Maestro

Filiberto Molossi

Potremmo chiamarlo il paradosso di Bernstein: un film su un genio assoluto della musica, formidabile direttore d'orchestra e compositore straordinario (e non solo per «West Side Story»...) che funziona soprattutto nei silenzi: in quelle pause cariche di tensione e di disagio, in quei momenti senza risposte, intermezzi taciuti e reticenti tra una creazione e l'altra dove lasciare segni invisibili su un pentagramma solo emotivo, interiore. Inizia come un musical e sfocia nel melodramma, «Maestro», il film targato Netflix che Bradley Cooper (con la benedizione di Spielber e Scorsese) ha dedicato (da regista e da interprete) alla figura di Leonard Bernstein concentrandosi in particolare sulla tormentata storia d'amore tra l'artista e la moglie Felicia: ma in un caso come nell'altro fatica sempre un po' ad appassionare, a farci sentire partecipi delle gioie e delle amarezze, degli strappi e delle cuciture di un uomo che piaceva a tutti ma che non amava e non accettava se stesso. [...]

di Filiberto Molossi, articolo completo (2048 caratteri spazi inclusi) su La Gazzetta di Parma 3 settembre 2023