Scritta da Stephen King come sceneggiatura originale (non adattando alcun suo romanzo), La tempesta del secolo è un’opera ambiziosa che racchiude gran parte dei pregi e dei difetti della produzione dello scrittore del Maine.
Messa in scena senza sbavature da Baxley, eccelle nel tratteggio di ambienti e personaggi (non solo l’antagonista), punto forte anche della letteratura di King, mentre talvolta delude nel mostrare l’orrore, probabilmente più efficace sulla pagina scritta, mentre, messo in immagini, risulta un po’ ingenuo, banale, scontato (vedi il caso dei “dentini” del perfido Linoge).
Tutto ciò nulla toglie alla generale capacità della miniserie (nonostante la lunga durata) di mantenere quasi sempre ben alta la tensione e di suscitare inquietudine.
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Scritta da Stephen King come sceneggiatura originale (non adattando alcun suo romanzo), La tempesta del secolo è un’opera ambiziosa che racchiude gran parte dei pregi e dei difetti della produzione dello scrittore del Maine.
Messa in scena senza sbavature da Baxley, eccelle nel tratteggio di ambienti e personaggi (non solo l’antagonista), punto forte anche della letteratura di King, mentre talvolta delude nel mostrare l’orrore, probabilmente più efficace sulla pagina scritta, mentre, messo in immagini, risulta un po’ ingenuo, banale, scontato (vedi il caso dei “dentini” del perfido Linoge).
Tutto ciò nulla toglie alla generale capacità della miniserie (nonostante la lunga durata) di mantenere quasi sempre ben alta la tensione e di suscitare inquietudine. Le oltre quattro ore sono, difatti, del tutto funzionali a rendere “la complessità e moltitudine dei personaggi kinghiani” (Mereghetti), a consentire allo scrittore di tratteggiarne le personalità nel dettaglio, in modo tale da permettere allo spettatore di identificarsi in loro, in particolare nel protagonista, e di rimanere, di conseguenza, molto più colpito, se non addirittura atterrito dal finale.
E se, come già accennato, “alcune ingenuità fanno parte dell’elementarità dell’orrore dello scrittore” (idem), esse però “non infastidiscono nel film” (idem) finito, che, nel complesso, si rivela un’operazione riuscita.
Un’opera realmente inquietante e, talvolta, terrorizzante, indipendentemente dal fatto che si prenda o meno sul serio l’assunto di partenza, in quanto King è abile nel far dimenticare tutto allo spettatore per catturarlo completamente, proiettandolo all’interno della storia. Scatta inevitabilmente la più pura sospensione dell’incredulità tanto si è portati ad identificarsi coi personaggi e i loro travagli (nonostante, per alcuni di loro, vengano alla luce poco rassicuranti dettagli circa vicende pregresse, fatte di tradimenti, corruzione, sesso, violenza, omofobia). Ad emergere, come spesso accade nelle opere dell’autore, è l’orrore che si nasconde dietro la tranquilla facciata della piccola provincia americana profonda, dove molti non sono ciò che sembrano e tutti hanno qualcosa da nascondere.
Grazie anche alla regia di Baxley e alle interpretazioni degli attori (in particolare Feore), La tempesta del secolo riesce nel suo intento, impaurire senza colpire basso, inquietare senza alcun bisogno di ricorrere ad effettacci horror e a jump-scares da film di serie Z.
Pur tra qualche caduta e pesantezza, convince e si rivela migliore di tanti altri adattamenti di opere di Stephen King. Trasmessa nel 1999 negli Stati Uniti sulla ABC (che ha stanziato ben 35 milioni per la sua produzione, non poco per una miniserie TV), da noi arriva a due anni di distanza.
Piccola curiosità: la vicenda è ambientata nella medesima isola del romanzo Dolores Claiborne (adattato per il cinema con l'ottimo L’ultima eclissi [1995, di Taylor Hackford]), a cui si fa riferimento in un dialogo del sindaco Robbie Beals.
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