Cosmic Sin è semplicemente brutto.
Ma è un brutto che va visto per capire dove finisca il cinema e inizi un’accozzaglia di immagini in movimento senza criterio.
La trama sulla carta è estremamente lineare, però non si riesce a capire praticamente nulla e mi è toccato tornare indietro diverse volte per mettere insieme i pezzi.
C’è la pressoché totale incapacità di veicolare anche le più semplici informazioni o rendere comprensibile la geografia dell’azione e i rapporti tra gli elementi in scena. Il senso generale si coglie, ma è tutta un’infilata di dettagli inspiegabili, incongruenze. Raramente ho visto un film con una trama così basilare eppure così incomprensibile dalla prima all’ultima scena.
Nella carriera di Bruce Willis, Cosmic Sin è la fotografia del momento esatto in cui la carriera di quella che è stata una delle più grandi star action di fine secolo scorso è terminata.
Da tempo Willis si aggirava per i film con lo sguardo vitreo di chi è già morto dentro e qui è pure peggio. Il suo ruolo è una collezione di reaction shot e risposte che sembrano essere state girate prima delle domande. Sembra un film uscito postumo con Willis ricostruito al computer.
Ora purtroppo sappiamo che Willis è malato e infatti quando è costretto a partecipare a dei dialoghi, non dice più di due parole a battuta.
Fa soffrire vedere il tramonto di un’icona, visibilmente malata, invecchiata e stanca.
Probabilmente la sua famiglia avrebbe fatto meglio ad evitargli di trasformarlo nell’ombra di se stesso, utilizzare la sua faccia come bassa manovalanza nei peggio DTV solo per inserire il suo nome in locandina.
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