giovanni morandi
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lunedì 28 novembre 2022
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sparatoria di 15 minuti giovanni morandi
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Boss Spearman (Robert Duvall), Charley (Kevin Kostner), Mose e Button formano una piccola comunità di cowboys, che si spostano col bestiame ed un cagnolino al seguito.
La loro vita è basata su un antico codice di amicizia e onore.
Boss è come un capo branco che decide per tutti e difficilmente sbaglia, anche nelle scelte più audaci, ma "senza imporre mai una volontà padrona", anzi per ogni decisione spiega agli altri le sue motivazioni.
Mose deve andare in città a rifornirsi, dopo che sono rimasti bloccati dal brutto tempo. Tardando a ritornare, Boss e Charley lo raggiungono, scoprendo che si trova in prigione, dove è giunto in pessime condizioni, a seguito di una rissa.
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Boss Spearman (Robert Duvall), Charley (Kevin Kostner), Mose e Button formano una piccola comunità di cowboys, che si spostano col bestiame ed un cagnolino al seguito.
La loro vita è basata su un antico codice di amicizia e onore.
Boss è come un capo branco che decide per tutti e difficilmente sbaglia, anche nelle scelte più audaci, ma "senza imporre mai una volontà padrona", anzi per ogni decisione spiega agli altri le sue motivazioni.
Mose deve andare in città a rifornirsi, dopo che sono rimasti bloccati dal brutto tempo. Tardando a ritornare, Boss e Charley lo raggiungono, scoprendo che si trova in prigione, dove è giunto in pessime condizioni, a seguito di una rissa. Baxter, un allevatore residente e despota locale, aiutato dallo sceriffo corrotto al suo servizio, minaccia i tre qualora non abbandonino la zona. Boss decide di lottare, ma intanto affida Mose alle cure del medico Barlow, che è assistito dalla sorella Sue (Annette Bening). Tornati nel campo, dove la mandria era stata affidata al giovane Button, i quattro organizzano un'offensiva per vendicare l'aggressione a Mose e le minacce. Boss e Charley raggiungono l'accampamento degli uomini di Baxter, responsabili delle azioni violente nei loro confronti, li umiliano, li disarmano e fanno fuggire i loro cavalli. Ignorano però che, nel frattempo, un'altra parte della banda si era diretta contro il loro accampamento e quando vi fanno ritorno, trovano Mose ucciso e Button gravemente ferito.
Boss e Charley tornano quindi nuovamente in città per affidare Button alle cure del medico e preparare un'offensiva definitiva. Il medico però è accorso a curare gli uomini di Baxter, feriti in conseguenza degli ultimi scontri. Così è la sorella Sue ad occuparsi di Button, fraternizzando con i mandriani, con uno dei quali, Charley, sembra scatti il classico colpo di fulmine.
Dopo quanto è stato fatto ai due amici, Boss e Charley decidono di passare ad un impari resa dei conti contro Baxter e i suoi, dalla quale infine escono feriti ma vittoriosi. Il successo sarà ottenuto grazie all'abilità di Charley, che ha un passato da pistolero, ma anche alla ribellione finale della popolazione, ormai stufa dell'oppressione operata da Baxter e i suoi accoliti.
Charley, dichiaratosi a Sue, deve partire per seguire la mandria, ma le promette di ritornare. Infatti lascerà l'attività di cowboy e tornerà in città con i suoi amici, dato che Boss ha deciso di acquistare e gestire il locale saloon, rimasto senza proprietario dopo la sanguinosa sparatoria, una da primato anche per un Western, qualcuno ha calcolato che duri quasi quindici minuti.
Il film diretto da Costner si sviluppa in maniera fluida, senza troppi colpi di scena, ma tante pillole di saggezza del "vecchio" Boss, un Duvall da Oscar, che contribuisce in maniera assoluta al successo della pellicola.
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paolp78
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sabato 12 settembre 2020
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western puro, d''altri tempi
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Film western girato nel 2003, ma capace di restituire le atmosfere ed i contenuti dei grandi film western del periodo classico.
Kevin Costner benché sia molto più conosciuto come attore, dimostra anche stavolta uno straordinario talento dietro la macchina da presa. Questa è la sua terza regia; due su tre dei sui film sono dei western, per altro decisamente di livello superiore rispetto all'altra sua opera. Ciò premesso, c'è davvero da rammaricarsi del fatto che Costner abbia girato così poche pellicole; ed in particolare da amante del genere western il rammarico è doppio, poiché dopo “Balla coi lupi” l'autore americano si conferma capace di interpretare al meglio il genere, virtù rarissima oggigiorno, realizzando opere che non sfigurano al paragone coi grandi classici.
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Film western girato nel 2003, ma capace di restituire le atmosfere ed i contenuti dei grandi film western del periodo classico.
Kevin Costner benché sia molto più conosciuto come attore, dimostra anche stavolta uno straordinario talento dietro la macchina da presa. Questa è la sua terza regia; due su tre dei sui film sono dei western, per altro decisamente di livello superiore rispetto all'altra sua opera. Ciò premesso, c'è davvero da rammaricarsi del fatto che Costner abbia girato così poche pellicole; ed in particolare da amante del genere western il rammarico è doppio, poiché dopo “Balla coi lupi” l'autore americano si conferma capace di interpretare al meglio il genere, virtù rarissima oggigiorno, realizzando opere che non sfigurano al paragone coi grandi classici.
Dalla pellicola traspare l'amore del regista per quel mitico mondo ormai scomparso, nonché per questo genere cinematografico, che tanto ha rappresentato per il cinema americano.
La ricostruzione scenografica ed ambientale è perfetta.
Ottimi i tempi della narrazione, adattissimi al genere.
La sceneggiatura non è originale, ma funziona benissimo comunque. Ottimi i dialoghi, impreziositi da qualche passaggio particolarmente ispirato: sugli altri lo scambio di avvertimenti tra lo sceriffo e i due protagonisti nel saloon.
Come sempre avveniva nei western di un tempo, anche qui c'è spazio per un personaggio femminile, che non è un peso morto avulso dal resto della narrazione, come spesso avveniva nei classici del genere; qui infatti si è riusciti a ritagliare una storia d'amore piacevole e molto ben costruita, che si sviluppa a fianco degli accadimenti principali a cui è sapientemente amalgamata. La pellicola ne risulta arricchita nel suo complesso ed inoltre si giova di questa storia parallela per creare una buona alternanza con la narrazione principale, che per quanto avvincente, avrebbe altrimenti corso il rischio di presentarsi monotona e poco gradevole.
Allo stesso modo che nelle altre due sue opere, anche stavolta Costner dirige se stesso, e deve dirsi che se la cava egregiamente anche come attore con un'ottima prova; tuttavia il migliore in scena è decisamente Robert Duvall, che non ricordavo in un western e che invece si dimostra straordinariamente adatto, con una recitazione sapientemente misurata che risulta azzeccatissima. Bravissima anche Annette Bening, bravissima a calarsi nella parte.
Strepitoso l'effetto attesa per la resa dei conti finale, messa in scena in modo spettacolare e con grande effetto: certamente è questa la parte della pellicola che più si ricorda.
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samanta
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lunedì 11 maggio 2020
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quando il western è tradizione..
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Il film (del 2003) è diretto, prodotto ed interpretato da Kevin Costner che ha avuto un buon successo di critica e commerciale (budget 22 ml. di $, incassi per circa 70 ml.)
Boss (Robert Duvall) e il socio Charley (Kevin Costner) accompagnati da 2 aiutanti: il gigante buono Mose e il giovane Button, conducono una mandria per le praterie per arrivare al posto dove la venderanno. A causa di un temporale si accampano in una prateria vicina ad una città, dove mandano Mose per acquistare viveri, ma il compagno è stato aggredito e mandato in prigione dallo sceriffo che lo libera solo se viene pagata un'ingente cauzione, ma è presente alla scena Baxter (Michael Gambon) ricco e violento allevatore che comanda e lo fa liberare avvertendo i compagni che se non andranno via subito, faranno una brutta fine.
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Il film (del 2003) è diretto, prodotto ed interpretato da Kevin Costner che ha avuto un buon successo di critica e commerciale (budget 22 ml. di $, incassi per circa 70 ml.)
Boss (Robert Duvall) e il socio Charley (Kevin Costner) accompagnati da 2 aiutanti: il gigante buono Mose e il giovane Button, conducono una mandria per le praterie per arrivare al posto dove la venderanno. A causa di un temporale si accampano in una prateria vicina ad una città, dove mandano Mose per acquistare viveri, ma il compagno è stato aggredito e mandato in prigione dallo sceriffo che lo libera solo se viene pagata un'ingente cauzione, ma è presente alla scena Baxter (Michael Gambon) ricco e violento allevatore che comanda e lo fa liberare avvertendo i compagni che se non andranno via subito, faranno una brutta fine. Nella notte vengano minacciati da 4 uomini mascherati che vengono inseguiti, malmenati e rimandati a piedi in città, ma era una trappola altri uomini hanno attaccato l'accampamento uccidendo il buon Mose e lasciando mezzo morto Button. Boss e Charley ritornano in città con il ragazzo (ci vogliono parecchie ore per il viaggio) e vanno dal medico che è assente per curare i feriti al ranch di Baxter, ma il giovane viene curata dalla sua assistente che i 2 credono la moglie ma è in realtà la sorella: Sue (Annette Bening) e tra lei e Charley nasce una delicata simpatia. Charley e Boss devono affrontare un lungo duello con gli uomini di Baxter che vengono quasi tutti uccisi compreso il loro violento capo, anche aiutati dai cittadini ormai stufi dalle violenze di Baxter. Sue prima dello scontro aveva confessato il suo amore a Charley che, dopo lo scontro, confessa anche lui il suo amore. e decide che dopo aver venduto la mandria ritornerà per vivere con lei, insieme a Boss che ha deciso anche lui di rimanere e a tal fine ha comprato il Saloon.
E' un film dall'impianto tradizionale, anche se un pò aggiornato (nei vestiti e nelle scene delle sparatorie) emerge la tecnica di Costner: le scene intervallate da ampi spiazzi e paesaggi che danno respiro al racconto, la cura degli affetti e dei rapporti personali: Charley e Boss si conoscono da 10 anni e sono disposti a morire l'uno per l'altro ma sono riservati , Charley non conosce nemmeno il nome di Boss (Gelsomino) e prima dello scontro si confessano: Boss era stato sposato "mai un litigio" e la moglie giovane e la loro bambina erano morti e da allora aveva vagabondato per le praterie e non sapeva che Charley era stato un guerrigliero durante la guerra civile e poi un pistolero e aveva ammazzato molte persone. Tra i 2 c'é un intesa basata sul reciproco rispetto.
Sarà Boss a capire che l'amico è innamorato di Sue e spingerlo a parlare con la donna che commossa gli regala un medaglione di famiglia. Bello e delicato il rapporto con Sue anche poche parole ma soprattutto i silenzi rivelano l'affetto. Il cowboy capisce che è una donna da rispettare e quando nella stanza accanto uno specchio rivela che si sta cambiando volge lo sguardo da un'altra parte. Un rapporto che si tramuta in un rapporto solido, non c'é bisogno della solita scena di sesso per capire che i 2 si amano. Un bel film, con una bella ambientazione e una storia che rivela una certa originalità, oltre ad una interpretazione eccellente di Kevin Costner e in particolare di Robert Duvall che conferma di essere uno dei migliori che il cinema americano abbia avuto, la Bening brava come al solito.
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contrammiraglio
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mercoledì 28 dicembre 2016
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bello
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Non scomodiamo i capolavori, ma un gran bel film!
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dqitos
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domenica 11 ottobre 2015
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indefesso, un film questo, classico americano.
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questo narra la storia avventuristica del cawboy nei primi anni
delle conquiste in quelle terre apparentemente libere, però
occupate da persone apparentemente gentili e premurose, però
persone che a seconda della loro interpretazione, altre non possono fare
niente perchè identificati come il solito rivedersi del cavaliere
oscuro delle loro fantasie forse, partito per il crimine,
e non possono neanche fare la
loro deprecabile opposizione perchè costrette a
lasciargli il posto anche se criminali organizzati per il
loro... di funerale, insomma l'aria e il mondo sarebbe troppo
piccolo... per quelle persone, vogliono il mondo
per s'è, non c'è posto nel mondo per le altre
persone, gente che si crede d'aver deciso e aver
preso le decisioni per chi seguita a infliggergli
sonore sconfitte.
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questo narra la storia avventuristica del cawboy nei primi anni
delle conquiste in quelle terre apparentemente libere, però
occupate da persone apparentemente gentili e premurose, però
persone che a seconda della loro interpretazione, altre non possono fare
niente perchè identificati come il solito rivedersi del cavaliere
oscuro delle loro fantasie forse, partito per il crimine,
e non possono neanche fare la
loro deprecabile opposizione perchè costrette a
lasciargli il posto anche se criminali organizzati per il
loro... di funerale, insomma l'aria e il mondo sarebbe troppo
piccolo... per quelle persone, vogliono il mondo
per s'è, non c'è posto nel mondo per le altre
persone, gente che si crede d'aver deciso e aver
preso le decisioni per chi seguita a infliggergli
sonore sconfitte... del tipo ciao hitler... guardi pure lo sport
e persegua pure a depredare il cittadino del suo diritto,
preoccupandosi d'avere invitato quell'atleta..., il
preferito forse..., che è un'altra cosa nel film white,
ma non troveranno mai gli indiani in questo pezzo di mondo, chiaro?
sarebbe ora che cominciasse quella gente a fare quel che la
legge gli impone, di seguire le istruzioni della democrazia,
che non sembrano conoscere, perchè a duello sembrano
perdere tutte le sfide oltre alla faccia, la nostra però...,
nella quale gettargli manciate di dollari non sembra servire a nulla, e
chinare il loro di capo? a riflettere? non appartiene a quelle
persone, perdere è uno choc, è devastante lo sappiamo,
ma lo sport prevede che si dica nelmodo sportivo
magari, però quando la gente sfida mettendosi in contrasto col talento,
non vede più, non si vede più niente, se non il
loro trucco... il loro di trucco, mettendo all'angolo il migliore,
senza neanche qualche chapò un sorriso... e far
fronte alle loro difficoltà, sembrano così
perdere ogni qualità, non solo dell'essere umano, contro la natura
non sembrano aver compreso che, anche milioni di persone a
ogni costo non possono dirigere le onde del mare,
neanche la direzione del leone della savana, il volo del falco,
non serve ne conta avere miliardi da spendere e mettersi
con ogni mezzo a migliaia contro la natura,
possono seguitare soltanto a uccidere la loro creatura, e che però
sembra essere la dittatura..., non certo la democrazia di questo mondo, alla
fine vedere affrontare lo sceriffo corrotto e quella altrettanta
cricca da parte di white è incredibile, come white descrive le dinamiche del
confronto come se fosse a passeggio se il compito da svolgere pur
con realismo pragmatico si riagganciasse al western classico, e al sogno
del moderno e nuovo western in stile spacconata comunuque; come
se non si potesse più rinunciare al termine... comunque vadano
le cose e comunque le si vogliano raccontare... mitico.
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yurigami
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lunedì 27 ottobre 2014
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pochi ma buoni
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Oggigiorno di film western ne fanno pochi, ma quando li fanno sono spesso dei successoni! Quel treno per Yuma, il grinta... e questo senza ombra di dubbio rientra nella categoria! Vedendo questo film mi sono sentito trascinato nelle ambientazioni e nella storia, grazie a scenografie mozzafiato, una colonna sonora azzeccata e a due attori di altissimo livello come Kostner e Duvall. Consigliatissimo agli amanti del genere.
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dounia
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martedì 18 ottobre 2011
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il western rivalutato
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La storia illustra le vicende di due cowboys amici, accompagnati da un ragazzo e da un uomo giovane di trent'anni per spostare le loro mandrie nei latifondi privi di confini. Vivono in modo libero, ma il proprietario terriero vuole imporre le sue leggi e dire che ci sono dei limiti. Il trentenne, prima rinchiuso in prigione, poi muore; il ragazzo viene ferito. Degli uomini vogliono così dimostrare l'intenzione del loro capo. Un cowboy, rappresentato molto bene da Robert Duvall, si vendica del fatto. La questione però non termina qui e avviene una sparatoria tra i due cowboys e l'uomo sceriffo con i suoi uomini. Il ragazzo ferito è visto dal dottore che ha una sorella che lo aiuta, a cui prima era stato portato l'uomo trentenne che poi è morto.
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La storia illustra le vicende di due cowboys amici, accompagnati da un ragazzo e da un uomo giovane di trent'anni per spostare le loro mandrie nei latifondi privi di confini. Vivono in modo libero, ma il proprietario terriero vuole imporre le sue leggi e dire che ci sono dei limiti. Il trentenne, prima rinchiuso in prigione, poi muore; il ragazzo viene ferito. Degli uomini vogliono così dimostrare l'intenzione del loro capo. Un cowboy, rappresentato molto bene da Robert Duvall, si vendica del fatto. La questione però non termina qui e avviene una sparatoria tra i due cowboys e l'uomo sceriffo con i suoi uomini. Il ragazzo ferito è visto dal dottore che ha una sorella che lo aiuta, a cui prima era stato portato l'uomo trentenne che poi è morto. Il più giovane dei due cowboys, Kevin Costner, brusco di atteggiamento, conoscendo la sorella del medico, sente di amarla e glielo dirà, vedendola in altre circostanze. Il film presenta la vita al pascolo delle mandrie, grandi paesaggi molto belli che solo un grande schermo possono ritrarre bene il tema delle terre prive di confini alla fine del 1800. Il racconto contrappone inoltre la figura di un cowboy duro con quella di una donna bella e tenera che s'innamorano e mette in evidenza la saggezza del cowboy più maturo, rappresentato da Robert Duvall che, oltre a svelare le sue esperienze precedenti, manifesta una saggezza profonda nei suoi gesti e nelle sue decisioni e sa consigliare il più giovane. Robert Duvall, oltre a recitare molto bene, interpreta in modo profondo il suo personaggio. La vicenda che avviene tra l'attore Kevin Costner
vuole rivalutare l'western e farlo vedere all'aspettatore come dovrebbe essere veramente. Il finale, dove viene presentata la sorella del medico che accompagna i due cowboys, non è sdolcinato, ma rivela il bisogno di un uomo e di una donna ad amarsi e hanno capito il motivo dell'esistenza, già compreso da tempo dal cowboy più anziano. La vita, anche se era alla fine del 1800, ha sempre quello scopo: trovare una persona per esprimere i propri affetti. I modi attivi di agire della sorella del dottore evidenziano una donna decisa che non si lascia più intimorire dagli sguardi degli altri e sa fare le sue scelte.
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dario j. a.
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venerdì 14 gennaio 2011
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non tutti i mali vengono per nuocere
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Uno dei rari film che appassionano e coinvolgono. Ben trasmessa l'atmosfera, dai pascoli solitari alla città, in un crescendo che si lega armoniosamente con il contesto e la storia. La sua semplicità esecutiva è il risultato di un lavoro prfondo, curato e ben dosato, in cui non trovano spazio divagazioni autocelebrative o propagandistiche. Si sarebbe potuto meritare cinque stelle se il finale non si fosse concetrato, contro una ragion di dovere, prevalentemente sulla giovane storia d'amore. Consigliato veramente a tutti.
[+] un film la cui qualità era da anni che non vedevo.
(di bobynette)
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ruggero
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giovedì 19 febbraio 2009
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da godere
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Dopo "Balla coi lupi" Kevin Costner dirige e interpreta un altro western di grande fascino e umanità.Valori come il rispetto,l'onore,l'amicizia oggigiorno non sono di moda e al cinema arrivano soprattutto storie di ordinaria follia...Bravo Kevin,ma non c'é due senza tre..a quando il prossimo?
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marti
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venerdì 2 gennaio 2009
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fantastico
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film eccezionale e la cosa ke mi ha colpito di più quando alla fine dei titoli di coda viene scritto dedicato a sharon e billy costner (i genitori) bhè kevin costner è sempre il migliore
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