priscylla17
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giovedì 6 novembre 2014
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huo zhe, inno alla vita dell'umanista yimou
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"Huo zhe", titolo originale di "Vivere!", è un film di Zhang Yimou presentato al pubblico nel 1994, vincitore di tre premi al Festival di Cannes. Il film è ispirato dall'omonimo romanzo di Yu Hua, anche se presenta alcune differenze con la storia narrata nel libro come la traspozione topica dalla Cina del Sud alla Cina del Nord. Yimou ci fa spiare da dietro una serratura di zavattiniana reminiscenza il microcosmo familiare e cittadino di gente comune che vede cambiare le proprie abitudini sociali, dopo l'avvento della Rivoluzione. Il film attraversa un arco temporale che si dilata e si protrae dagli anni '40 sino ai '70 circa della Rivoluzione Culturale e si caratterizza per la forte empatia umana che il regista imprime alle immagini narrate.
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"Huo zhe", titolo originale di "Vivere!", è un film di Zhang Yimou presentato al pubblico nel 1994, vincitore di tre premi al Festival di Cannes. Il film è ispirato dall'omonimo romanzo di Yu Hua, anche se presenta alcune differenze con la storia narrata nel libro come la traspozione topica dalla Cina del Sud alla Cina del Nord. Yimou ci fa spiare da dietro una serratura di zavattiniana reminiscenza il microcosmo familiare e cittadino di gente comune che vede cambiare le proprie abitudini sociali, dopo l'avvento della Rivoluzione. Il film attraversa un arco temporale che si dilata e si protrae dagli anni '40 sino ai '70 circa della Rivoluzione Culturale e si caratterizza per la forte empatia umana che il regista imprime alle immagini narrate. Si potrebbe quasi dire che "Huo zhe" sia un film da umanisti, perchè sebbene ritragga con accuratezza storica e critica il mutare della condizione socio-politica della Cina con la presa al potere di Mao, è oggettivo che tutto ciò pervenga allo spettatore come filtrato da una critica non distaccata, ma fortemente ed emotivamente partecipe delle condizioni interiori dei personaggi. Il ricco Fugui, ottenebrato dal vizio del gioco, perde tutte le sue proprietà e da quelle prime scene inizia il suo declino materiale, ma se ne intravede la sua ascesa morale. Yimou ci tratteggia l'evolversi psicologico e umano di un personaggio, così quando la moglie Jazhen fa ritorno a casa, dopo averlo perdonato per gli errori commessi, Fugui si mostra un uomo molto attento ai valori familiari, ma anche stavolta questo fragile equilibrio viene interrotto e torna a vacillare quando questi viene chiamato a partecipare alla guerra. Rimasto tra i fortunati che hanno potuto riabbracciare i propri cari, Fugui fa ritorno al suo piccolo paese e racconta alla famiglia di come abbia preso parte alla Rivoluzione intrattenendo le truppe con i suoi spettacoli di marionette tradizionali della Repubblica Popolare Cinese dei tempi. Ecco che anche dopo il ritorno di Fugui seguono altri punti di rottura e Yimou non ha paura nè tabù a mostrare con il suo occhio da cineasta la morte del figlio di Fugui e Jazhen, non ha paura di mostrarne in dettaglio il volto insaguinato e la colpa di questo omicidio viene addossata un pò a tutti, sembra quasi che ognuno dia la colpa a sè stesso, ma il regista probabilmente voleva alludere alle conseguenze che il regime nuovo stava avendo sulla vita dei cittadini, troppo dediti al lavoro e non più dediti alla propria vita tanto da non dormire nemmeno la notte, come è accaduto al bambino. Il dolore di questa famiglia, che tuttavia rimane unita e "viva" più che mai, sembra non avere mai fine quando anche la figlia maggiore di Zugui muore di parto per la mancanza di medici negli ospedali, punto interessante che mostra anche questo fenomeno degli intellettuali che scendevano in piazza a rischiare le proprie vite pur di ribellarsi a quanto il regime stava modificando nel loro popolo. Eccezionali gli attori, Ge you (Fugui) e la fedele musa Gong li (Jazhen), la cui recitazione merita di essere ascoltata nella versione originale del film per captare al meglio la grande interpretazione che di quei personaggi ne hanno fatto. Emblematico allora il titolo dell'opera allorchè "vivere" contiene un sottotesto che mostra come la vita può essere attivamente vissuta o come si può essere passivamente "vissuti" dalla vita e ciò rende il film e il suo messaggio quanto più attuale che mai in un paese come la Cina odierna dove la vita del microcosmo privato va sgretolandosi in favore di un "valore" che loro chiamano "lavoro" e che altro non fa che rendere le persone quanto mai più simili alle marionette di Fugui. Zhang Yimou, regista della Quinta Generazione, conosciuto soprattutto per i suoi wuxiapian come "hero" e "La foresta dei pugnali volanti" è in realtà un regista che ama e sa come ritrarre il vero dell'uomo e della vita e questa sua grande sapienza che si riflette nella cura della regia, della fotografia e degli aspetti tecnico filmici, deriva in realtà dall'amore che egli ha per quest'arte e per la sua terra e il suo popolo. "Huo zhe" non è un film pessimista, non narra delle sventure di una famiglia, ma della loro grande capacità di prendere parte attiva alla vita e di viverla con tutte le proprie forze, reagendo alle vicende personali e al contesto in cui si svolgono..."and life will get better and better".
Priscilla Piazza
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viola klimt
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domenica 2 gennaio 2011
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il tributo alla vita di zhang yimou
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Zhang Yimou è uno dei registi cinesi della quinta generazione che ha vissuto la Rivoluzione Culturale, il periodo post-maoista e l’epoca di modernizzazione e apertura voluta da Deng Xiaoping. Come i suoi coetanei, la memoria per Zhang Yimou è dolorosa ma in qualche modo necessaria ,vitale.
Vivere nel 1994 venne bandito dalla censura e per questo si incorre banalmente nell’errore di definire “politico” un film che in realtà lo è solo superficialmente.
La guerra civile, l’ascesa del partito comunista, le Guardie Rosse e la Rivoluzione Culturale – Zhang Yimou organizza tutta questa materia evitando aspri e vecchi patemi per concentrarsi su come essa influenza la vita dei protagonisti Fugui e Jiazhen, interpretati con bravura e delicata sensibilità da Ge You e Gong Li.
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Zhang Yimou è uno dei registi cinesi della quinta generazione che ha vissuto la Rivoluzione Culturale, il periodo post-maoista e l’epoca di modernizzazione e apertura voluta da Deng Xiaoping. Come i suoi coetanei, la memoria per Zhang Yimou è dolorosa ma in qualche modo necessaria ,vitale.
Vivere nel 1994 venne bandito dalla censura e per questo si incorre banalmente nell’errore di definire “politico” un film che in realtà lo è solo superficialmente.
La guerra civile, l’ascesa del partito comunista, le Guardie Rosse e la Rivoluzione Culturale – Zhang Yimou organizza tutta questa materia evitando aspri e vecchi patemi per concentrarsi su come essa influenza la vita dei protagonisti Fugui e Jiazhen, interpretati con bravura e delicata sensibilità da Ge You e Gong Li. La loro esperienza è scandita in perfetta sincronia con la Storia: i drammi famigliari di Fugui e Jiazhen non sono segno di paura o abnegazione ma riflettono un vivido desiderio di speranza, uno slancio verso la vita che si fa con il passare del tempo sempre più consapevole.
Magnificamente ricostruite le ambientazioni di provincia( in particolar modo l’atmosfera della sala da thè della scena iniziale che evoca immagini antiche care a opere letterarie come Il Sogno della Camera Rossa), la sceneggiatura è limpida, pulita e talvolta indugia in una dimensione toccante e personale.
Al di là del talento cinematografico di Zhang Yimou, Vivere si inserisce su un terreno inesplorato fin a quel momento della cinematografia cinese ed è questo a renderlo più che mai un autentico capolavoro. Vivere non vuol dire tanto non morire quanto continuare con speranza a non dimenticare.
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caty28-11
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sabato 20 giugno 2009
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gong li pur sempre celebrata
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Il regista Zhang Yimou trova riesce comunque ad esaltare Gong Li pur facendole interpretare un personaggio secondario. Infatti rispetto al libro Jiazhen ha un ruolo molto più forte e predomninante. Basti pensare che è lei che decide di lasciare il marito, e non è il padre che lo impone.
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anonimo
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mercoledì 10 novembre 2004
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meraviglioso
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gran bel film , grandi attori , storia appassionante e ottima musica
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anonimo
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giovedì 12 settembre 2002
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ben fatto
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Il film è ben realizzato; denota una attenta costruzione a tavolino, in modo da risultare quasi perfetto nella narrazione. Ecco, forse questa "ricerca della perfezione narrativa" viene a mio avviso troppo avvertita dallo spettatore, che rimane sconcertato dal susseguirsi dei tragici eventi. Tanto da far supporre che una saga familiare non può essere costellata a tal punto da eventi nefasti, sebbene in un così ampio arco temporale. Arco temporale che - forse - non viene delo tutto assimilato dallo spettatore nella durata reale del film.
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marco
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sabato 19 maggio 2001
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forse il miglir film di zhang yimou
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Il film per me è uno splendido affresco su come la dittatura cinese abbia influenzato in modo drammatico la vita dei personaggi, dalla storia si evince chiaramente la totale condanna del comunismo, non a caso il governo cinese ha ostacolato in tutti i modi questo film
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