fedson
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martedì 19 febbraio 2013
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buon film, ma pompato da hollywood
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Il gangster di John Huston viene riportato in vita da un cast, a primo impatto, stellare ben condotto da una regia di classe e pensata, che richiama molto i gansgter degli anni '40. La vicenda è quella di Charlie (Nicholson) alle prese con una donna (Kathleen Turner) che porterà entrambi, perdutamente innamorati, in un grande guaio legato strettamente alla potente famiglia dei Prizzi, di cui lo stesso Charlie ne è un fidato. I due dovranno trovare una soluzione per uscirne vivi. La storia è quella che è, intrigante, ben sceneggiata e che rende perfettamente l'idea dei personaggi, ognuno studiato egregiamente, anche se mostra una certa lentezza molto rara nei film di questo genere, e che per questo, a tratti, il film può rivelarsi un po' "piatto".
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Il gangster di John Huston viene riportato in vita da un cast, a primo impatto, stellare ben condotto da una regia di classe e pensata, che richiama molto i gansgter degli anni '40. La vicenda è quella di Charlie (Nicholson) alle prese con una donna (Kathleen Turner) che porterà entrambi, perdutamente innamorati, in un grande guaio legato strettamente alla potente famiglia dei Prizzi, di cui lo stesso Charlie ne è un fidato. I due dovranno trovare una soluzione per uscirne vivi. La storia è quella che è, intrigante, ben sceneggiata e che rende perfettamente l'idea dei personaggi, ognuno studiato egregiamente, anche se mostra una certa lentezza molto rara nei film di questo genere, e che per questo, a tratti, il film può rivelarsi un po' "piatto". I colpi di scena, nonostante siano ben girati ed interpretati, non riescono ad elevare la suspence al livello richiesto, forse proprio perché c'è anche una storia d'amore in mezzo che magari potrebbe "rallentare" il tutto. Ma a parte questo, si tratta di un film che vede protagonisti un'ormai "sempre grande" Jack Nicholson (Oscar nomination, Golden Globe vinto), questa volta trovato in panni diversi rispetto ai suoi soliti personaggi; lo si vede come un'uomo serio, composto, riflessivo, veramente innamorato e legato alla famiglia Prizzi quanto al suo vero amore; una magistrale Kathleen Turner (Oscar nomination, Golden Globe vinto), nel film una killer professionista follemente innamorata di Charlie; e una discreta Anjelica Huston, qui vincitrice del premio Oscar con tanto di Golden Globe (PER NIENTE MERITATI); senza mancare il convincentissimo William Hickey, capo mafia dell'intera famiglia Prizzi. Insomma, non è certo il miglior film di Huston, nonostante diriga anche la figlia, ma c'è da dire che le uniche cose che veramente rendono sono le interpretazioni di tutti. Tra il convincente e l'amaro, tra il piatto e lo scorrevole, bello ma non troppo; "L'onore dei Prizzi" meritava sicuramente qualche nomination all'Oscar ma non 8 di cui 1 vinto. Regia, sceneggiatura ed interpreti perle pure. Buon film.
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paolp78
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giovedì 2 agosto 2018
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miscuglio bene amalgamato di vari generi
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Il grande regista John Huston, dall’alto della sua lunga esperienza (diresse questo film, il suo penultimo, quando era alle soglie degli ottanta anni), riesce nel complicato compito di mettere in scena una sceneggiatura articolata e complessa, dove sono mescolati tra loro vari generi: si passa infatti dalla commedia nera a quella romantica (direi che in definitiva il film è principalmente una commedia), al gangster movie, il tutto dentro l’ossatura di un grande romanzo familiare.
Magistrale Huston nel mantenere il tenore della narrazione lieve e mai drammatico, nonostante non manchino i morti ammazzati e gli argomenti trattati siano tutt’altro che leggeri. Per ottenere questo riuscitissimo contrasto, che è uno dei punti di forza della pellicola, Huston non mostra mai la violenza, anzi si cura bene di nasconderla per quanto gli è possibile; al contempo l’intera pellicola è attraversata da una gradevole atmosfera da commedia brillante.
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Il grande regista John Huston, dall’alto della sua lunga esperienza (diresse questo film, il suo penultimo, quando era alle soglie degli ottanta anni), riesce nel complicato compito di mettere in scena una sceneggiatura articolata e complessa, dove sono mescolati tra loro vari generi: si passa infatti dalla commedia nera a quella romantica (direi che in definitiva il film è principalmente una commedia), al gangster movie, il tutto dentro l’ossatura di un grande romanzo familiare.
Magistrale Huston nel mantenere il tenore della narrazione lieve e mai drammatico, nonostante non manchino i morti ammazzati e gli argomenti trattati siano tutt’altro che leggeri. Per ottenere questo riuscitissimo contrasto, che è uno dei punti di forza della pellicola, Huston non mostra mai la violenza, anzi si cura bene di nasconderla per quanto gli è possibile; al contempo l’intera pellicola è attraversata da una gradevole atmosfera da commedia brillante.
È un film pieno di dialoghi e scene parlate, tutte molto godibili; poca azione invece.
Di ottimo livello le interpretazioni. Nicholson è bravo come al solito, ma mi sono piaciuti molto anche gli attori nei ruoli di contorno. Su tutti sono da ricordare: Anjelica Huston (la figlia del regista), premiata con l’Oscar per la migliore attrice non protagonista, forse facilitata nel recitare il ruolo dell’amante frustrata di Nicholson per essergli stata già da molti anni legata nella vita reale; William Hickey che interpreta il vecchissimo capofamiglia Don Corrado Prizzi, che in scena pare almeno ultranovantenne, ma che nella realtà aveva circa sessanta anni ed era persino più giovane, seppur di poco, dell’attore che recita la parte del figlio Dominic ... eppure davvero nessuno lo direbbe; ed infine John Randolph, che fa il saggio e simpatico padre di Nicholson.
Nonostante la durata superiore alle due ore, il film non annoia mai, scorrendo piacevolmente in modo molto fluido.
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