frankmoovie
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domenica 8 agosto 2021
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the suicide squad: la forza del gioco di squadra.
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Difficile per me scrivere riflessioni su questo film di "Supereroi": a 71 anni ho ceduto alla tentazione di vedere una storia diversa dalle solite situazioni reali e spesso angoscianti. Alla fine sono soddisfatto. Pensavo fosse un film per ragazzini soltanto, ma poi sono stato coinvolto dalla dinamicità, dalla fantasia, dai giochi grafici, dai colori e dalla bravura degli attori. Un film di una violenza esagerata, con scene che un bambino non dovrebbe vedere, ma anche un adulto prova repulsione in certi momenti, eppure si viene presi dal turbinio di eventi e addirittura sembra che il tempo corra troppo in fretta verso il finale ... Il regista James Gunn ha saputo giocare con se stesso e con gli spettatori e riesce anche a farci divertire in molti momenti.
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Difficile per me scrivere riflessioni su questo film di "Supereroi": a 71 anni ho ceduto alla tentazione di vedere una storia diversa dalle solite situazioni reali e spesso angoscianti. Alla fine sono soddisfatto. Pensavo fosse un film per ragazzini soltanto, ma poi sono stato coinvolto dalla dinamicità, dalla fantasia, dai giochi grafici, dai colori e dalla bravura degli attori. Un film di una violenza esagerata, con scene che un bambino non dovrebbe vedere, ma anche un adulto prova repulsione in certi momenti, eppure si viene presi dal turbinio di eventi e addirittura sembra che il tempo corra troppo in fretta verso il finale ... Il regista James Gunn ha saputo giocare con se stesso e con gli spettatori e riesce anche a farci divertire in molti momenti. Colonna sonora compatibile ai ritmi del racconto, mai fastidiosa. La scelta degli attori è stata felice, tutti molto professionali e ben inseriti nei loro personaggi, quasi adattandosi a loro in un gioco di squadra fortissimo, lasciando un filo di umanità, con storie familiari e sentimenti: Margot Robbie, che piace sempre più, Idris Elba, super, John Cena, Joel Kinnaman, Jai Courtney, Viola Davis ... Una favola moderna, insomma che non lascia dubbi: con i Supereroi ben raccontati ci si può ritornare a cinema volentieri.
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arakor
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venerdì 17 settembre 2021
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stucchevole e fastidioso
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L'unico merito è di essere sicuramente migliore del precedente Suicide Squad. Non che ci volesse molto (motivo comunque per cui gli dò due stelle invece di una). Solita trama (se così possiamo chiamarla) insulsa, soliti personaggi macchiettistici ed esagerati, in ultima analisi inutili. Il livello delle battute è infimo e troppo spesso, pur di cercare l'effetto, si supera abbondantemente il limite della decenza e dell'ascoltabilità ("piove: sono gli angeli che si fanno le seghe" - non sono un moralista né un bacchettone ma se si arriva a battute del genere vuol dire che stai raschiando il barile). Ah poi non dimentichiamo il cliché - dramma paterno del papino cattivo che in realtà è tanto buono.
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L'unico merito è di essere sicuramente migliore del precedente Suicide Squad. Non che ci volesse molto (motivo comunque per cui gli dò due stelle invece di una). Solita trama (se così possiamo chiamarla) insulsa, soliti personaggi macchiettistici ed esagerati, in ultima analisi inutili. Il livello delle battute è infimo e troppo spesso, pur di cercare l'effetto, si supera abbondantemente il limite della decenza e dell'ascoltabilità ("piove: sono gli angeli che si fanno le seghe" - non sono un moralista né un bacchettone ma se si arriva a battute del genere vuol dire che stai raschiando il barile). Ah poi non dimentichiamo il cliché - dramma paterno del papino cattivo che in realtà è tanto buono. Che originalità.
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matteo fedele
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martedì 17 agosto 2021
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il b-movie ad alto budget di james gunn
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Tranquillamente il miglior film di Gunn, molto più divertente dei due "Deadpool" messi insieme ed eufemisticamente più riuscito del primo capitolo di David Ayer.
L'autore di “Slither” e “Super” sfrutta la sua formazione alla Troma e la libertà concessa da Warner per confezionare una sciccosa festa per gli occhi, brillante ed entusiasmante, con un ottimo ritmo e tanti ottimi interpreti. La nuova Task Force non è così XL come promette il marketing ingannevole. Dei personaggi usati davvero, ognuno ha il giusto spazio e nessuno risulta superfluo. Margot Robbie ha le scene action migliori e dà la sua migliore prova nei panni di Harley.
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Tranquillamente il miglior film di Gunn, molto più divertente dei due "Deadpool" messi insieme ed eufemisticamente più riuscito del primo capitolo di David Ayer.
L'autore di “Slither” e “Super” sfrutta la sua formazione alla Troma e la libertà concessa da Warner per confezionare una sciccosa festa per gli occhi, brillante ed entusiasmante, con un ottimo ritmo e tanti ottimi interpreti. La nuova Task Force non è così XL come promette il marketing ingannevole. Dei personaggi usati davvero, ognuno ha il giusto spazio e nessuno risulta superfluo. Margot Robbie ha le scene action migliori e dà la sua migliore prova nei panni di Harley. Il King Shark interpretato fisicamente da Steve Agee e doppiato da Stallone è un tenero comic relief. La Ratcatcher di Daniela Melchior si occupa stucchevolmente della componente emotiva. Il Bloodsport di Idris Elba palesemente è quello che Gunn avrebbe fatto con Deadshot se Will Smith fosse stato disponibile. John Cena raggiunge il suo apice attoriale, in quello che potrebbe diventare il ruolo della vita. Viola Davis si conferma la più riuscita Amanda Waller live action. Il Rick Flag di Joel Kinnaman ha trovato il suo magliettone giallo. Peter Capaldi più che il Pensatore interpreta un macguffin. E un plauso al tragicomico Polka Dot Man di David Dastmalchian, splendido attore visto in robette come il Cavaliere Oscuro, Prisoners, Blade Runner 2 e che finalmente viene messo in primo piano.
Gli altri sono carne da macello.
Dispiace soprattutto per la povera Alice Braga, già trattata malissimo dalla concorrenza nell’orrendo “New Mutants”. Peccato anche che un film così concentrato sui personaggi non abbia un degno antagonista. Starro viene sfruttato a sufficienza, ma è una minaccia esclusivamente fisica. E stendiamo un velo pietoso sui miseri dittatori di Corto Maltese.
Miglior film tratto da un fumetto DC? Assolutamente no. Tra i migliori cinefumetti in generale? Nemmeno. E’ solo un buon intrattenimento spicciolo e disimpegnato, ben scritto, ben diretto, ben fotografato, ben recitato, ben montato. Ed è un peccato che film come questo non siano lo standard del blockbuster hollywoodiano odierno.
P.S.: Bloodsport/Elba per tutta la missione usa armi a caso composte da pezzi che si stacca a caso dal costume e assembla altrettanto a caso. Questa idiozia riesce a renderlo più ridicolo di tutti gli altri.
P.P.S.: Dato che l’opera non era ancora abbastanza autoriale, il Maestro ha deciso di aggiungere delle scritte per sottolineare l’ovvio. Chiaramente sono tutte inutili e quella che introduce il terzo atto è addirittura imbarazzante.
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felicity
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lunedì 15 novembre 2021
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pulp, oltraggioso, irriverente e ultraviolento
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The Suicide Squad non è come “Suicide Squad”: alcuni personaggi e attori sono gli stessi, la storia no.
Ravvivato dall’originalità delle idee di scrittura e di regia di Gunn, il film è un divertente e vivace recupero che riesce a giocare con la violenza e l’anarchia della sua storia. Gunn ha creato un film diverso da ogni altro nel suo genere, tra l’altro partendo da una serie di personaggi sconosciuti ai più e che per giunta hanno scopi deprecabili e un atteggiamento verso il loro compito che spazia dal disinteresse alla crudeltà, per i quali l’unico principio valido è quello di sopravvivenza.
Il film è apprezzabile per le sue battute spesso spiazzanti, per la violenza per nulla trattenuta di certe sue scene e per il fatto che, tra tanta voglia di divertire, spiazzare e non prendersi troppo sul serio, alla fine riesce davvero a spiazzare e perfino ad avere una sorta di morale.
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The Suicide Squad non è come “Suicide Squad”: alcuni personaggi e attori sono gli stessi, la storia no.
Ravvivato dall’originalità delle idee di scrittura e di regia di Gunn, il film è un divertente e vivace recupero che riesce a giocare con la violenza e l’anarchia della sua storia. Gunn ha creato un film diverso da ogni altro nel suo genere, tra l’altro partendo da una serie di personaggi sconosciuti ai più e che per giunta hanno scopi deprecabili e un atteggiamento verso il loro compito che spazia dal disinteresse alla crudeltà, per i quali l’unico principio valido è quello di sopravvivenza.
Il film è apprezzabile per le sue battute spesso spiazzanti, per la violenza per nulla trattenuta di certe sue scene e per il fatto che, tra tanta voglia di divertire, spiazzare e non prendersi troppo sul serio, alla fine riesce davvero a spiazzare e perfino ad avere una sorta di morale.
The Suicide Squad arriva quasi ad abbracciare l’umorismo nichilista di un episodio di South Park, nel suo dire che nessuno può realisticamente pensare di dirsi eroe o cattivo.
Il film è volgare e immaturo e anche pulp, oltraggioso, irriverente e ultraviolento e riesce a essere tutte queste cose sorridendo.
The Suicide Squad non è per niente perfetto, ma come Deadpool fa vedere cosa succede quando un film di supereroi ha la libertà di essere libero, autoconsapevole e beffardo. L’incursione di James Gunn nel mondo DC Comics è un’opera insolente, violenta e fantasiosa, che finalmente libera il genere supereroistico dalle edulcorazioni imposte da ragioni commerciali.
Forse potrebbe segnare l’inizio della fine dei film di supereroi così come li abbiamo conosciuti in questi ultimi due decenni. Ma anche che potrebbe dare il via a una serie di film di supereroi più maturi, sfrontati e riflessivi, capaci appunto di rielaborare e ragionare su certe convenzioni (un po’ come, per dire, successe qualche decennio fa con i film western).
The Suicide Squad e serie come Watchmen e The Boys suggeriscono che il genere supereroistico sia giunto alla sua fase revisionistica e da qui in avanti le evoluzioni potrebbero farsi interessanti.
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