poi c'è questo terribile personaggio interpretato da un superbo Vittorio Gassman che è un ladro opportunista che non contento di aver già rovinato una donna pensa bene di rovinarne pure un'altra pensando solo ai suoi interessi e alle rapine. I personaggi sono molto ben caratterizzati e offrono uno spaccato dell'Italia del tempo. Bravissime anche le due interpreti femminili Doris Dowling e Silvana Mangano.
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luca scial�
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mercoledì 30 luglio 2014
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la vita difficile nelle risaie
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Giuseppe De Santis ci porta nel difficile mondo delle risaie, dove le braccianti lavoravano per poche lire, sacrificando anche la propria vita privata. Lo fa attraverso una storia di furti e personaggi che vivono di espedienti, sulla pelle degli altri. Intrigante Silvana Mangano, bello e dannato Vittorio Gassman. Un ruolo importante lo rivestono anche Doris Dowling e Raf Vallone.
Drammatico, cupo, romanzato, risente di qualche debolezza qua e là. Forse perchè abbraccia troppi generi senza coglierne in pieno nessuno. Epilogo da amaro in bocca, da riso amaro. Ma a questi primi film di De Santis, assieme ad altri pionieri, si deve la nascita del Neorealismo.
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great steven
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martedì 30 novembre 2021
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ritratto sincero e ambizioso e storia che convince
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RISO AMARO (IT, 1949) di GIUSEPPE DE SANTIS. Con SILVANA MANGANO, VITTORIO GASSMAN, DORIS DOWLING, RAF VALLONE, CHECCO ROSSONE, NICO PEPE
Braccati dalla polizia per il furto di una collana, un ladro e la sua complice sono costretti a prendere strade diverse presso un binario ferroviario da cui parte un treno diretto nelle risaie del Vercellese. La donna, Francesca, si unisce al gruppo di mondine in partenza per la provincia piemontese in attesa che si calmino le acque e il bandito, Walter, recuperi i contatti con lei. Mentre lavora alla cascina, Francesca conosce Silvana, giovane risoluta con cui ha dapprima un rapporto difficile che poco a poco si trasforma in una solidale e ricambiata amicizia.
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RISO AMARO (IT, 1949) di GIUSEPPE DE SANTIS. Con SILVANA MANGANO, VITTORIO GASSMAN, DORIS DOWLING, RAF VALLONE, CHECCO ROSSONE, NICO PEPE
Braccati dalla polizia per il furto di una collana, un ladro e la sua complice sono costretti a prendere strade diverse presso un binario ferroviario da cui parte un treno diretto nelle risaie del Vercellese. La donna, Francesca, si unisce al gruppo di mondine in partenza per la provincia piemontese in attesa che si calmino le acque e il bandito, Walter, recuperi i contatti con lei. Mentre lavora alla cascina, Francesca conosce Silvana, giovane risoluta con cui ha dapprima un rapporto difficile che poco a poco si trasforma in una solidale e ricambiata amicizia. L’ambiente delle mondine è frequentato anche da Marco, sergente che progetta da ben dieci anni di tornare in borghese perché ormai stufo della vita militare, i cui interessi sentimentali sono rivolti alla procace Silvana. Nel frattempo Walter si rifà vivo e scopre che la collana rubata è un gioiello falso; in combutta con alcuni amici, decide di tentare un colpo molto più ambizioso: impadronirsi delle svariate tonnellate di riso contenute nei magazzini del feudo. A tal scopo, Walter seduce Silvana che, lusingata dalle sue attenzioni, accetta di collaborare al ladrocinio, mentre Francesca, ormai convertitasi alla causa nobile e onesta delle lavoratrici del riso, si tira fuori dai giochi e, proprio quando Silvana si renderà responsabile dell’allagamento dei campi per favorire a Walter e alla sua banda di svuotare il magazzino caricando il riso sui camion, si alleerà con Marco per mettere i bastoni fra le ruote ai due nuovi amanti. Epilogo sanguinoso. Racconto realistico e perfettamente congegnato della desolante miseria relativamente poco remota a livello cronologico, e nella fattispecie di un mondo governato dalla solidarietà femminile, artefice essa stessa del prodotto lavorativo nella sua interezza, laddove per un verso il risultato maschile è determinato dalla fatica dei sorveglianti (figure oneste e legittime) e per l’altro dalla scaltrezza e dalla malafede dei mascalzoni (figure illegittime e disoneste ma non per questo meno motivate dalla miseria pur di non soccombere alla povertà). Parlando invece da un punto di vista più prettamente artistico, questo melodramma asciutto e intenso trova nella sua miscela bizzarra di ingredienti (storia da fotoromanzo, torrido erotismo di sottofondo, affresco sociologico, scrittura registica di alto prestigio tecnico e formale) la carta vincente per ambire alla dicitura di romanzo nazional-popolare e conquistarsi un suo primato, diciamo così, da apripista, nella storia del divismo italiano, in particolare grazie al sessappiglio di S. Mangano. Ma è soprattutto la vicenda di due coppie, ognuna formata da una donna e da un uomo, che si formano, si sciolgono e invertono i propri membri, a seconda di come soffia questa sorta di "vento dell’opportunità" (almeno per quanto concerne il segmento Mangano-Gassman), cifra definitiva per stabilire a chi debba andare la ragione del flagello. Dopotutto abbiamo a che fare con la narrazione di una catastrofe programmatica che nasce proprio dai sentimenti dei personaggi, ben disegnati nelle loro interessanti psicologie dalla sceneggiatura cui lavorarono il regista, un 27enne Carlo Lizzani e Gianni Puccini. Si inserisce senza ombra di dubbio tra le file del neorealismo italiano (allora al suo apice), e fu il primo film di questa corrente cinematografica ad avere un solido successo di pubblico, anche all’estero. Ottimo Gassman nel ruolo del delinquente spregiudicato, disposto ad ogni ribalderia per coronare il suo sogno di ricchezza, seduttore impenitente e sedizioso opportunista – tutte caratteristiche, queste, che ricorreranno spesso nelle parti filmiche future dell’attore romano in maniera più o meno efficace. Al fianco di una Mangano nello splendore della sua forma, D. Dowling interpreta un personaggio molto più asettico e rigoroso che però, man mano che la storia procede, si rivela come il vero volto positivo della causa femminile che il film propugna fin dal principio: il diritto al lavoro per le donne e specialmente un inalienabile diritto al rispetto e alla dignità, esemplificato in modo eccellente nella scena in cui le "crumire" e le "clandestine" si aizzano le une contro le altre durante il lavoro nell’acqua della risaia. Almeno un paio di momenti memorabili: il ballo serale lungo la riva del fiume in cui il pubblico applaude la danza maliziosa di Walter e Silvana e la pioggia scrosciante che induce all’aborto forzato la ragazza incinta. Prima colonna sonora di Goffredo Petrassi.
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