andrea b
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mercoledì 8 settembre 2010
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la metafora della vita non capita da tanti
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Una casalinga con seri problemi psichici uccide il marito con la complicità della domestica e con lei decide di fuggire trovando rifugio presso un paesino di assassini e pervertiti comandati dalla regina Carlotta.La protagonista conoscerà i personaggi più degenerati e repellenti del posto ma, a causa dei suoi problemi di paranoia commetterà degli errori che pagherà a dura prezzo.Una favola che nel modo più categorico non è del tutto inventata ma va definita come l' insieme delle persone che nella società odierna vengono giudicate come diverse.Palese è l' esempio della donna proprietaria dell' albergo che vuole diventare un uomo per soddisfare le esigenze sessuali della compagna senza venire apprezzata dalla restante popolazione.
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Una casalinga con seri problemi psichici uccide il marito con la complicità della domestica e con lei decide di fuggire trovando rifugio presso un paesino di assassini e pervertiti comandati dalla regina Carlotta.La protagonista conoscerà i personaggi più degenerati e repellenti del posto ma, a causa dei suoi problemi di paranoia commetterà degli errori che pagherà a dura prezzo.Una favola che nel modo più categorico non è del tutto inventata ma va definita come l' insieme delle persone che nella società odierna vengono giudicate come diverse.Palese è l' esempio della donna proprietaria dell' albergo che vuole diventare un uomo per soddisfare le esigenze sessuali della compagna senza venire apprezzata dalla restante popolazione.Una critica più profonda viene mossa contro il governo degli Stati Uniti paragonato a quello della regina Carlotta la quale ogni giorno promulga leggi del tutto insensate provocando la rivoluzione degli abitanti ormai stancatisi di tanta pazzia.In sè il film si presenta ricco di metafore e allegorie talmente chiare che spingono lo spettatore alla profonda e attenta riflessione tanto che alla fine si chiede se veramente il pesino dei pazzi è così diverso dal mondo di oggi.Eccezionali i costumi punk dei personaggi.
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raffaele palazzo
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sabato 5 gennaio 2008
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viva il trash
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John Waters è uno di quei registi per cui stravedo. Amo il genere trash e le sue pellicole a parte essere geniali in parecchie scene, ci mostrano una realtà nemmeno troppo distante dalla nostra, solo decisamente un po’ troppo grottesca.
I protagonisti sono quasi sempre figure reiette come trans, lesbiche, gay, schifosi e quanto d’altro possa esserci che non trovando una loro America, convivono in situazioni anomale come delle discariche che diventano villaggi oppure campi nomadi in mezzo ai boschi.
Questo film del ’77 è emblematico. Innanzitutto da questo film credo che la Troma abbia preso davvero molto. La stessa “Mortville” non è molto lontana da quella “Tromaville” tanto famosa agli amanti di “The Toxic Avenger”.
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John Waters è uno di quei registi per cui stravedo. Amo il genere trash e le sue pellicole a parte essere geniali in parecchie scene, ci mostrano una realtà nemmeno troppo distante dalla nostra, solo decisamente un po’ troppo grottesca.
I protagonisti sono quasi sempre figure reiette come trans, lesbiche, gay, schifosi e quanto d’altro possa esserci che non trovando una loro America, convivono in situazioni anomale come delle discariche che diventano villaggi oppure campi nomadi in mezzo ai boschi.
Questo film del ’77 è emblematico. Innanzitutto da questo film credo che la Troma abbia preso davvero molto. La stessa “Mortville” non è molto lontana da quella “Tromaville” tanto famosa agli amanti di “The Toxic Avenger”. Come in tutti i paesuncoli o civiltà in degrado anche qui ci sono regine e principesse, miliziani che si spogliano improvvisano spogliarelli e si danno come prostitute. Poliziotti feticisti che indossano mutande e svengono in amplessi. Lesbiche che si fanno operare per poi tagliarselo e farselo mangiare dal cane.
Tutto questo è l’universo in cui Waters con una sapiente dose di humor ci avverte e ci insegna anche a rispettare il diverso perché umano. Un film a tinte molto forti e dalle oscenità dichiarate. Bravi gli attori.
Questo film del ’77 venne in seguito ribattezzato “Punk Story”.
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molinari marco
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venerdì 19 agosto 2011
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incubo o realtà?
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Avete mai provato a chiedervi come sarebbe vivere in un mondo in cui i sentimenti sono praticamente inesistenti? Senza andare troppo per lunghe, possiamo star sicuri che sarebbe un mondo popolato da esseri isterici, approfittatori, squallidi, infidi e ripugnanti. Un mondo in cui sarebbe difficile instaurare la benché minima comunicazione e dove ogni atto e ogni parola non avrebbe nessun’altra finalità se non quella di agguantare il piacere della carne, o eventualmente umiliare chi ci sta di fronte, spalancando in tal modo le porte ad ogni tipo di perversione e facendo scempio alla dignità del corpo umano. È quello che ci mostra, con i toni surreali che gli sono tipici e con il suo stile smaccatamente trash, Waters in questo film.
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Avete mai provato a chiedervi come sarebbe vivere in un mondo in cui i sentimenti sono praticamente inesistenti? Senza andare troppo per lunghe, possiamo star sicuri che sarebbe un mondo popolato da esseri isterici, approfittatori, squallidi, infidi e ripugnanti. Un mondo in cui sarebbe difficile instaurare la benché minima comunicazione e dove ogni atto e ogni parola non avrebbe nessun’altra finalità se non quella di agguantare il piacere della carne, o eventualmente umiliare chi ci sta di fronte, spalancando in tal modo le porte ad ogni tipo di perversione e facendo scempio alla dignità del corpo umano. È quello che ci mostra, con i toni surreali che gli sono tipici e con il suo stile smaccatamente trash, Waters in questo film. Un universo in cui tutto è carne da macello, e tutto sembra destinato ad entrare in putrefazione, nonché a corrompersi, sin dalla nascita. Un mondo in cui una madre, al massimo (ma potrebbe essere anche il minimo dato quello che vedremo in seguito) dell’isteria, allorché vede i suoi pargoletti nudi giocare al dottore, non può fare a meno di pensare ad un accoppiamento sessuale. Già avvenuto per giunta. Come se ci si trovasse in un universo in cui l’innocenza non è più ammissibile neanche nella più tenera delle età. Il tutore della legge, di conseguenza, diventa un pervertito che non esita un istante ad umiliare coloro che dovrebbe proteggere, facendoli cadere dalla padella alla brace. La regina madre (e capo delle istituzioni), un esempio da non seguire in materia di bon ton ed in grado di redigere leggi in grado solo di aumentare il malcontento popolare e di dare il cattivo esempio in termini di costumi. Un’opera dissacratoria, non esente da un discorso politico-sociologico di un certo rilievo leggibile a chiare lettere tra le righe. Un film ai limiti della pornografia e nel quale il regista pare non avere nessun tipo di rispetto per i propri attori, o per la razza umana in generale. Un’opera in cui il nudo, una volta tanto, è sinonimo di repulsione più che di attrazione. Una schifezza che ci viene servita su un prelibato piatto d’argento (come ci viene suggerito magistralmente sin dai titoli di testa). Una metafora visiva senza orpelli retorici che per chissà quale motivo, nonostante il suo squallore e la sua illogicità, ci costringe a tenere gli occhi sempre ben aperti, incuriositi come siamo nell’appurare fino a quali limiti assurdi l’autore si spingerà per raccontarci quella che è la sua personalissima visione della società americana. Resta da chiedersi se, a livello di immaginario collettivo, possano essere più nocivi e fuorvianti film così apertamente riprovevoli e disgustosi, ma destinati a non esser visti quasi da nessuno, o le solite sdolcinatezze, farcite da interpreti belli ed impossibili, che vengono sfornate in grande abbondanza ogni santo giorno per essere date in pasto alla maggioranza?
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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una favola politica
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Un film di cui si parla troppo poco è senza dubbio "Desperate Living" (in italiano "Nuovo punk story", 1977) di John Waters, a mio parere, uno dei suoi film più compiuti. C'è tutto quello che lo ha reso famoso: il cattivo gusto è spinto al massimo, così come l'ironia, ma tutto questo è permeato(più che in precedenza) da uno spirito anarcoide e rivoluzionari.
Il film vede una donna borghese mentalmente instabile(come probabilmente tua la classe a cui appartiene, secondo Waters) che uccide accidentalmente il marito con la complicità della sua cameriera nera e obesa(chiaro riferimento alla Mami di "Via col vento").
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Un film di cui si parla troppo poco è senza dubbio "Desperate Living" (in italiano "Nuovo punk story", 1977) di John Waters, a mio parere, uno dei suoi film più compiuti. C'è tutto quello che lo ha reso famoso: il cattivo gusto è spinto al massimo, così come l'ironia, ma tutto questo è permeato(più che in precedenza) da uno spirito anarcoide e rivoluzionari.
Il film vede una donna borghese mentalmente instabile(come probabilmente tua la classe a cui appartiene, secondo Waters) che uccide accidentalmente il marito con la complicità della sua cameriera nera e obesa(chiaro riferimento alla Mami di "Via col vento"). Le due donne vanno a finire a Mortville, baraccopoli abitata da reietti nel senso più ambio del termine(dai delinquenti agli omosessuali, mal visti in quegli anni dalla borghesia) e governata da una regina che disprezza e affama il popolo.
Il film è una favola politica, dove il disprezzo per l'autorità è urlato; ma secondo Waters non ci sono buoni o cattivi: solo persone che comandano e persone che subisco: e tra i due il regista patteggia per i secondi, ovvero per gli abitanti di Mortville in quanto sono personaggi genuini, sinceri,anche se disgustosi. Dall'altra parte c'è la classe borghese, che maschera la sua ipocrisia dietro una faccia pulita; la regina, malata di potere a tal punto da voler provocare un genocidio(la guerra in Vietnam è un ricordo ancora vivo); i poliziotti, violenti e privi di una vera coscienza, tanto da essere usati come giocattoli sessuali dalla regina stessa. Tante sarebbero le cose da dire, ma per ora mi fermo qui.
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dandy
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venerdì 21 febbraio 2014
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really desperate living.
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Alla sua opera seconda Waters(anche sceneggiatore),riconferma il suo(cattivo)gusto per lo schock e la provocazione a uso e consumo del pubblico.Dialoghi rozzi e recitazione piacevolmente trashsesso,un tocco di splatter,nudi a profusione(freak compresi) e continui attacchi alla normalità e ai principi americani(famiglia,politica,sessualità).La confezione,poverissima,finisce con l'accrescere il senso di degrado ma i personaggi vengono descritti con partecipazione.Non mancano alcuni momenti di tenerezza(il cambio di sesso di Mole,incredibilmente splatter per l'epoca,oggi datato),e sebbene Waters abbia affermato di tenere per la regina,l'ideologia finale è chiara e acre:la borghesia repressa è ben lieta di abbracciare un potere dittatoriale,a cui non si risparmiano frecciate(i ritratti di Charles Manson,Hitler e Idi Amin nel palazzo della regina).
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Alla sua opera seconda Waters(anche sceneggiatore),riconferma il suo(cattivo)gusto per lo schock e la provocazione a uso e consumo del pubblico.Dialoghi rozzi e recitazione piacevolmente trashsesso,un tocco di splatter,nudi a profusione(freak compresi) e continui attacchi alla normalità e ai principi americani(famiglia,politica,sessualità).La confezione,poverissima,finisce con l'accrescere il senso di degrado ma i personaggi vengono descritti con partecipazione.Non mancano alcuni momenti di tenerezza(il cambio di sesso di Mole,incredibilmente splatter per l'epoca,oggi datato),e sebbene Waters abbia affermato di tenere per la regina,l'ideologia finale è chiara e acre:la borghesia repressa è ben lieta di abbracciare un potere dittatoriale,a cui non si risparmiano frecciate(i ritratti di Charles Manson,Hitler e Idi Amin nel palazzo della regina).L'omosessualità è l'unica possibilità di sovvertire il sistema.E il finale altamente allegorico,è davvero lo sberleffo definitivo.Da noi è uscito l'anno seguente pesantemente tagliato e con un titolo fuorviante(era il periodo punk).Tullio Kezich e Callisto Cosulich scrissero recensioni positive.La versione integrale oggi si puà trovare senza problemi.Di acqua sotto i ponti ne è passata,ma i primi film di Waters sono sicuramente tra i primi esempi di cinema ad aver rappresentato una realtà freak e ed emarginata con la giusta forza d'impatto.E la giusta critica alla società che ne ha causato la creazione.
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