felicity
|
martedì 19 gennaio 2021
|
la stewart al massimo della sua ambivalenza
|
|
|
|
Il film Seberg prova a indagare su una parte meno nota dell'attrice, quella che la vede sostenitrice del movimento "Black Power" a favore dei diritti dei neri e amante del suo leader.
Il film ci mostra una diva elegante e ricca che sceglie di utilizzare il suo potere, le sue risorse economiche e la sua visibilità per l’affermazione di diritti civili che ritiene imprescindibili.
Oggi sarebbe considerato normale, ma alla fine degli anni ’60, in cui i diritti delle comunità afroamericane erano ancora ben lungi dall’essere riconosciuti, un atteggiamento del genere era ritenuto estremista, in grado di condizionare il pubblico verso un’apertura impensabile e pericolosa.
[+]
Il film Seberg prova a indagare su una parte meno nota dell'attrice, quella che la vede sostenitrice del movimento "Black Power" a favore dei diritti dei neri e amante del suo leader.
Il film ci mostra una diva elegante e ricca che sceglie di utilizzare il suo potere, le sue risorse economiche e la sua visibilità per l’affermazione di diritti civili che ritiene imprescindibili.
Oggi sarebbe considerato normale, ma alla fine degli anni ’60, in cui i diritti delle comunità afroamericane erano ancora ben lungi dall’essere riconosciuti, un atteggiamento del genere era ritenuto estremista, in grado di condizionare il pubblico verso un’apertura impensabile e pericolosa.
È proprio questo aspetto che il film tenta di sviscerare, sondando il periodo in cui l’attrice fu inserita in un programma di infiltrazione e sorveglianza speciale dell’F.B.I. volto a sabotarne l’immagine per minimizzarne l’eco mediatica rivoluzionaria.
In quel periodo la Seberg fu oggetto di una vera e propria campagna diffamatoria e di continue pressioni che di fatto finirono per minarne, oltre alla privacy, anche la stabilità emotiva.
Se la confezione è elegante e attenta al design del periodo nella ricostruzione storica, nell’eleganza dei costumi e nelle atmosfere, l’andamento è invece abbastanza piatto e si arena in una successione di attacchi e sospetti, qualche divagazione in micro storie con poco nerbo, fino a un epilogo decisamente sottotono.
La regia non riesce a imprimere dinamismo al racconto e si limita a illustrare con diligenza la vicenda che scivola senza picchi puntando tutto sul fascino di Kristen Stewart, incerta tra partecipazione e distacco, comunque lontana dal turbamento del personaggio.
Ciò che manca è però soprattutto una scrittura solida in grado di motivare il percorso della protagonista.
Il suo essere a favore dei Black Power viene dato abbastanza per scontato e indirizzato soprattutto al carisma e all’attrazione nei confronti del suo leader. Finiamo quindi per sapere poco, comunque meno di quello che vorremmo, delle scelte, personali, ma anche artistiche di Jean Seberg, della sua carriera di attrice, attraversata per piccoli episodi non particolarmente significativi e che sembrano non lasciare in lei, conseguentemente nemmeno in noi, alcuno strascico.
La scelta di evitare i cliché del biopic tradizionale, che il più delle volte vuole dire tutto e procede per pennellate superficiali, soffermandosi su un momento specifico, è apprezzabile, ma non trova l’approfondimento necessario per rendersi davvero interessante e comunicativa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
peer gynt
|
lunedì 2 settembre 2019
|
storia di una giovanna d'arco senza "voci"
|
|
|
|
Il film racconta la biografia di alcuni anni dell'attrice Jean Seberg (1938-1979), americana resa nota dai film di Otto Preminger e dal manifesto della Nouvelle Vague francese "Fino all'ultimo respiro" di J.-L. Godard. Nella prima scena la vediamo nei panni di Giovanna d'Arco (per il suo film d'esordio, uscito nel maggio 1957), e infatti regista e sceneggiatori ne forzano il personaggio in direzione di un'eroina che lotta in difesa dei diritti civili. Verità probabilmente solo parziale, che va affiancata ad una forte tendenza narcisistico-provocatoria che costituiva il personaggio dell'attrice controcorrente Seberg dei primi anni Sessanta. Le viene contrapposto il personaggio di un agente dell'FBI che la spia, Jack Solomon (l'inglese Jack O'Connell), ma che non condivide i metodi cinici e squallidi dei suoi colleghi e si lascia prendere da dubbi morali sui metodi poco ortodossi dell'FBI.
[+]
Il film racconta la biografia di alcuni anni dell'attrice Jean Seberg (1938-1979), americana resa nota dai film di Otto Preminger e dal manifesto della Nouvelle Vague francese "Fino all'ultimo respiro" di J.-L. Godard. Nella prima scena la vediamo nei panni di Giovanna d'Arco (per il suo film d'esordio, uscito nel maggio 1957), e infatti regista e sceneggiatori ne forzano il personaggio in direzione di un'eroina che lotta in difesa dei diritti civili. Verità probabilmente solo parziale, che va affiancata ad una forte tendenza narcisistico-provocatoria che costituiva il personaggio dell'attrice controcorrente Seberg dei primi anni Sessanta. Le viene contrapposto il personaggio di un agente dell'FBI che la spia, Jack Solomon (l'inglese Jack O'Connell), ma che non condivide i metodi cinici e squallidi dei suoi colleghi e si lascia prendere da dubbi morali sui metodi poco ortodossi dell'FBI. Ed è questo il personaggio più debole del film, non abbastanza motivato né abbastanza verisimile. E alla fine si ha l'impressione che, malgrado la buona prova di Kristen Stewart (molto aderente anche fisicamente al personaggio), il film non abbia molto da dire, se non una generale accusa ai metodi di demolizione psicologica operati da un Potere che vuole distruggere chi non gli comoda. Troppo poco per convincere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a peer gynt »
[ - ] lascia un commento a peer gynt »
|
|
d'accordo? |
|
|