Quando esce un film basato su vicende giudiziarie realmente accadute, le mie antenne si drizzano e, quando devo scegliere cosa vedere al cinema, la mia scelta spesso ricade su questo genere di storia. Appurato che quindi già parto da una valutazione alta, posso anche dire che, d'altro canto, le mie pretese sono alte a riguardo. Ebbene, siamo di fronte ad un ottimo film. Todd Haynes colpisce nel segno mettendo in luce, in modo chiaro e lineare, uno degli orrori della società americana, che si è riflettuto su tutto il mondo occidentale. Diversi i temi portati sul tavolo, da quelli ambientalisti, passando a quelli sulla salute, per arrivare ai giochi di potere tra colossi aziendali e chi dovrebbe tutelare i diritti dei più deboli. Avvincente in tutto il suo svolgimento con un Mark Ruffalo in grande spolvero e una Anne Hathaway che parte molto in sordina per poi venire fuori alla grande alla distanza.
Voto: 9+
[+] lascia un commento a umberto »
[ - ] lascia un commento a umberto »
|
antonio montefalcone
|
mercoledì 11 marzo 2020
|
una commovente parabola umana e morale
|
|
|
|
'Cattive acque' si muove tra varie referenze cinematografiche (i legal thriller di denuncia sociale alla Pakula, Pollack, Michael Mann) e cronachistiche (la pellicola si basa su un articolo del New York Times che racconta un reale caso giudiziario). L'opera nasce dalla volontà di Mark Ruffalo – qui produttore e protagonista. Haynes la trasforma in un film inquietante dalle cupe atmosfere, dal ritmo sostenuto, e da una forte tensione. La dimensione interiore di ogni singolo personaggio filtra la realtà attorno e le dinamiche sociali nelle allegoriche superfici riflettenti che schermano le interpretazioni dello spettatore. E l'efficace sceneggiatura riesce a coinvolgerci nell'interessante argomento sull'oscuro utilizzo di sostanze chimiche potenzialmente cancerogene (come il Teflon) da parte di potenti multinazionali.
[+]
'Cattive acque' si muove tra varie referenze cinematografiche (i legal thriller di denuncia sociale alla Pakula, Pollack, Michael Mann) e cronachistiche (la pellicola si basa su un articolo del New York Times che racconta un reale caso giudiziario). L'opera nasce dalla volontà di Mark Ruffalo – qui produttore e protagonista. Haynes la trasforma in un film inquietante dalle cupe atmosfere, dal ritmo sostenuto, e da una forte tensione. La dimensione interiore di ogni singolo personaggio filtra la realtà attorno e le dinamiche sociali nelle allegoriche superfici riflettenti che schermano le interpretazioni dello spettatore. E l'efficace sceneggiatura riesce a coinvolgerci nell'interessante argomento sull'oscuro utilizzo di sostanze chimiche potenzialmente cancerogene (come il Teflon) da parte di potenti multinazionali. Nell'era attuale del capitalismo e della globalizzazione più sfrenate ed incontrollabili, il film è un doveroso atto d'accusa, importante e riflessivo. Molto ben realizzato, soprattutto nella regia, fotografia, e messinscena complessiva, riesce a trasmettere quel senso di male, al tempo stesso dilagante ed invisibile, non solo nelle pieghe della società, ma anche e soprattutto in quelle dell'animo umano. Cinema etico-morale di impegno civile, che, nella lotta e nei sacrifici personali del personaggio interpretato straordinariamente da Mark Ruffalo cerca di ristabilire i diritti fondamentali di ogni cittadino.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antonio montefalcone »
[ - ] lascia un commento a antonio montefalcone »
|
|
d'accordo? |
|
|