gabriella
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giovedì 3 ottobre 2019
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un fratello davvero speciale
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In questo film il problema della disabilità è trattato con delicatezza e tenerezza, ma con la consapevolezza di una difficoltà reale che si concretizza nella quotidianità di una famiglia. I Mazzariol sono un'allegra e unita famiglia con già tre figli e in procinto di averne un quarto. Una coppia di genitori normalissimi, impreparati all'inaspettata condizione di Gio, affetto dalla sindrome di down, ma accolto con amore e partecipazione da tutta la famiglia. Certo per Jack le cose si complicano quando capisce che questo fratello "speciale", non è dotato di super poteri come credeva, ma che è un essere fragile che necessita di attenzioni particolari.
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In questo film il problema della disabilità è trattato con delicatezza e tenerezza, ma con la consapevolezza di una difficoltà reale che si concretizza nella quotidianità di una famiglia. I Mazzariol sono un'allegra e unita famiglia con già tre figli e in procinto di averne un quarto. Una coppia di genitori normalissimi, impreparati all'inaspettata condizione di Gio, affetto dalla sindrome di down, ma accolto con amore e partecipazione da tutta la famiglia. Certo per Jack le cose si complicano quando capisce che questo fratello "speciale", non è dotato di super poteri come credeva, ma che è un essere fragile che necessita di attenzioni particolari. L'ingresso nell'adolescenza, il primo anno di liceo, il primo amore, destano preoccupazione in Jack che trova imbarazzante il fratello e per paura di alienarsi amicizie e occasioni, inizia a raccontare una serie di bugie, ma i tentativi maldestri e improvvisati, alla fine troveranno lo spazio per una riflessione e una presa di coscienza che sarà il primo passo verso la maturità.Non è facile parlare di disabiltà senza correre il rischio di essere banali ed edulcorare il tutto concentrandosi esclusivamente sulla simpatia e la disarmante innocenza di un ragazzino down ( davvero notevole Lorenzo Sisto), ma Stefano Cipani mantiene un giusto equilibrio, non eccede, nè cede al sentimentalismo o al pietismo, favorendo invece un clima leggero e spensierato, perchè senza questi elementi semplici e genuini, non si possono risolvere i problemi e superarli. Alessandro Gassman e Isabella Ragonese sono due genitori azzeccati, simpatici ed empatici, suppportano con energia e coinvolgimento i giovanissimi e bravissimi protagonisti, così che ne esce un ritratto commovente e sincero , carico di positività e freschezza . Un film da guardare senza spartito, ma con il lasciarsi andare alle note emotive con naturalezza.
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flaw54
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lunedì 23 settembre 2019
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inaspettato!
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Film che affronta con delicatezza e senza pietismi un argomento difficile: la nascita di un Bambino down in una famiglia con tre figli. Sceneggiatura coinvolgente seppur semplice e attori giovani bravissimi. Anche Gassmann e la Regonese pur in secondo piano danno credibilità e atmosfera alla storia. Da vedere.
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enzo70
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martedì 21 aprile 2020
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un intenso omaggio alla famiglia ed all'amore
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La storia vera è raccontata nel romanzo autobiografico di Giovanni Mazzariol. La nascita di un bambino affetto da sindrome di Down è una di quelle cose che cambia la vita, per sempre. Ed il cambiamento investe la famiglia nel suo complesso, i genitori come i fratelli. E quando la famiglia è solida, ha strumenti culturali ed umani affrontare un percorso diverso l’arrivo del nuovo arrivato può essere un momento di gioia. La storia è raccontata dal punto di vista del fratello maggiore Jack, che vede nelle diversità di Giò la presenza di super poteri. Crescendo le cose cambiano e quei super problemi rischiano di diventare la ragione di vergogna per Jack, intanto diventato adolescente.
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La storia vera è raccontata nel romanzo autobiografico di Giovanni Mazzariol. La nascita di un bambino affetto da sindrome di Down è una di quelle cose che cambia la vita, per sempre. Ed il cambiamento investe la famiglia nel suo complesso, i genitori come i fratelli. E quando la famiglia è solida, ha strumenti culturali ed umani affrontare un percorso diverso l’arrivo del nuovo arrivato può essere un momento di gioia. La storia è raccontata dal punto di vista del fratello maggiore Jack, che vede nelle diversità di Giò la presenza di super poteri. Crescendo le cose cambiano e quei super problemi rischiano di diventare la ragione di vergogna per Jack, intanto diventato adolescente. E l’amore per una ragazza la ragione per rinnegare addirittura la presenza di Giò. Ma, non preoccupatevi, tutto finirà bene, e non perché è un film, ma perché i genitori sono sempre gli stessi che hanno dedicato la loro vita a Giò senza mai perdere la speranza e la gioia di vivere. Un film molto dedicato che finalmente mette in primo piano il valore sostanziale della famiglia, senza pietismi, con la semplicità dell’amore. Consigliatissimo.
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elgatoloco
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giovedì 14 maggio 2020
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indubbiamente valido, come"testimonianza creativa"
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Dovendo definire questo film, "Mio fratello rincorre i dinosauri"(Stefano CIpani, 2019, trasposizione filmica del libro omonimo di Giacomo Mazzariol, 2016, quando l'autore aveva appena 19 anni e stava finendo il liceo), viene in mente"testimonianza creativa", dato che il libro è autobiografico, in quanto Mazzariol vi narra, in prima persona, la vicenda di un ragazzo con due sorelle"dominanti"cui nasce un fratello minore affetto da trisomia 21, detta anche"sindrome di Down", dal nome di questo difetto genetico che comporta, causa una copia genetica, un"cromosoma in più-di troppo"gravi malformazioni, che si riflettono soprattutto, ma certo non solo, a livello cognitivo.
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Dovendo definire questo film, "Mio fratello rincorre i dinosauri"(Stefano CIpani, 2019, trasposizione filmica del libro omonimo di Giacomo Mazzariol, 2016, quando l'autore aveva appena 19 anni e stava finendo il liceo), viene in mente"testimonianza creativa", dato che il libro è autobiografico, in quanto Mazzariol vi narra, in prima persona, la vicenda di un ragazzo con due sorelle"dominanti"cui nasce un fratello minore affetto da trisomia 21, detta anche"sindrome di Down", dal nome di questo difetto genetico che comporta, causa una copia genetica, un"cromosoma in più-di troppo"gravi malformazioni, che si riflettono soprattutto, ma certo non solo, a livello cognitivo. Ecco allora che, dopo spiegazioni imbarazzate anche se attente e"creative"dei genitori alla nascita del bambino, al ragazzo subentra la delusione, lo sconforto perché ha un fratellino"menomato"("mongoloide"come si diceva e tuttora si dice con espressione pesantemente discriminatoria, dato che il sostantivo, anche aggettivato, è usato non fenomenologicamente ma in chiave appunto sprezzante, discrimnatoria). Ciò si accentua quando Giacomo entra al liceo, s'innamora di una compagna di classe e "deve"(ossia si sente di)raccontare bugie per nascondere l'esistenza di quesrto fratello minore agli altri e soprattutto all'amata... Sarabande negative, con tanto di profili social falsati(corretti-censurati)e volantino messi in atto dal ragazzo, poi erroneamente attribuiti a dei"neonazisti", in realtà in questo caso innocenti o almeno"in sonno". Il film rende pienamente il libro, limitandosi a una dislocazione geografica(dal Veneto all'Emilia, sempre in un paese), con momenti appunto"creativi"di appeal con l'amato dinosauro visto dal bambino trisomico a una festa di gelatai e le sequenze clou, con tanto di Carnevale e successivo smascheramento di Giacomo come vero responsabile dell'inganno ordito credendo di tutelarsi da attacchi e pregiduzii presunti da parte della (sperata)girl-friend, che invece è assolutamente aliena da ogni razzismo, essendo invece impegnatissima a tuttelare anti.imperialismo , femminismo e diritto di ogni possibile"minorazna". Il "peso interpretativo"è sulle spalle dei/delle ragazzi/e(Francesco Gheghi, che è Giacomo,Lorenzo Sisto, che impersona Joe, il"down"e Arinna Becheroni, la girl-freind sperata, ma anche gli adulti , ossia Alessandro Gassman e Isabella Ragonese fanno egregiamente la loro parte, lavorando spesso"in levare"più che in agiungere, sul piano drammaturgico. El Gato
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felicity
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mercoledì 29 gennaio 2020
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arriva dove deve, dritto al cuore
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L’aspetto più interessante dell’opera non è tanto il messaggio a favore della diversità, posto in modo non così problematico e a stretto confine con lo slogan, quanto il percorso di crescita di Jack che fa una scelta sbagliata, da cui non può tornare indietro, e deve assumersene la responsabilità e affrontarne le conseguenze.
Mio fratello rincorre i dinosauri non è un film che si piange addosso.
Non è un film su quanto ardua sia l’esistenza quando a farne parte, nel proprio piccolo, è una persona con sindrome di Down. Ne è, anzi, il racconto più semplice, quello di un ragazzo e della crisi adolescenziale, che va mischiandosi alle preoccupazioni per un fratello che saprà dimostrarsi ben meno indifeso di quanto aveva pensato.
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L’aspetto più interessante dell’opera non è tanto il messaggio a favore della diversità, posto in modo non così problematico e a stretto confine con lo slogan, quanto il percorso di crescita di Jack che fa una scelta sbagliata, da cui non può tornare indietro, e deve assumersene la responsabilità e affrontarne le conseguenze.
Mio fratello rincorre i dinosauri non è un film che si piange addosso.
Non è un film su quanto ardua sia l’esistenza quando a farne parte, nel proprio piccolo, è una persona con sindrome di Down. Ne è, anzi, il racconto più semplice, quello di un ragazzo e della crisi adolescenziale, che va mischiandosi alle preoccupazioni per un fratello che saprà dimostrarsi ben meno indifeso di quanto aveva pensato. Che saprà dimostrarsi un vero supereroe.
Tutto molto pedagogico, lineare e messo in scena senza troppe sfumature, ma anche scorrevole e immediato.
Peccato per alcune eccessive semplificazioni, approssimazioni e per una scansione delle immagini un po’ televisiva.
Il film arriva dove vuole arrivare: dritto al cuore.
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lovemovies
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mercoledì 31 maggio 2023
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un film che è un sorriso disegnato sulle labbra
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Un film delicato per una regia affettuosa che, come canta Battiato, si prende cura della fragile creatura di nome Giò, bimbo nato con un cromosoma in più. E' insomma uno di quei film che si vorrebbe continuassero ancora un poco, perché ci riconcilia con la tenerezza, con la positività e con quella voglia di guardare avanti con un sorriso disegnato sulle labbra. La complessa sfera emotiva e le vicissitudini adolescenziali del fratello più grande sono raccontate con sensibilità, senza mai mascherare i turbamenti di una età dove, sovente, mancano la forza e il coraggio di credere negli altri e, soprattutto, in se stessi. La famiglia di Giò è tuttavia davvero speciale ed è abituata ad affrontare i problemi discutendoli, sino a risolverli, con l'apporto di tutti i componenti.
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Un film delicato per una regia affettuosa che, come canta Battiato, si prende cura della fragile creatura di nome Giò, bimbo nato con un cromosoma in più. E' insomma uno di quei film che si vorrebbe continuassero ancora un poco, perché ci riconcilia con la tenerezza, con la positività e con quella voglia di guardare avanti con un sorriso disegnato sulle labbra. La complessa sfera emotiva e le vicissitudini adolescenziali del fratello più grande sono raccontate con sensibilità, senza mai mascherare i turbamenti di una età dove, sovente, mancano la forza e il coraggio di credere negli altri e, soprattutto, in se stessi. La famiglia di Giò è tuttavia davvero speciale ed è abituata ad affrontare i problemi discutendoli, sino a risolverli, con l'apporto di tutti i componenti.
Trattare il tema della "diversità", qualunque sia la sua forma, è sempre estremamente impegnativo. Questo film lo fa senza tentennamenti e non perde mai l'occasione di rasserenare e far divertire gli spettatori con schegge di naturale comicità. Alla fine del film ci sentiamo un po' tutti fratelli, sorelle o genitori di Jò, un supereroe, per l'appunto, "diverso", ma proprio per questo ancora più irresistibilmente adorabile.
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