davidino.k.b.
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sabato 5 dicembre 2015
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spike
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grande film, cattivo spietato come spike ci ha abituato
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nick castle
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domenica 12 dicembre 2010
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strano film senza arte nè parte...
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Si rimane spiazzati vedendo questo film e ancora di più lo si è dopo aver concluso la visione. Insomma, non so neanche cosa dire su questo film, lascia perplessi, la trama è solida dopotutto, ma il tutto sembra di una falsità inaudita. C'è una risposta a tutto ciò: digitale. Il film è stato girato quasi totalmente in digitale su supporti miniDV per ridurre drasticamente i costi, anche se alcune parti dello show sono state girate su pellicola Super 16. Il digitale dona purtroppo al film un aspetto di squallore inguardabile, rendendo atrofizzate tutte le buone idee del buon vecchio Spike, che come dimostrarono sia le riprese che il montaggio, rimase piuttosto deluso dal risultato estetico-figurativo finale del film (non gli si può dar torto.
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Si rimane spiazzati vedendo questo film e ancora di più lo si è dopo aver concluso la visione. Insomma, non so neanche cosa dire su questo film, lascia perplessi, la trama è solida dopotutto, ma il tutto sembra di una falsità inaudita. C'è una risposta a tutto ciò: digitale. Il film è stato girato quasi totalmente in digitale su supporti miniDV per ridurre drasticamente i costi, anche se alcune parti dello show sono state girate su pellicola Super 16. Il digitale dona purtroppo al film un aspetto di squallore inguardabile, rendendo atrofizzate tutte le buone idee del buon vecchio Spike, che come dimostrarono sia le riprese che il montaggio, rimase piuttosto deluso dal risultato estetico-figurativo finale del film (non gli si può dar torto...). Però non scadiamo nei luoghi comuni, è vero che nel 2000 il digitale aveva appena iniziato a farsi strada nel cinema normale, infatti nel cinema pornografico si usava già riprendere in digitale e ancor prima su nastri magnetici analogici, ma film come "Dancer in the dark" di Lars Von Trier, pur essendo stato girato integralmente nello stesso medesimo formato (miniDV) ha un aspetto decisamente migliore di questo di Lee, grazie anche a un direttore della fotografia che la sapeva lunga come Robby Muller e ad innovazioni tecniche non trascurabili.
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inertiatic
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venerdì 30 aprile 2010
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a volte spike è incompreso
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Bamboozled è una bella storia. L'autore televisivo Pierre Delacroix (Damon Wayans, conosciuto da tutti per la sitcom "Tutto in famiglia") ingaggia gli artisti da strada Manray e Womack (interpretati dai semi-sconosciuti Savion Glover e Tommy Davidson) per dare vita a uno show televisivo dal nome Mantan's New Millennium Minstrel Show. Spike Lee penetra in una situazione complessa, resuscitando il mondo del Minstrel show, uno spettacolo nato già alla metà dell'800 e che, se da un lato presentava il popolo nero in una versione assolutamente stereotipata e negativamente ironica, dall'altro ha però contribuito a una maggiore conoscenza delle loro usanza da parte della popolazione bianca. Lo spettacolo ha successo, si ha uno show incredibilmente auto-ironico, arricchito dall'abilità di Manray (che cambia per la tv il nome, appunto, in Mantan) come ballerino di tip tap.
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Bamboozled è una bella storia. L'autore televisivo Pierre Delacroix (Damon Wayans, conosciuto da tutti per la sitcom "Tutto in famiglia") ingaggia gli artisti da strada Manray e Womack (interpretati dai semi-sconosciuti Savion Glover e Tommy Davidson) per dare vita a uno show televisivo dal nome Mantan's New Millennium Minstrel Show. Spike Lee penetra in una situazione complessa, resuscitando il mondo del Minstrel show, uno spettacolo nato già alla metà dell'800 e che, se da un lato presentava il popolo nero in una versione assolutamente stereotipata e negativamente ironica, dall'altro ha però contribuito a una maggiore conoscenza delle loro usanza da parte della popolazione bianca. Lo spettacolo ha successo, si ha uno show incredibilmente auto-ironico, arricchito dall'abilità di Manray (che cambia per la tv il nome, appunto, in Mantan) come ballerino di tip tap. Un finale davvero drammatico, forse eccessivamente, evidenzia come questa iniziativa televisiva rischiosa non sia piaciuta a tutto il pubblico americano, ma lo splendido collage di immagini d'epoca impreziosisce questo film sicuramente sottovalutato, tra i più originali del maestro. E, se qualcuno avesse dei dubbi, il punto di vista di Lee si capisce da una frase ripetuta due volte durante il film: "Essere neri è una bella cosa".
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paccomatto
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lunedì 18 febbraio 2008
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molto carino
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bella storia doppiaggio completamente sbagliata....
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blondie
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lunedì 24 dicembre 2007
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Da grande appassionata di Spike Lee,considero questo film abbastanza mediocre,anke nella regia,rispetto a tutti gli altri capolavori del grande Spike Lee..Si,é rappresentata bene e in modo forte la contraddizione della società afroamericana...ma le emozioni nn ci sono,almeno solo in questo film.
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enzo
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mercoledì 8 agosto 2007
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si padrone.
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Cinico, geniale, toccante.
Bravo spike, che non sfiora il problema razziale con la solita prudenza perbenista ma lo affronta provocando e facendo rimbalzare i significati.
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