fabillo
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martedì 2 gennaio 2024
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film vero e spietato
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Ottimo film diretto da un Maestro che riesce a rappresentare sulla pellicola una tipica situaizone famigliare dei primi anni 90 che finisce in ytragedia perchè, purtroppo, ,l'orrore quello vero si cela spesso tra i volti più intimi.
Dialoghi ben scritti e interpretazione degli attori davvero oittime. Il film ha un buon ritmo e non risulta mai stancante.
Duro, forte e fa riflettere.
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carloalberto
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giovedì 24 dicembre 2020
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lo spaccato impietoso della società postreaganista
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Parenti serpenti è un Natale in casa Cupiello rivisitato in chiave moderna ed ambientato negli anni ’90. Le fondamenta della famiglia tradizionale, che iniziavano a scricchiolare già nel 1931, sono crollate definitivamente nel 1992. Non c’è traccia del presepe, nella sala da pranzo campeggia l’albero di natale, simbolo del neo paganesimo rinato nel dopoguerra in Italia dalle ceneri di un cristianesimo di facciata. La messa di Natale, con la sfilata delle pellicce ed il chiacchiericcio pettegolo che accompagna i compaesani mentre entrano in chiesa, rappresenta icasticamente quel mondo ipocrita e perbenista della borghesia, che oltralpe era stata oggetto, sebbene con stili diversi, degli strali di Chabrol e di Bunuel negli anni ’70.
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Parenti serpenti è un Natale in casa Cupiello rivisitato in chiave moderna ed ambientato negli anni ’90. Le fondamenta della famiglia tradizionale, che iniziavano a scricchiolare già nel 1931, sono crollate definitivamente nel 1992. Non c’è traccia del presepe, nella sala da pranzo campeggia l’albero di natale, simbolo del neo paganesimo rinato nel dopoguerra in Italia dalle ceneri di un cristianesimo di facciata. La messa di Natale, con la sfilata delle pellicce ed il chiacchiericcio pettegolo che accompagna i compaesani mentre entrano in chiesa, rappresenta icasticamente quel mondo ipocrita e perbenista della borghesia, che oltralpe era stata oggetto, sebbene con stili diversi, degli strali di Chabrol e di Bunuel negli anni ’70.
Il film si colloca in quel filone del cinema italiano, che, nel solco dei I Mostri e de I nuovi mostri, si tinge di noir e pur mantenendo il tono leggero della commedia diventa graffiante ed impietosa satira di costume.
Monicelli utilizza un cast formato da attori che provengono per la gran parte dal teatro per realizzare un film che assomiglia molto ad una piece che si svolge essenzialmente in un appartamento ed in pochi ambienti e che si basa soprattutto sui dialoghi e sulla drammaticità delle relazioni parentali.
In un contesto privo di autenticità, i personaggi rivivono nostalgicamente l’amore filiale mimando tra loro una concordia ormai persa, che per qualche minuto li riporta indietro nel tempo quando giocavano da bambini insieme sulla neve. E’ un sogno ad occhi aperti, sebbene vissuto nella pochezza dei commenti alle immagini che scorrono nella Tv sempre accesa, nella finzione delle buone maniere affettate e nella volgarità d’animo tipica della piccola borghesia, che si frantuma improvvisamente di fronte alle responsabilità da assumersi nei confronti degli anziani genitori.
La voce narrante di un bambino, che, nel tema sulle vacanze natalizie, racconta in modo innocente e disincantato il mondo degli adulti, dona al film la prospettiva infantile de I bambini ci guardano del 1944, ma il tono non è più quello drammatico, adeguato ad un Paese in tempo di guerra, bensì quello grottesco, più appropriato alla società del postreaganismo, degradata dall’edonismo e dal consumismo imperante a farsa tragicomica.
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luca scial�
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venerdì 25 dicembre 2015
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una tipica riunione natalizia finita in tragedia
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Il maestro Mario Monicelli racconta in modo tragicomico un tipico raduno familiare in vista delle festività natalizie.
Due anziani genitori che abitano a Sulmona ospitano i loro quattro figli con i rispettivi partner e figli. Tutto sembra scorrere come da canovaccio. Certo non manca qualche pettegolezzo e attrito, ma è inevitabile. Dopo avere anche festeggiato il Capodanno, per, cominciano i problemi. I due anziani genitori sono consapevoli di non poter più vivere da soli e così chiedono a uno di loro di ospitarli. Apriti cielo. Vengon fuori tutti i loro scheletri nell'armadio. La guerra familiare è aperta. E come ogni guerra, si concluderà con una drastica soluzione finale.
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Il maestro Mario Monicelli racconta in modo tragicomico un tipico raduno familiare in vista delle festività natalizie.
Due anziani genitori che abitano a Sulmona ospitano i loro quattro figli con i rispettivi partner e figli. Tutto sembra scorrere come da canovaccio. Certo non manca qualche pettegolezzo e attrito, ma è inevitabile. Dopo avere anche festeggiato il Capodanno, per, cominciano i problemi. I due anziani genitori sono consapevoli di non poter più vivere da soli e così chiedono a uno di loro di ospitarli. Apriti cielo. Vengon fuori tutti i loro scheletri nell'armadio. La guerra familiare è aperta. E come ogni guerra, si concluderà con una drastica soluzione finale.
Una buona commedia, dove la classe registica ben si sposa con l'abilità interpretativa degli attori. Un cult immancabile delle feste natalizie.
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fabio1957
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lunedì 30 dicembre 2013
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grande monicelli
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Tutti gli anni dal 1992 ad oggi mi vedo e mi rivedo un film che personalmente trovo straordinario.Ambientazione suggestiva,recitazione perfetta,dialoghi brillantissimi film di un realismo a tratti sconvolgente.Situazioni che si sono verificate un po' a tutti,uno strepitoso e cinico lavoro corale dove i pezzi s'incastrano a perfezione come in un bellissimo e composito puzzle.L'opera migliore di Monicelli che a distanza di tanto tempo mantiene intatta la sua attualità. Avercene altri registi come lui. Ma quando ne nasceranno ancora?
Fabio 1957
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pioppo62
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sabato 18 maggio 2013
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ganzo ... deh ...
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pioppo62
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venerdì 17 maggio 2013
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un film decisamente "italiano"
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Credo che ogni anno non sia passato senza che abbia sentito il desiderio di rivedere questa particolarissima pellicola. Il ritratto verosimilmente cinico oltrechè spietato della commedia rispecchia le dinamiche tipiche di ciascuna famiglia italiana. Partendo dagli attori, prima su tutti la Marina Confalone, la storia si arricchisce delle loro eccellenti qualità interpretative, dall'inizio e via via, fino alla fine. Il filo conduttore della storia poggia proprio le sue basi principalmente sulle differenti peculiarietà di ogni singolo personaggio, così diverso eppure così uguale agli altri, sulle sapienti espressività che il regista ha saputo imprimere a questo cast così decisamente valido anche attraverso la ricerca di dialoghi apparentemente semplici ma altrettanto sapientemente ricercati.
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Credo che ogni anno non sia passato senza che abbia sentito il desiderio di rivedere questa particolarissima pellicola. Il ritratto verosimilmente cinico oltrechè spietato della commedia rispecchia le dinamiche tipiche di ciascuna famiglia italiana. Partendo dagli attori, prima su tutti la Marina Confalone, la storia si arricchisce delle loro eccellenti qualità interpretative, dall'inizio e via via, fino alla fine. Il filo conduttore della storia poggia proprio le sue basi principalmente sulle differenti peculiarietà di ogni singolo personaggio, così diverso eppure così uguale agli altri, sulle sapienti espressività che il regista ha saputo imprimere a questo cast così decisamente valido anche attraverso la ricerca di dialoghi apparentemente semplici ma altrettanto sapientemente ricercati. Il tema di fondo che accomuna tutti questi personaggi finisce per coinvolgere emotivamente lo spettatore consapevole di poter appartenere ad un analogo set cinematografico che è poi il film ed una parte della propria esistenza. Ho altresì trovato piacevole i vari riferimenti alle personalità dello spettacolo televisivo. In tal modo il regista ha a mio avviso voluto sottolineare l'italianità del contesto trasmettendo allo spettatore un profondo senso di appartanenza finendo così per rendere lo stesso ulteriormente disposto a condividere tutto quanto lui stesso ha voluto rappresentare. Il film non è solo una cinica rappresentazione della vita. E' la vita medesima espressa con allegria, ipocrisia, cinismo e amarezza, a tratti anche profonda, in un pout-pourri magistralmente miscelato. Alcune scene un pò sopra le righe, alcuni dettagli non sempre curati ed un finale forse eccessivamente troppo eclatante non riescono comunque a togliere fascino e piacevolezza a questa splendida pellicola cult del nostro meraviglioso cinema. Un bel film per ridere e per riflettere.
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dandy
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domenica 9 dicembre 2012
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gradevole.
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Ritratto di famiglia in un interno,feroce e grottesco.Decisamente troppo.Nella prima parte il ritmo lascia a desiderare e la sceneggiatura(firmata oltre che da Monicelli,da Suso Cecchi d'Amico e Pietro De Bernardi) a più di un debito con "Cupo tramonto".I modelli da vecchia commedia all'italiana sono apprezzabili,e qualche tocco di humor cattivo va a segno.Ma il regista non riesce a bilanciare commedia e dramma,nè a uscire dalla macchietta bozzettistica.Una volta tanto è il finale "cattivo" a essere fuori luogo.Bravi tutti gli attori.
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fe_che
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martedì 23 agosto 2011
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ottimo
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Trovare un difetto al Maestro è sempre presuntuoso e pretestuoso. Una famiglia di provincia si incontra per trascorrere le festività natalizie insieme. Qualcosa andrà storto quando i genitori dei quattro figli, riuniti nella loro casa, non sapranno decidersi su a chi di loro toccherà tenere in casa i propri genitori. E' lo sguardo spontaneo di un bambino che saprà dire la verità. Dramma o commedia? Sicuramente borghese, con qualcosa di Chabrol.
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rongiu
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venerdì 10 dicembre 2010
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chi razza vòle fa, figlia femmena add’accummenzà.
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Chi razza vòle fa
Figlia femmena add’accummenzà.
Chi vuol fare famiglia,
Deve cominciare con una figlia femmina
I rapporti genitori/figli non sono perfetti, ci mancherebbe. Cosa sono i figli per i genitori? Qualcuno dice la luce degli occhi, qualche altro dice il nostro futuro. Ed ancora: ingegnere, prete, Papa, meccanico, dottore, imbianchino, falegname, astronauta, fruttivendolo, e così via. Insomma, i figli sono la proiezione… di tantissime cose. I genitori che hanno dei figli, diversi figli, sono intrinsecamente contenti di questo, cioè di avere diversi figli, perché aumenta in loro la speranza di un domani senza solitudine.
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Chi razza vòle fa
Figlia femmena add’accummenzà.
Chi vuol fare famiglia,
Deve cominciare con una figlia femmina
I rapporti genitori/figli non sono perfetti, ci mancherebbe. Cosa sono i figli per i genitori? Qualcuno dice la luce degli occhi, qualche altro dice il nostro futuro. Ed ancora: ingegnere, prete, Papa, meccanico, dottore, imbianchino, falegname, astronauta, fruttivendolo, e così via. Insomma, i figli sono la proiezione… di tantissime cose. I genitori che hanno dei figli, diversi figli, sono intrinsecamente contenti di questo, cioè di avere diversi figli, perché aumenta in loro la speranza di un domani senza solitudine. Quanto amore donato per i figli, il papà diventa eroe a tutto campo, altrettanto dicasi per mamma fata; L’insegnamento e l’esempio, nella fase di crescita la fanno da padrone, sono anni importantissimi. Quindi, ad un maggiore investimento educativo, corrisponde la possibilità di una migliore risposta in termini affettivi e di maturità da parte dei figli. Di secoli ne sono trascorsi tanti, molti “stili educativi” sono stati teorizzati ed applicati. Quindi, vista l’enorme quantità di scaffali, colmi di libri e trattati sull’argomento, è possibile, credo, sintetizzare in alcuni brevi punti il tutto. A questo tutto, provo a dare un nome, quello che propongo in modo immediato e senza tanto pensarci è
“Teoria del sentimento”.
I sentimenti possono essere educati? Credo di si. Prima di procedere dobbiamo chiederci un’ultima cosa; educare cosa vuol dire? Vuol dire “tirare fuori”. Dico subito che tutti quelli che a questo punto pensano di sapere esattamente cosa tirare fuori, sono immediatamente smentiti. In campo educativo non esistono certezze, ma solo ipotesi. Tra l’altro, le teorie “esatte”, di qualche lustro possono non andar bene o adattarsi ai lustri successivi. I tempi cambiano e con essi l’uomo. Quindi, l’educatore più bravo, sarà quello che negli anni riuscirà ad essere flessibile nel pensiero e nell’agire. Le agenzie educative sono tante, una di queste è la famiglia. All’interno della famiglia esistono due pedagoghi. Il papà e la mamma. Nessuno può demandare all’altro il compito che gli spetta. L’assunzione di responsabilità è fondamentale per ridurre i danni presenti e futuri, inevitabili, derivanti dall’azione di quelli che in famiglia occupano l’altro ruolo, quello dei figli. Cioè coloro che subiscono l’educazione. Il papà e la mamma sono guide. :«)
“Teoria del sentimento filiale”
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Il vostro papà e la vostra mamma, meritano tutta la vostra fiducia. Quando agiscono non lo fanno in cattiva fede. Ma per il vostro interesse. Non agisce bene chi si sente sfiduciato. Specie se la sfiducia viene dai figli.
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Il vostro papà e la vostra mamma, meritano parte dei vostri pensieri e delle vostre attenzioni. Memorizzate le loro azioni, sono pillole di verità.
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Il vostro papà e la vostra mamma, sono lì, per dispensare pareri, idee. Rivolgetevi a loro per consigli sulla scuola, amici, passioni, e compagnia bella. Trattate con loro tutti i temi dello scibile umano adeguandovi al loro sapere, beninteso. Se le cose che dicono sono per voi giuste, rafforzate i loro sentimenti con un bel “grazie”.
“Teoria del sentimento paterno/materno”
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Padri e madri, ponetevi in posizione di ascolto, sempre. Giorno e notte. Mai dare per scontato certe situazioni, approfondite in modo corretto l’evolversi di fatti ed avvenimenti. Tutto questo serve per conoscere, capire, analizzare, meditare, riconoscere e compagnia bella. Non potete delegare.
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Padri e madri, se lo ritenete opportuno, inviate sui vostri figli tante e copiose benedizioni.
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Padri e madri, con i vostri figli parlate, parlate, parlate. Tutto è motivo di dialogo. I silenzi sono bombe ad orologeria. Naturalmente, parlate anche di sesso.
Tra il serio ed il facèto, ho provato a dire la mia. Un’altra cosa, importantissima ho il dovere di aggiungere. Tutte le teorie educative sono fatte per essere smentite. Vero? Falso?
Guardate ed ascoltate con attenzione, la risposta è davanti ai vostri occhi. Monicelli in questo è stato un maestro. Ciao Maestro.
Good Ciak!
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paride86
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lunedì 6 dicembre 2010
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cinico
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Cattivissima commedia di Monicelli sulla famiglia italiana, provinciale e ipocrita.
Le idee non mancano di certo e gli attori sono in gran forma - spiccano Cinzia Leone e Alessandro Haber - però non mi ha convinto del tutto.
Davvero amaro.
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