Ha tutti gli ingredienti di un racconto di avventura. Non inventa nulla, ma costruisce, come mai prima d'ora, una connessione emotiva tra il suo universo narrativo e il pubblico di riferimento
di Daniele D'Orsi Sentieri Selvaggi
È dai tempi de La città incantata che in Giappone non si assiste ad un fenomeno mediatico così capillare come Demon Slayer: il treno Mugen, capace di estendere la propria influenza culturale non solo sul suolo nipponico (dove è divenuto il maggior incasso mai registrato al box office giapponese, scalzando dalla vetta, per l'appunto, Miyazaki), ma anche in Occidente, sulla scia del consumo ipertrofico degli anime. Alla tradizionalità del racconto d'animazione - lungometraggio dalla storia autoconclusiva, senza legami con prodotti pregressi - si sostituisce qui non solo una transmedialità di narrazione (il mondo narrativo si disloca tra manga, serie tv, videogiochi, lungometraggi), ma anche una progressiva sequenzialità tra tutte le opere. [...]
di Daniele D'Orsi, articolo completo (3613 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 17 gennaio 2022