fedeleto
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mercoledì 24 febbraio 2016
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sergio corbucci,lo specialista.
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Hud è un pistolero solitario,desideroso di vendicare l'uccisione di suo fratello nella città di Blackstone,e recuperare i soldi della rapina trovando il vero colpevole.Ovviamente la cittadina lo provocherà a dovere e il messicano Diablo arriverà a qualunque cosa per prendere il bottino.Ad ogni modo Hud scoprirà la verità.Sergio Corbucci (Navajo Joe,Johnny Oro)dirige un altro western molto interessante.Prima di tutto le metafore rivoluzionarie sono evidenti (i ragazzi che fumano e vivono di espedienti,la scena finale che simboleggia un attacco alla borghesia,il popolo ridotto a strisciare nudo come un verme,i ragazzo che per un dollaro sguazzano nel fango),la scena finale con tanto di rogo-soldi è la conferma di un disprezzo al denaro che ha portato solo morte e falsità.
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Hud è un pistolero solitario,desideroso di vendicare l'uccisione di suo fratello nella città di Blackstone,e recuperare i soldi della rapina trovando il vero colpevole.Ovviamente la cittadina lo provocherà a dovere e il messicano Diablo arriverà a qualunque cosa per prendere il bottino.Ad ogni modo Hud scoprirà la verità.Sergio Corbucci (Navajo Joe,Johnny Oro)dirige un altro western molto interessante.Prima di tutto le metafore rivoluzionarie sono evidenti (i ragazzi che fumano e vivono di espedienti,la scena finale che simboleggia un attacco alla borghesia,il popolo ridotto a strisciare nudo come un verme,i ragazzo che per un dollaro sguazzano nel fango),la scena finale con tanto di rogo-soldi è la conferma di un disprezzo al denaro che ha portato solo morte e falsità.C'è spazio anche per sorridere (la scena del bagno di Virginia con la saponetta che deve raccogliere lo sceriffo).Soggetto e sceneggiatura di Ciuffini e Sergio Corbucci.Johnny Holiday senza infamia ne lode.Bravo Moschin e Adorf.Tra i migliori western di Sergio Corbucci.
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gianni lucini
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giovedì 15 settembre 2011
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rosencranz e i suoi amici
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Rosencranz, Apache, Kid e Buddy sono una presenza costante nel film. Appaiono all’inizio quando non si sono ancora visti i titoli di testa e ci restano tornando in scena ogni tanto fino alle sequenze finali quando tentano di impadronirsi della città e di uccidere Hud. Adolescenti senza casa né lavoro se la cavano come possono e tra uno spinello, un furto e qualche violenza aprono e chiudono la narrazione senza mai farne completamente parte. C’è chi ha scritto che Sergio Corbucci ha voluto collocare una tribù di hippie nel vecchio west, ma non è così se non, forse, nella scelta degli abiti. Rosencranz e i suoi amici sono, invece, ispirati a un gruppo realmente esistito chiamato Molasses Gang.
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Rosencranz, Apache, Kid e Buddy sono una presenza costante nel film. Appaiono all’inizio quando non si sono ancora visti i titoli di testa e ci restano tornando in scena ogni tanto fino alle sequenze finali quando tentano di impadronirsi della città e di uccidere Hud. Adolescenti senza casa né lavoro se la cavano come possono e tra uno spinello, un furto e qualche violenza aprono e chiudono la narrazione senza mai farne completamente parte. C’è chi ha scritto che Sergio Corbucci ha voluto collocare una tribù di hippie nel vecchio west, ma non è così se non, forse, nella scelta degli abiti. Rosencranz e i suoi amici sono, invece, ispirati a un gruppo realmente esistito chiamato Molasses Gang. Era una banda di rapaci rapinatori adolescenti formata da Jimmy Dunnigan a New York nel 1871 che si presentava alle vittime come un gruppo di simpatici giocherelloni.
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gianni lucini
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giovedì 15 settembre 2011
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due finali
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Sergio Corbucci gioca come sempre moltissimo con le possibilità offerte dall’estrema elasticità dei codici del western all’italiana. Ne Gli specialisti tratteggia il carattere di uno sceriffo pacifista che non crede alla necessità delle armi e assomiglia molto a quello interpretato da Frank Wolff in Il grande silenzio. Poi affianca al terribile El Diablo un biografo ufficiale, cioè un ragazzino che ha il compito di lasciare ai posteri una versione riveduta e corretta della sua vita. In più regala agli spettatori un doppio finale. Mentre si sta facendo curare le ferite riportate in quello che sembrava lo scontro finale Hud è costretto, infatti, ad affrontare a mani nude e con la pistola scarica una gang giovanile che si impossessata della città.
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Sergio Corbucci gioca come sempre moltissimo con le possibilità offerte dall’estrema elasticità dei codici del western all’italiana. Ne Gli specialisti tratteggia il carattere di uno sceriffo pacifista che non crede alla necessità delle armi e assomiglia molto a quello interpretato da Frank Wolff in Il grande silenzio. Poi affianca al terribile El Diablo un biografo ufficiale, cioè un ragazzino che ha il compito di lasciare ai posteri una versione riveduta e corretta della sua vita. In più regala agli spettatori un doppio finale. Mentre si sta facendo curare le ferite riportate in quello che sembrava lo scontro finale Hud è costretto, infatti, ad affrontare a mani nude e con la pistola scarica una gang giovanile che si impossessata della città. Nella scena la citazione del suo amico Sergio Leone è addirittura calligrafica. Se in Per un pugno di dollari il pistolero senza nome interpretato da Clint Eastwood portava nascosto sotto il mantello una robusta lastra di ferro contro la quale si inertizzavano i proiettili sparati da Ramon, ne Gli specialisti, Hud porta il suo corpetto di maglie metalliche indossato al contrario che funziona come un giubbetto antiproiettile.
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gianni lucini
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giovedì 15 settembre 2011
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brucia il denaro dei ricchi
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Dopo aver scatenato Django contro razzismo e intolleranza e Navajo Joe contro il genocidio dei nativi americani, Sergio Corbucci con Gli specialisti decide di mandare un nuovo pistolero solitario a regolare i conti con la ricca borghesia, disposta a non fermarsi davanti a nulla pur di difendere il proprio denaro. L’antieroe questa volta si chiama Hud e ha il volto e il fisico forse un po’ troppo gracile di Johnny Hallyday, l’Elvis Presley francese, una delle star del rock and roll delle origini sopravvissute al ciclone dei Beatles e del beat. Non ha molte espressioni, ma ne ha qualcuna in più di quelle messe in mostra da Clint Eastwood nei film di Leone. Con Hud si chiude un ciclo.
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Dopo aver scatenato Django contro razzismo e intolleranza e Navajo Joe contro il genocidio dei nativi americani, Sergio Corbucci con Gli specialisti decide di mandare un nuovo pistolero solitario a regolare i conti con la ricca borghesia, disposta a non fermarsi davanti a nulla pur di difendere il proprio denaro. L’antieroe questa volta si chiama Hud e ha il volto e il fisico forse un po’ troppo gracile di Johnny Hallyday, l’Elvis Presley francese, una delle star del rock and roll delle origini sopravvissute al ciclone dei Beatles e del beat. Non ha molte espressioni, ma ne ha qualcuna in più di quelle messe in mostra da Clint Eastwood nei film di Leone. Con Hud si chiude un ciclo. È, infatti, l’ultimo personaggio in assoluto della cinematografia western targata Corbucci che porta il peso di una vendetta da compiere. Con Hud si chiude il ciclo iniziato da Minnesota Clay e proseguito con i già citati Django e Navajo Joe e l’inarrivabile Silenzio, il protagonista de Il grande silenzio, il film considerato dagli appassionati come il punto più alto toccato dal western all’italiana nella sua storia. In questo film Corbucci gioca ancora una volta rivoltare e a mescolare i codici del genere modificando la stessa struttura dell’antieroe tormentato che trova la sua vendetta con l’uccisione del responsabile della sua pena. Qui non è così. Boot Johnson, uno dei principali esecutori materiali del linciaggio muore dopo mezz’ora dall’inizio del film in una scazzottata da saloon, mentre Virginia, la principale responsabile viene uccisa dal fuoco dei messicani di El Diablo e non dal protagonista. La ragione di questo “sfasamento” di prospettiva sta proprio nel fatto che in questo film, come ha ribadito lo stesso Corbucci in più di un’occasione, le responsabilità non sono di una persona ma un’intera classe, quella borghesia sopraffattrice che per difendere il suo denaro e il suo tenore di vita è pronta a tutto. Per questa ragione quando l’antieroe, nel rispetto dei codici del western all’italiana, deve diventare il giustiziere finale non sfida a duello una sola persona, ma con il rogo del denaro della banca colpisce al cuore un’intera classe sociale.
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luigi the kc
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venerdì 3 ottobre 2008
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bello solo a meta
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il film non è male ma johnny hallyday non ha ne il fisico ne la faccia dell'eroe western-bravo gastone moschin.
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dario
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giovedì 17 febbraio 2005
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aiuto!
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Questo è il film western più bello che ho visto in vita mia. Ma il film mi sembra censurato? (ho la vhs originale distribuita dalla stardust production, ma durante il film le scene saltano. Nella copertina c'è la durata uguale a quella vostra 104 min ma il film dura 89 minuti.)
Mi piacerebbe sapere se questa censura è basata sul divieto di alcune scene per l'epoca che erano gli anni 1968 oppure al guasto della pellicola.
Gentilmente qualcuno mi risponda.
grazie.
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